Patentino per proprietari di cani: il corso


| obiettivo del corso |

PARTE PRIMAPARTE SECONDAPARTE TERZA PARTE QUARTAPARTE QUINTA
comportamento
del cane
lo sviluppo
comportamentale
credenze errate
sfatiamo i miti
legislazione
addestramento
educare un cane adottato



Corso formativo
per i proprietari di cani:
IL PATENTINO

Premessa

Queste pagine sono un estratto dagli appunti  forniti al corso informatico per proprietari di cani organizzato nella mia città dal Servizio Veterinario (Asur Marche 12), da un medico veterinario comportamentalista, dall’associazione Volontariato “l’amico fedele” e dai vigili urbani.

La realizzazione di questo percorso è stata possibile grazie all’accurato impegno di un gruppo di lavoro, istituito e coordinato dalla FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) composto da medici veterinari che hanno messo a disposizione le loro conoscenze scientifiche e le loro esperienze professionali, collaborando tra loro e con il Ministero per fornire uno strumento di supporto alle attività di competenza della professione veterinaria.

Prefazione

Questo percorso formativo destinato ai proprietari di cani ha l’obiettivo di fornire informazioni chiare e facilmente fruibili da un vasto pubblico, dando risposte esaustive alle domande e ai problemi che più frequentemente provengono dai proprietari di questi animali d’affezione.
Nello stesso tempo rappresenta un utile strumento per tutte le Istituzioni che sono chiamate, ai sensi dell’ordinanza 3 marzo 2009 concernente la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”, ad organizzare percorsi formativi per i proprietari di cani e per coloro che intendono diventarlo. L’ordinanza ha attribuito un ruolo fondamentale alla responsabilità dei proprietari di cani e alla loro formazione, infatti solo attraverso l’acquisizione di cognizioni sulle caratteristiche fisiche ed etologiche dell’animale e sulle norme in vigore può essere instaurato un corretto rapporto uomo-animale.

La formazione dei proprietari di cani, fulcro dell’ordinanza, deve essere impostata su principi scientifici ed implementata con criteri univoci a livello nazionale: questo corso, disponibile anche su supporto informatico, fornisce le basi per raggiungere questo obiettivo. indietro2


PARTE PRIMA
Il comportamento del cane

Avere un cane è la cosa più normale e naturale del mondo e le informazioni che seguiranno possono servire a evitare errori comuni, a non cadere in false credenze e a migliorare la convivenza tra i cani e le persone, con reciproca soddisfazione.

Oggigiorno disponiamo di maggiori conoscenze sul comportamento del cane e le tecniche per la sua educazione, che possono facilitare la gestione, dare informazioni importanti per la prevenzione di rischi di morso e allo stesso tempo favorire il benessere animale. Un proprietario informato e un cane educato realizzano, in genere, una convivenza più serena e soddisfacente. Non dimentichiamo, inoltre, che la normativa vigente investe il proprietario di responsabilità civili e penali ma anche che in caso di difficoltà o situazioni problematiche oggi esistono esperti in grado di guidarci. D’altra parte reperire ‘esperti’ e informazioni qualificate, complete e corrette non è sempre facile e in tal senso questo corso rappresenta un’importante opportunità per tutti i proprietari e per tutti quelli che amano il mondo dei cani.

Le origini del rapporto tra l’uomo e il cane: un’amicizia antica.

Il cane domestico è il frutto del lunghissimo processo di addomesticamento del lupo, durato probabilmente 40.000 anni della nostra storia, durante i quali il cane selvatico si è profondamente modificato dal punto di vista evolutivo e quindi genetico.

Questa evoluzione è stata provocata dalla selezione forzata messa in atto dagli uomini stessi. Per vivere a stretto contatto con le famiglie umane era infatti indispensabile essere mansueti e i cani che si dimostravano minacciosi o addirittura pericolosi venivano senza indugio cacciati via o uccisi.

Con il passare del tempo i primi cani hanno subito un altro cambiamento fondamentale: hanno imparato a condividere con l’uomo emozioni, a decodificare alcuni segnali della comunicazione verbale e non verbale, a rendersi utili nelle varie attività umane. Sono diventati collaborativi e socievoli verso le persone, perdendo quella diffidenza tipica dell’animale selvatico.

Nonostante questo patrimonio evolutivo ‘privilegiato’, il modo di relazionarsi ed integrarsi caratteristico di ciascun cane non dipende solo dal suo bagaglio biologico.

Il carattere del cane dipende infatti da caratteristiche presenti già nell’animale giovanissimo (es. estroversione o introversione, sicurezza di sé o timidezza), ma evolve a seguito di tutte le esperienze, memorie, strategie comportamentali e rinforzi che si accumulano durante lo sviluppo e la vita adulta che finiranno per costituire la ‘personalità’ dell’adulto.


Il comportamento dei cani

Come tutti gli animali, i cani manifestano un repertorio comportamentale caratteristico di specie. Questo significa che il cane esprime dei comportamenti che sono il naturale bagaglio della sua specie, come per esempio l’organizzazione sociale, il comportamento predatorio e la difesa del territorio. L’intensità con cui il repertorio viene espresso dipende anche dalle esperienze del singolo animale e su queste l’uomo, ma soprattutto il proprietario, gioca un ruolo chiave. Talvolta, l’espressione di alcuni comportamenti può essere inappropriata alla situazione o così intensa da creare problemi di gestione dell’animale o, nei casi più estremi, di convivenza con l’uomo. Per questo è importante che il proprietario abbia le informazioni necessarie per prevenire queste situazioni.

– Tutti i cani sviluppano naturalmente legami affettivi con i loro proprietari e diventano parte della famiglia sentendosene membri effettivi
– Chi adotta un cane dovrebbe essere cosciente che questo nostro compagno diventa un gregario e ha bisogno di regole da seguire
– La strategia generale è quella di premiare i buoni comportamenti e ignorare quelli sgraditi, evitando urla e punizioni
– E’ fondamentale che i proprietari trasmettano coerentemente il messaggio che sono le persone a gestire le risorse principali (cibo, giochi, attenzioni e spazi)
– La prevenzione inizia dal primo giorno dell’adozione e se attuata quando il cane è cucciolo svolge un ruolo cruciale
– Abituare il cane fin da cucciolo a diversi tipi di persone, cani, altri animali domestici, a restare in casa da solo e a una gran varietà di situazioni aiuta a prevenire la maggior parte dei comportamenti indesiderabili


Il cane, animale sociale

I cani sono animali sociali e come tali sono naturalmente predisposti a seguire regole che favoriscano un’armoniosa vita di gruppo. Chi adotta un cane dovrebbe quindi essere cosciente che questo nostro compagno, così prezioso e antico, ha bisogno di regole da seguire proprio per la sua natura sociale.
In generale, tutti i cani sviluppano naturalmente legami affettivi con i loro proprietari e diventano parte della famiglia sentendosene membri effettivi. Il loro ruolo è quello di gregari, cioè di soggetti che seguono spontaneamente le indicazioni dei loro compagni umani.
Ci sono regole che i cani seguono molto facilmente e che vengono dettate dalle persone spesso inconsapevolmente, altre che devono essere introdotte e fatte rispettare in maniera meno naturale: per esempio imparano facilmente che non si salta sui tavoli mentre aspettare per avere il cibo o per giocare è un po’ meno semplice.

Il cucciolo viene educato dagli adulti e, nel momento in cui viene adottato, il ruolo di educatori passa ai proprietari che dovranno indicare quali sono i comportamenti corretti da seguire. Quando il cucciolo arriva in famiglia non è una ‘tabula rasa’. Ha già un suo patrimonio di comportamenti dettati in parte dalle sue caratteristiche genetiche e in parte dalle esperienze precoci fatte nei primi mesi di vita. A seconda che sia molto vivace o molto tranquillo, può essere più o meno difficile insegnargli a controllarsi quando desidera qualcosa, soprattutto quando desidera l’attenzione delle persone. Dare delle regole non significa affatto avere un atteggiamento rigido e impositivo, semplicemente trasmettere con coerenza il messaggio di ciò che è consentito e ciò che non lo è.
Per esempio se non è consentito abbaiare per ottenere un giocattolo, questa regola dovrebbe essere applicata sempre. Allo stesso modo se non è consentito mordicchiare e saltare addosso per avere l’attenzione bisognerà evitare di interagire con il cucciolo quando si comporta in questo modo. Un semplice accorgimento consiste nel chiedere al cane di sedersi tranquillo per avere ciò che desidera e di cui ha bisogno: giocare, fare esercizio, ricevere cibo e attenzioni. La strategia generale è quella di premiare i buoni comportamenti e ignorare quelli sgraditi, evitando urla e punizioni perché spesso finiscono per spaventare il cucciolo e renderlo più eccitabile e imprevedibile.
Per esempio, si può chiamarlo quando è tranquillo e ignorarlo quando è eccitato. Se invece, come spesso purtroppo accade, le persone rispondono all’eccitazione con altrettanta eccitazione – giocano o, al contrario, sgridano il cane – c’è il rischio di insegnare al cane, senza rendersene conto, che per avere l’attenzione bisogna agitarsi.

Il cane
• E’ un animale predatorio
• E’ un animale sociale
• Ha bisogno di regole da seguire
• Sviluppa naturalmente legami affettivi con il loro proprietario
• Diventano parte della famiglia sentendosene membri effettivi
• Ha già un suo patrimonio di comportamenti dettati in parte dalle sue caratteristiche genetiche


Possessività

Alcuni cani ringhiano in presenza del cibo, se hanno un giocattolo o se qualcuno si avvicina al luogo dove riposano. Generalmente queste ‘dimostrazioni’ cominciano quando il cucciolo raggiunge la maturità sessuale ma il tentativo di impedire con un ringhio che il proprietario sottragga un gioco o la ciotola può manifestarsi anche prima dell’adolescenza o addirittura nell’infanzia.
Per questi soggetti è fondamentale che i proprietari trasmettano coerentemente il messaggio che sono le persone a gestire le risorse principali. In pratica, per cani con l’attitudine a ringhiare per mantenere il possesso di giocattoli, luoghi di riposo o cibo è importante insegnare ad aspettare e chiedere ‘per piacere’ con un “seduto!” per cibo, giochi e carezze. Inoltre, è bene evitare di provocare reazioni aggressive disturbando l’animale quando mangia o quando dorme. Se in famiglia ci sono bambini piccoli o il comportamento del cane persiste nonostante i tentativi di educarlo ad aspettare e a sedersi sarà necessario chiedere aiuto rivolgendosi al veterinario di fiducia.

• Insegnare ad aspettare e chiedere ‘per piacere’ con un “seduto!”
• Evitare di provocare reazioni aggressive disturbando l’animale quando mangia o quando dorme


Territorialità

Il cane adulto può mostrare dei comportamenti che sono normali per la sua specie, come la difesa del territorio per esempio, ma che possono creare dei problemi di gestione in certe situazioni o contesti. In questi casi non si può ignorare il comportamento sgradito, soprattutto se si manifesta con aggressività nei confronti di chiunque si avvicini alla porta di casa o magari al pianerottolo o all’entrata dell’ascensore. Alcuni cani sono più predisposti a sviluppare questi comportamenti e in questo caso è molto importante introdurre la regola di deputare al proprietario, quando è presente, il ruolo di controllo dei ‘confini’, siano essi la casa, il pianerottolo, l’androne del palazzo o il giardino.
Se il cane è di temperamento territoriale o guardiano, non lasciare mai le porte socchiuse per uscire sul pianerottolo o in giardino e abituarsi a tenere sempre il cane sotto controllo quando arrivano ospiti. Anche in queste situazioni, premiare un comportamento calmo in presenza di ospiti fin dai primi mesi di vita è molto importante per prevenire futuri problemi.

E’ demandato al proprietario, quando è presente, il ruolo di controllo dei ‘confini’, siano essi la casa, il pianerottolo, l’androne del palazzo o il giardino


Comportamento predatorio

I cani sono predatori e il loro ruolo come ausiliari dell’uomo nella caccia è stato fondamentale nella nostra storia. La selezione di soggetti con un certo tipo di comportamento predatorio è stata messa in atto anche per creare alcune razze di cani guardiani di greggi e mandrie. L’istinto predatorio è quindi normale e alcuni aspetti sono stati ricercati e selezionati dall’uomo. Il comportamento predatorio del cane viene sollecitato soprattutto da stimoli in movimento che ‘ricordano’ prede quali biciclette, motorini, gatti o bambini che corrono. Di solito, se il cane è abituato a vedere ogni giorno motorini, biciclette, gatti e bambini il problema non si pone, ma in alcuni cani l’istinto predatorio è particolarmente sviluppato. Il rischio è che creino incidenti, spaventino o mordano i polpacci dei ciclisti, mordano bambini che giocano e così via. Inoltre c’è la possibilità che facciano del male ai gatti o agli animali da cortile.
La prevenzione, attuata quando il cane è ancora cucciolo esponendolo in maniera appropriata agli stimoli che innescano la predazione, è senz’altro un aspetto cruciale, ma purtroppo ci sono cani in cui questo non è avvenuto o che hanno una tendenza alla predazione particolarmente spiccata. Per questi, soprattutto se molto reattivi ed eccitabili, è indispensabile mettere in atto una contenzione adatta. Il guinzaglio e la museruola nei luoghi affollati sono strumenti indispensabili in casi particolarmente difficili e rischiosi, quali i cani che cercano di ‘pizzicare’ bambini o ciclisti.

• L’istinto predatorio è normale
• L’istinto predatorio viene sollecitato soprattutto da stimoli in movimento che ricordano le prede.
• Il guinzaglio e la museruola nei luoghi affollati sono strumenti indispensabili in casi particolarmente difficili e rischiosi


Prevenzione dell’aggressività

Il primo e più importante strumento per prevenire l’aggressività è far socializzare il cane fin da cucciolo con diversi tipi di persone, con gli altri cani e con gli altri animali domestici in modo che sia abituato a quante più cose, animali e persone possibili.
Occorre poi ricordare che il cane deve vivere nella famiglia, con le persone, condividendo il nostro sistema sociale; al contrario moltissimi cani vivono relegati in un cortile o in un giardino con poche opportunità di sperimentare il mondo esterno.
È importante non sottovalutare l’importanza dell’esercizio fisico e della stimolazione: un cane che va a passeggiare regolarmente ed è abituato a imparare cose nuove e fare esercizi divertenti è meno probabile che manifesti stress o reazioni imprevedibili.
Un altro strumento importante è seguire la regola della gestione delle risorse: il cane deve sempre aspettare il permesso per avere cibo, giocattoli, carezze e attenzione. Questa regola diminuirà l’eventualità di aggressioni se qualcuno si avvicina alla ciotola o al luogo dove riposa.
Infine, educare premiando i buoni comportamenti e ignorando i comportamenti sgraditi ed indesiderati in maniera costante e evitare le punizioni rende i cani fiduciosi nei riguardi dei proprietari e delle persone in generale.

• Fare socializzare il cane fin da cucciolo con diversi tipi di persone, con gli altri cani e con gli altri animali domestici
• Il cane deve vivere nella famiglia, con le persone, condividendo il nostro sistema social
• L’importanza dell’esercizio fisico e della stimolazione
• Il cane deve sempre aspettare il permesso per avere cibo, giocattoli, carezze e attenzione
• Premiare i buoni comportamenti e ignore i comportamenti sgraditi ed indesiderati in maniera costante
• Evitare le punizioni
• Rende i cani fiduciosi nei riguardi dei proprietari e delle persone in generale


Abbaiare insistentemente, distruggere, sporcare in casa: prevenire i problemi da separazione

Per evitare che il vostro cane soffra o crei problemi quando viene lasciato solo è importante che sia abituato ad aspettare tranquillo sia quando uscite di casa che quando siete in casa ma avete altro da fare. Il modo più semplice per educare un cane a restare solo tranquillo è non rispondere a tutte le sue richieste di attenzione, neppure se è un cucciolo. Ricordate di interagire con il cane solo quando è tranquillo, soprattutto al rientro a casa e di non dargli mai attenzione se abbaia o mugola.
Dopo i primi giorni dall’adozione, necessari per creare il nuovo legame con i proprietari, occorre abituarlo a stare solo in maniera graduale, tenendo conto che un cucciolo non può essere lasciato solo a lungo. Se durante la vostra assenza il cane ha sporcato o distrutto qualcosa evitate di sgridarlo o punirlo: non sarà in grado di comprendere il motivo della punizione.
Le manifestazioni del disagio da separazione, non solo compromettono il benessere del cane, ma possono creare serie difficoltà al proprietario durante assenze obbligate per motivi di lavoro o salute. Se nonostante i vostri sforzi le manifestazioni persistono, chiedete consiglio al vostro veterinario di fiducia.

• Non rispondere a tutte le sue richieste di attenzione, neppure se è un cucciolo.
• Interagire con il cane solo quando è tranquillo
• Non dargli mai attenzione se abbaia o mugola
• Evitate di sgridarlo o punirlo: non sarà in grado di comprendere il motivo della punizione.

Prevenire le paure

Tutto ciò che non si conosce fa paura: la migliore prevenzione è far conoscere ai cuccioli una grande varietà di persone, cose e situazioni. Se un cucciolo ha paura di qualcosa o di qualcuno, non deve essere forzato ma abituato molto gradualmente. La paura delle persone e degli altri cani, in un cucciolo o in un cane adulto, rappresenta un campanello di allarme: chiedete aiuto al vostro veterinario.


Prevenire le liti tra cani

I cani dovrebbero essere abituati a incontrare altri cani diversi da loro, quindi è fondamentale portarli spesso a passeggiare in luoghi frequentati da cani. Tali interazioni devono essere particolarmente favorite nei cuccioli facendoli socializzare con altri cuccioli e con adulti tranquilli.
Il cucciolo imparerà così a relazionarsi con i suoi simili in maniera serena.
L’aggressività tra maschi adulti è piuttosto comune e se questo è il caso del vostro cane ricordate che gli incontri frontali e improvvisi vanno sempre prevenuti: soprattutto nelle zone affollate e negli spazi ristretti evitate di far avvicinare frontalmente due cani al guinzaglio.
Nelle situazioni nelle quali i cani si trovano a interagire da liberi, è importante non interpretare sempre il pelo dritto, le orecchie dritte e la postura rigida come intenzioni aggressive. La maggior parte delle volte, se i due individui sono socievoli e abituati a stare con altri cani, l’incontro si risolverà senza liti. Ricordate però di non intervenire se il “colloquio” fra loro è iniziato, ma allontanatevi insieme all’altro proprietario lasciando agli animali la possibilità di conoscersi tranquillamente. In questi casi intromettersi tra i due cani o prendere per il collare uno dei due potrebbe rendere innaturale la comunicazione e persino scatenare reazioni aggressive. In generale lasciare che due cani liberi si affrontino senza intervenire è la scelta più opportuna ma occorre sempre considerare le caratteristiche degli animali e il contesto dove avvengono gli incontri.
L’aggressività verso tutti i tipi di cani è un problema di comportamento che deve essere affrontato chiedendo immediatamente chiedete aiuto al vostro veterinario.

• Abituare a incontrare altri cani diversi da loro
• Portarli spesso a passeggiare in luoghi frequentati da cani
• Tra maschi adulti gli incontri frontali e improvvisi vanno sempre prevenuti specie tra due cani al guinzaglio
• Non intervenire se il “colloquio” fra loro è iniziato
• Lasciare che due cani liberi si affrontino senza intervenire è la scelta più opportuna

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PARTE SECONDA

 Lo sviluppo comportamentale e le fasi della vita del cane: da cucciolo a cane anziano

2.1 Lo sviluppo

Il comportamento di ciascun individuo, e anche di ciascun cane, è determinato dall’interazione tra il potenziale genetico dell’animale e l’ambiente in cui vive. Le circostanze ambientali, spesso dipendenti dall’uomo, possono quindi esercitare un effetto benefico o nocivo sul carattere del cane e l’entità di tale effetto dipende anche dall’età dell’animale.

Il cucciolo

Nel cucciolo esistono dei ‘periodi critici’ per il corretto sviluppo di varie funzioni psicologiche e sociali. L’inizio e la fine di questi periodi sono biologicamente determinati: in questi brevi e precisi periodi di età la possibilità di compiere esperienze cruciali per lo sviluppo comportamentale (da cui il termine ‘critico’) è particolarmente importante e l’apprendimento conseguente a queste esperienze è particolarmente rapido e duraturo.Il periodo neonatale comprende le prime due settimane di vita e durante questa fase sono importantissime le stimolazioni tattili. Il cucciolo deve quindi avere la possibilità di mantenere il contatto fisico con la mamma e gli altri cuccioli ma anche abituarsi a manipolazioni delicate da parte dell’uomo.

Nella terza e quarta settimana di vita il cucciolo comincia a vedere, sentire ed esplorare e comincia a scoprire il mondo circostante. In questa fase è importante la presenza della madre in un ambiente tranquillo e dolcemente stimolante perché la ‘mamma cagna’ è la base sicura da cui allontanarsi temporaneamente per esplorare il mondo.

Mentre esplora il mondo, il cucciolo comincia un percorso importantissimo: la socializzazione. Durante questo percorso il cucciolo imparerà le regole basilari della vita sociale grazie alla presenza della madre e di altri cuccioli. La presenza di altri cuccioli e di cani adulti è indispensabile poiché da loro il cucciolo riceve le risposte più adeguate ai suoi comportamenti. Per esempio, mentre gioca con gli altri cuccioli e la madre, il cucciolo imparerà a modulare la forza del suo morso in base alle loro reazioni. Per questa ragione dovrebbe fare numerose esperienze positive in presenza di soggetti (cani e persone) che siano in grado di dare risposte adeguate ai suoi comportamenti. La presenza della madre è fondamentale almeno fino alle otto settimane, ma il processo di modulazione delle risposte si perfeziona nei primi mesi di vita. Per aumentare le sue abilità sociali è altresì importante che durante questa fase il cucciolo abbia contatti con diversi tipi di cani e di persone (uomini, donne, bambini, persone diversamente abili).

Il momento corretto per l’adozione di un cucciolo è a circa sessanta giorni di età. Il percorso di sviluppo comportamentale deve, infatti, comprendere situazioni e stimoli che l’animale potrebbe incontrare durante la ‘nuova vita’ con il suo proprietario. Il proprietario deve quindi favorire queste esperienze nel cucciolo esponendolo in maniera graduale ma continua ad ambienti e situazioni comuni della vita (parchi pubblici, mezzi di trasporto, ambienti affollati, ecc.). Recludere in casa un cucciolo appena adottato per paura che possa ammalarsi significa privarlo degli strumenti fondamentali per diventare un adulto equilibrato e non dobbiamo dimenticare che esistono vaccini che proteggono dalle malattie più gravi. Il medico veterinario saprà darvi tutte le informazioni ed eseguire le vaccinazioni necessarie.

Periodo prenatale: fino alla nascita

  1. Periodo neonatale: dalla nascita fino alla apertura degli occhi (0-14gg)
  2. Periodo di transizione: dall’apertura occhi fino alla comparsa dell’udito
  3. Periodo di socializzazione: 3 settimane fino a 10-12 settimane

Periodo prenatale

  • Durante la gravidanza accarezzare dolcemente l’addome della cagna
  • Tenere la madre in luogo tranquillo a lei conosciuto
  • Non sottoporla a conflitto gerarchico

Periodo neonatale

  • Riflesso di intrusione: il cucciolo si muove in direzione del capezzolo materno
  • Riflesso labiale: il cucciolo inizia a succhiare non appena le labbra incontrano il capezzolo
  • Riflesso perineale: emissioni di feci ed urina dopo la stimolazione dell’orifizio anale e uretrale
  • Riflesso di stimolazione alla respirazione: leccando

Lasciare dormire i cuccioli a contatto con i fratelli la madreManipolare i cuccioli delicatamenteFornite pasti ai cucciolo orfani quando si svegliano spontaneamenteEseguite in modo corretto la stimolazione perinale dei cuccioli orfaniNon utilizzate in allevamento cagne che non sono buone madri Periodo di transizione

  • Permette di assicurarsi l’acquisizione dell’udito
  • Il cucciolo si affeziona alla madre

Periodo di socializzazione

  • Autocontrolli
  • Distacco
  • Gerarchizzazione
  • Comunicazione

Autocontrolli

  • Il cucciolo impara a controllare la pressione dei denti
  • Capacità del cucciolo a dominare la sua motricità

Il distacco: è il meccanismo di evitamento dell’incesto.

  • La mamma allontana prima i maschi dalle femmine
  • Sono inizialmente allontanati dai luoghi di riposo
  • In seguito alla emissione degli ferormoni sessuali gli viene vietato di avvicinarsi.

La gerarchizzazione: necessaria in un gruppo sociale

  • Dalle 3 alle 8 settimane imparano ad interagire con altri cani. Mettere il cucciolo a contatto con più cani possibili.
  • Dalle 5/8 alle 12 settimane imparano ad interagire meglio con le persone ed altre specie animali
  • Favorire contatti con persone diverse
  • Dalle 5/12 alle 16 settimane esplora i nuovi ambienti
  • Far vivere al cucciolo tante e diverse esperienze
  • Abituare il cucciolo a diversi luoghi, odori, rumori, rispettando i suoi tempi e le sue reazioni

Come intervenire

  • Non separate i cuccioli dalla madre prima delle 7/8 settimane
  • Attenzione alle cucciolate numerose
  • Non fate gravidanze in età giovanile
  • Rinforzare gli stati di calma

I pasti:

  • Il cucciolo assiste ai pasti dei padroni
  • Non riceve niente da parte loro
  • Non bisogna assistere ai pasti del cucciolo
  • Lasciare la ciotola a disposizione per un tempo prestabilito

L’adolescenza

Anche nei cani esiste un periodo difficile simile all’adolescenza, caratterizzata dallo sviluppo sessuale. L’età in cui si manifesta è variabile: più breve e precoce nelle taglie piccole (6 mesi-1,5 anni) che in quelle grandi o giganti (1 anno-2,5 anni). Durante questo periodo è presente una difficoltà a mantenere l’equilibrio e l’autocontrollo con cambiamenti che sono spesso improvvisi e inattesi. Il cane adolescente può diventare più eccitabile e impulsivo ma alcuni accorgimenti possono aiutare il proprietario a gestire questa fase. È importante rispondere ai comportamenti ‘di ribellione’ come abbaiare insistentemente per avere l’attenzione o un gioco, tirare al guinzaglio per cambiare direzione e così via, in modo tranquillo, premiando la calma e ignorando il cane quando manifesta eccessiva eccitazione.

È importante anche mantenere una rigorosa coerenza nel premiare i comportamenti desiderati (la calma) cercando inoltre di prevenire le situazioni di maggiore eccitazione. Per motivare il cane a rispondere positivamente alle richieste, il proprietario deve rafforzare la relazione con il cane svolgendo insieme attività piacevoli (passeggiate frequenti, giochi ed esercizi divertenti).

Il cane adulto

Se il cane ha raggiunto un buon equilibrio emozionale, l’età adulta è caratterizzata dalla tendenza alla stabilità comportamentale. Questa stabilità può venire meno in caso di cambiamenti ambientali, del gruppo familiare, malattie, traumi emotivi in genere, condizioni riproduttive come calori, gravidanze, accoppiamenti. Anche durante l’età adulta la relazione con i proprietari dovrebbe essere improntata alla coerenza nella comunicazione e alla condivisione di esperienze positive di collaborazione nella vita di tutti i giorni: passeggiare, giocare insieme, esplorare e soprattutto godere della reciproca compagnia.

Il cane anziano

Come nell’uomo, l’invecchiamento del cane è caratterizzato dal progressivo calo delle capacità di adattamento, memorizzazione e apprendimento. Nei cani anziani sono altresì frequenti disturbi clinici e malattie in genere che minano il benessere provocando dolore, abbattimento, difficoltà di movimento, cecità o sordità.Durante questo periodo diventa quindi prioritario favorire il benessere fisico e stimolare le capacità di adattamento del cane favorendo attività piacevoli svolte in collaborazione con il proprietario.

– Nel cucciolo esistono dei ‘periodi critici’ per il corretto sviluppo di varie funzioni psicologiche e sociali– Durante l’adolescenza il cane può presentare difficoltà a mantenere l’equilibrio e l’autocontrollo– L’età adulta è caratterizzata dalla tendenza alla stabilità comportamentale– Durante la vecchiaia è importante favorire il benessere fisico e stimolare le capacità di adattamento del cane.

2.2 Il benessere del cane: bisogni fondamentali e principali cause di sofferenza.

 – Il benessere fisico e quello psicologico del cane non possono essere separati
– Le esigenze di esercizio, spazio, interazione e stimolazione possono variare nei singoli cani ma l’attenta valutazione di alcuni fattori le rendono in parte prevedibili
– Educare favorisce la tendenza del cane a seguire delle regole di convivenza sociale
– I metodi di addestramento e di educazione dovrebbero essere sempre basati sul principio di premiare i buoni comportamenti e ignorare quelli sgraditi
– Gli strumenti dolorosi o che creano disagio al cane devono assolutamente essere evitati
– I cani hanno soprattutto bisogno di condividere attività con i proprietari e la solitudine, anche se lo spazio disponibile è abbondante, causa sofferenza più di ogni altra privazione.

Il benessere fisico e quello psicologico non possono essere separati: oltre che di nutrimento e di cure sanitarie adeguate, i cani hanno bisogno di stimolazione fisica e ‘mentale’.

Per questo, i cuccioli devono fare esperienze in diverse situazioni, con altri cani e con diversi tipi di persone e da adulti devono avere la possibilità di muoversi, esplorare e socializzare. Le esigenze di esercizio e stimolazione possono essere diverse nei singoli individui e, talvolta, possono essere in parte prevedibili: un cane selezionato per essere molto attivo e reattivo ha generalmente più bisogno di stimoli ed esercizio fisico.

Una stimolazione adeguata non solo soddisfa il fondamentale bisogno di esercizio fisico e mentale dei cani ma costituisce anche la migliore forma di prevenzione per i problemi di comportamento e il miglior strumento per imparare ad adattarsi facilmente nelle diverse situazioni.

  • stimolazione fisica e ‘mentale’ 
  • fare esperienze in diverse situazioni, con altri cani e con diversi tipi di persone e da adulti
  • possibilità di muoversi, esplorare e socializzare 

 Quanto spazio serve a un cane?

Le necessità di spazio dipendono soprattutto dallo stile di vita dei proprietari e dalle attività quotidiane: un cane che viene portato spesso a passeggiare e a giocare può vivere anche in un appartamento relativamente piccolo. Qualunque sia la dimensione dell’abitazione, un cane ha bisogno di un luogo tranquillo dove riposare.

Le esigenze di spazio e la possibilità di trovare un luogo tranquillo, oltre che dalle dimensioni dell’abitazione, dipendono dal numero di persone e cani con cui ciascun individuo deve dividere lo spazio disponibile. La presenza di altri cani o di molte persone nella famiglia influisce quindi sulle esigenze di spazio del cane, per esempio l’introduzione di un cucciolo dove già viveva un altro cane o l’arrivo di un bambino potrebbero far nascere la necessità di avere più spazio; un cane che non ha un luogo tranquillo dove andare a riposare può diventare nervoso e irritabile. D’altra parte, esercizio quotidiano e un luogo di riposo riparato e lontano dal passaggio (corridoi, porte) possono ridurre l’esigenza di spazio.

I cani hanno soprattutto bisogno di condividere attività con i proprietari e la solitudine, anche se lo spazio disponibile è abbondante, causa sofferenza più di ogni altra privazione.

  • un cane ha bisogno di un luogo tranquillo dove riposare
  • dipendono soprattutto dallo stile di vita dei proprietari e dalle attività quotidiane

 

Quanto esercizio serve a un cane?

Non esistono regole precise per quanto riguarda l’esercizio quotidiano, ma in generale, per cani i cani di piccola e piccolissima taglia bastano tre passeggiate di almeno venti minuti al giorno e un’uscita più lunga, per giocare ed esplorare. Per cani attivi e di taglia maggiore può essere necessario un minimo di due ore di esercizio al giorno.

I cani che vivono o hanno libero accesso a un giardino devono essere comunque portati a passeggiare regolarmente, almeno una volta al giorno.

  • Non meno di 3 passeggiate al giorno per almeno 60/120 minuti

 Quanto può essere lasciato solo un cane?

Il cane è un animale sociale e per lui la solitudine non è naturale, soprattutto se si tratta di un cucciolo: per questo i cuccioli non possono essere lasciati solo per più di quattro ore di seguito durante il giorno. I cani adulti sono molto più adattabili, ma un periodo di solitudine continuativo di più di sei-sette ore è comunque causa di sofferenza.

Nonostante il cane sia un animale che si adatta con facilità, l’abitudine a rimanere soli deve avvenire in maniera graduale. Questo vale anche e soprattutto per i cuccioli che fin dal primo giorno di adozione devono essere abituati a restare soli, anche solo per pochi minuti. Anche per questo motivo è utile cominciare da subito a non rispondere a tutte le richieste di attenzione. Una buona strategia è impedire al cucciolo di seguire i proprietari dovunque: una porta chiusa deve essere una condizione normale e accettabile nella quale il cane semplicemente aspetta che il proprietario torni.

  • i cuccioli non possono essere lasciati solo per più di quattro ore di seguito durante il giorno
  • un periodo di solitudine continuativo di più di sei-sette ore è comunque causa di sofferenza
  • l’abitudine a rimanere soli deve avvenire in maniera graduale.

Il benessere dei cani nell’educazione e addestramento

I cani, come i bambini, devono essere educati in modo che possano convivere nella famiglia e nella società e l’educazione deve cominciare fin dal primo giorno in cui vengono accolti in casa.

Gli strumenti principali consistono nel premiare i buoni comportamenti e ignorare, per quanto possibile, quelli sgraditi o che nel futuro potrebbero diventare problematici. Nel caso in cui sia necessario interrompere un comportamento sgradito è importante attuare una sequenza corretta: interrompere il comportamento indesiderato e subito dopo, con una voce bassa e dolce, invitare il cane a mettere in atto un comportamento che sarà premiato. In questo modo viene rafforzata l’autorevolezza del proprietario rendendolo un punto di riferimento per il cane. Bisognerebbe sempre ricordare che quello che viene accettato, o magari anche rinforzato in un cucciolo di pochi mesi (e di pochi chili) potrebbe poi essere difficile da sopportare in un cane adulto. Per esempio i salti o l’eccitazione di un cucciolo irruento potrebbero diventare comportamenti difficili da gestire nel futuro.

Educare e addestrare sono due concetti diversi: l’educazione favorisce la naturale tendenza del cane a seguire le regole dettate dagli adulti mentre l’addestramento lo rende capace di fare cose nuove, particolari e dirette a un fine specifico. Per questo parliamo di educazione pensando all’insegnamento delle regole di convivenza quali aspettare per avere l’attenzione, le carezze, il cibo, i giocattoli, andare al posto quando il proprietario lo chiede, seguire al guinzaglio, tornare al richiamo.

I metodi di addestramento, così come quelli di educazione, dovrebbero essere sempre basati sul principio di premiare i buoni comportamenti e non premiare quelli sgraditi. Tutti i sistemi di  addestramento che implicano dolore fisico o frustrazione devono essere evitati: i cani dovrebbero vedere le sessioni di addestramento come un bel gioco. Per questo motivo è importante scegliere un professionista – educatore cinofilo, istruttore o addestratore – che impieghi metodi e strumenti compatibili con il benessere del cane.

  • l’educazione favorisce la naturale tendenza del cane a seguire le regole dettate dagli adulti
  • l’addestramento lo rende capace di fare cose nuove
  • premiare i buoni comportamenti e ignorare, per quanto possibile, quelli sgraditi

 Gli strumenti impiegati per contenere e addestrare i cani

Ogni strumento che viene usato (collari, pettorine, guinzagli o museruole) deve essere adatto al tipo di cane per taglia, conformazione e temperamento. Gli strumenti dolorosi o che creano disagio devono assolutamente essere evitati. Per questo è sconsigliato usare collari che provochino dolore.

  • Soprattutto nei cuccioli, i collari a strangolo sono assolutamente da evitare.

Anche la museruola può creare disagio, ma in alcune situazioni è indispensabile per prevenire i rischi di aggressione. Il cane deve essere abituato in maniera graduale e piacevole a indossarla, in modo da ridurre al minimo questo fattore di stress. Anche questo strumento deve essere scelto in base alla taglia e alla conformazione del cane, preferendo museruole, come quelle a basket, che permettano di aprire la bocca. I cani disperdono il calore prevalentemente attraverso la respirazione e una museruola ‘a fascia’ stretta sul muso per molti minuti in un ambiente caldo o in situazioni di stress o eccitazione può creare gravi problemi di salute.

  • Tutti gli strumenti non devono causare dolore e disagio
  • Il cane deve essere abituato in maniera graduale e piacevole a indossarli
  • Ogni strumento deve essere scelto in base alla taglia e alla conformazione del cane

2.3 La comunicazione tra l’uomo e il cane: capirsi per evitare gli errori più comuni

 – La comunicazione del cane avviene principalmente attraverso segnali odorosi, sonori e visivi
– I segnali olfattivi sono molto importanti nella comunicazione tra cani
– Abbaio, mugolio, ringhio, ululato sono suoni emessi dai cani con finalità differenti
– I segnali visivi vengono trasmessi principalmente attraverso le posture del corpo e le espressioni
– Conoscere i segnali utilizzati dai cani ci permette di evitare errori di comprensione
– Per non cadere in errore è importante non attribuire emozioni ‘umane’ al cane
– Per comunicare con il cane in maniera efficace dobbiamo emettere segnali coerenti
– I premi se correttamente utilizzati possono rinforzare un comportamento desiderato
– La punizione più efficace consiste nell’ignorare il cane quando manifesta un comportamento sgradito

Come comunica il cane?

La comunicazione sociale è un processo attraverso cui il comportamento di un individuo influenza quello di un altro individuo della stessa specie o di specie differenti. Per comunicare i cani utilizzano tre canali principali: l’olfatto, l’udito e la vista. Ciascuno di questi canali ha caratteristiche peculiari che gli animali sfruttano con diverse finalità.

  • Trasmissione di informazioni da un indivisuo all’altro attraverso un codice
  • Olfatto
  • Udito
  • vista

 La comunicazione olfattiva

La comunicazione olfattiva è caratterizzata da segnali che durano a lungo nel tempo e vengono rilevati a distanze intermedie. Questi segnali offrono inoltre il vantaggio di permanere anche in assenza del soggetto che li emette. I principali segnali olfattivi emessi dai cani sono la marcatura (tramite urine, feci, secrezioni anali), i segnali identificativi individuali (emessi da una grande varietà di secrezioni ghiandolari)  e i feromoni, segnali chimici che vengono percepiti tramite un organo apposito chiamato organo vomero-nasale. Esistono anche dei segnali misti (olfattivi e visivi) quali urinare con la zampa sollevata, marcare con le feci, raspare il terreno con rilascio delle secrezioni delle ghiandole interdigitali (feromoni podali), rotolare sul terreno. I segnali olfattivi sono molto importanti nella comunicazione tra cani e contribuiscono a ridurre l’eventualità di scontri fisici tra due possibili cani rivali.

  •  Mucosa olfattiva del cane150 cmq
  • Durante la passeggiata il cane non compie soltanto esercizio fisico ma anche e soprattutto esercizio mentale, utilizzando l’olfatto
  • Il cane lascia delle tracce odorose che permettono anche in sua assenza una registrazione spaziale e temporale dei suoi spostamenti

La comunicazione olfattiva avviene tramite ferormoni

Ferormoni:

Messaggi chimici (acidi grassi volatili) determinano l’odore sociale del cane e sono secreti da:

  • Gh sebacee (solco intermammario)
  • Gh periorali (mento, labbra, cute del muso)
  • Gh ceruminose (padiglione auricolare)
  • Gh sopra sotto la coda
  • Gh anali
  • Gh podali cuscinetti plantari
  • Liquido amniotico (almeno 3 gg)
  • Saliva
  • Urine
  • Feci
  • Feromoni di adozione
  • Feromoni di appagamento
  • Feromoni di identificazione
  • Feromoni di territorio
  • Feromoni di allarme
  • Feromoni sessuali
La comunicazione acustica

La comunicazione acustica permette di raggiungere soggetti che si trovano a notevole distanza. Nel cane questo tipo di comunicazione è stata esaltata durante la domesticazione e i lupi non abbaiano così frequentemente. Esistono cinque gruppi di suoni base: infantili (guaiti e mugolii), di avvertimento (abbaio, ringhio), di riunione (ululato), di separazione (lamenti) e di appagamento (gemiti, brontolii). Le vocalizzazioni più usate dai cani sono l’abbaio, il mugolio, il ringhio e l’ululato. L’abbaio esprime uno stato di eccitazione e viene utilizzato con scopi differenti: difesa del territorio, segnalazione ed identificazione di un individuo, manifestazioni di aggressività o situazioni di allerta, richiesta di attenzione in situazioni di gioco o in stati di stress. I guaiti ed i mugolii sono tra i primi suoni emessi da un cucciolo. Hanno l’obiettivo di sollecitare l’approccio con i conspecifici. Il cane adulto può mugolare in segno di sottomissione, festeggiamento, quando ricerca sollievo dal dolore o in situazioni di leggera frustrazione. Il ringhio è un avvertimento, un segnale di minaccia (che serve a far mantenere la distanza ed evitare il conflitto). Può esserci un ringhio che accompagna anche il gioco. L’ululato, il cui significato non è stato ancora bene chiarito, si rileva con maggiore frequenza in alcune razze tra cui Husky e Segugi. Il cane, utilizza l’ululato quando si trova isolato e per sollecitare i contatti sociali sia con altri cani che con l’uomo.

Tipi di segnalazione acustica
  • infantili (guaiti e mugolii)
  • di avvertimento, minaccia (abbaio, ringhio),
  • di riunione, di contatto sociale (ululato)
  • di separazione (lamenti)
  • di appagamento, insoddisfazione (gemiti, brontolii)

La comunicazione visiva

La comunicazione visiva è di fondamentale importanza per il cane. È caratterizzata da segnali di breve durata ma immediati e necessita di rapidi tempi di risposta da parte del ricevente. Il principale segnale visivo emesso dai cani è la loro postura determinata dall’insieme della posizione delle diverse parti del corpo (coda, orecchie, testa, arti, apertura della bocca, sollevamento del pelo, ecc.).

Anche nel caso della comunicazione visiva, i cani hanno sviluppato posture che tendono ad evitare gli scontri veri e propri e a fare in modo che questa sia l’ultima possibilità. Alcune tra le posture che mirano ad evitare lo scontro sono: sembrare più piccoli, abbassare il collo e le orecchie, toccare con la zampa, leccare le labbra, distogliere lo sguardo, esporre la regione inguinale, scappare, acquattarsi, sedersi, mettersi in decubito laterale con un arto posteriore sollevato. Esistono poi alcune posture ed espressioni che vengono manifestate anche in condizioni di paura e di stress: immobilizzarsi (freezing), leccarsi le labbra, urinare o defecare e mostrare i denti.

Molte di queste posture ed espressioni sono tipiche del repertorio comportamentale del cucciolo e hanno una funzione di ‘pacificazione’, cioè sono volte a ridurre la potenziale aggressività di un altro soggetto.

Le posture ed espressioni agonistiche tendono invece a far sembrare il cane più grande e più pericoloso di quello che in realtà è: piloerezione (sollevamento del pelo in precise regioni del corpo), portare le orecchie dritte e in avanti, inarcare il dorso, sollevare la parte posteriore, retrarre le labbra e mostrare i denti, prendere in bocca il muso di un altro cane, posizionarsi sopra l’altro cane, allontanare la testa e girare intorno all’avversario con arti irrigiditi, collo e coda inarcati e sollevati. Altri comportamenti che possono rientrare in questo gruppo sono: mantenere un contatto visivo prolungato, atteggiamento di monta, postura a T (il cane si pone perpendicolarmente all’avversario con la testa o il collo che poggiano sulle spalle dell’altro) e attacco diretto all’avversario. Tutte queste posture sono transitorie e specifiche rispetto al contesto. Un cane può mostrare una postura agonistica e poi, in base alla risposta ricevuta dall’interlocutore, passare aduna postura di sottomissione e viceversa. Per questo motivo, se due cani sono liberi, normalmente è meglio non intervenire tra loro anche se notiamo atteggiamenti agonistici. Se invece i cani sono al guinzaglio e non possono essere lasciati liberi, la normale comunicazione può essere ostacolata e quindi in presenza di posture agonistiche è meglio evitare di farli fronteggiare direttamente (vedere il paragrafo ‘Prevenire le liti tra cani’).

La posizione della coda ha un ruolo chiave nella comunicazione dei cane: tenuta sotto la linea del dorso indica sottomissione o comportamenti passivi, portata tra gli arti posteriori estrema sottomissione o paura, sopra la linea del dorso può indicare minaccia, mentre se inarcata sul dorso o tenuta in posizione verticale la minaccia diventa più seria. Anche il modo in cui la coda viene mossa genera segnali differenti: scodinzolare in modo rilassato con la coda sotto la linea del dorso indica intenzioni amichevoli mentre scodinzolare rapidamente con la coda alta e rigida no. Non si conosce ancora perfettamente il significato di questo segnale: è un comportamento complesso che riguarda sia la comunicazione olfattiva (agitando la coda, si diffondono nell’ambiente le secrezioni odorose emesse dalle ghiandole presenti a livello di regione anale e perianale) che visiva (il movimento della coda). È importante ricordare che ci sono posizioni e tipi di portamento della coda che sono particolari di determinate razze e devono essere interpretate conoscendo bene l’aspetto normale della coda: per esempio i cani tipo spitz portano naturalmente la coda alta arrotolata sul dorso.

Una delle posture più caratteristiche dei cani è l’inchino. Quando il cane vuole invitare un altro individuo a giocare, si abbassa sulle zampe anteriori e solleva la parte posteriore facendo appunto un inchino.

Calma
  • Muso e labbra rilassati
  • Orecchie i posizione normale
  • Dorso non incurvato
  • Coda in posizione intermedia

Sottomissione e timore

  • Labbra abbassate
  • Testa ed orecchie abbassate
  • Corpo rannicchiato
  • Coda bassa e tenuta tra le zampe

Aggressività da paura

  • Labbra sollevate con denti visibili
  • Orecchie abbassate
  • Coda molto bassa tra le gambe

Aggressività forte

  • Labbra sollevate
  • Denti molto visibili
  • Naso arricciato
  • Orecchie diritte e rivolte in avanti
  • Pelo eretto sul dorso
  • Coda molto tesa e alta

Non fissate il cane negli occhi e non scappate ma indietreggiate lentamente senza volgere le spalle.

Sottomissione amichevole

  • Muso rilassato con “sorriso”
  • Cane supino con la coda in mezzo alle gambe
  • Leccate al muso dell’altro cane o sul viso dell’uomo
  • Guaiti

Inviti al gioco

  • Solleva e porge la zampa
  • La parte anteriore del corpo è schiacciata a terra
  • La mimica facciale è quella “cane che ride”
  • Si avvicina e scappa
  • Abbaia e guaisce, talvolta accenna al ringhio

Comunicazione tattile

  • Contatti di dominio: zampa sul subordinato
  • Contatti di rassicurazione:

Gli errori nella comunicazione tra uomo e cane

Una comunicazione efficace è fondamentale per stabilire e mantenere una relazione stabile anche tra cane e uomo. Per evitare di interpretare i segnali comunicativi dei cani usando solo parametri che sono propri della comunicazione umana è molto importante che l’uomo impari a riconoscere ed interpretare il significato dei sistemi comunicativi canini. I sistemi sociali del cane e dell’uomo si assomigliano molto e di conseguenza hanno anche un elevato numero di segnali similari. Anche se questo facilita la comunicazione tra uomo e cane, talvolta crea delle incomprensioni perché non sempre un segnale simile ha lo stesso significato nelle due specie. Per citare un esempio, i cani eseguono il ‘grinning’ una smorfia molto particolare che è caratterizzata dal sollevamento delle labbra e dall’esposizione dei denti (come una sorta di sorriso): quando emettono questo segnale noi siamo portati a credere che stiano sorridendo, esprimendo uno stato di felicità, in realtà si tratta di una richiesta di interazione con i proprietari che potrebbe anche esprimere disagio e stress.

Per ridurre la fonte di incomprensioni, spesso all’origine di diversi problemi comportamentali, è molto importante non attribuire emozioni e pensieri umani al cane. L’interpretazione scorretta da parte del proprietario del segnale inviato dal cane crea un errore di comunicazione. La conseguenza di ciò sarà una risposta inappropriata inviata al cane. Per esempio molti comportamenti del cane vengono interpretati come ‘noia’, ‘prese in giro’ o ‘mancanza di rispetto’ – ad esempio sbadigliare se ricevono un comando, avvicinarsi molto lentamente se chiamati, urinare – quando invece sono tentativi di pacificazione o segnali di stress. Perciò è necessario capire la differenza fra comportamento osservato e il suo vero significato evitando di associare ‘intenzioni’ ed ‘emozioni’ a comportamenti del cane che hanno delle loro specifiche finalità. I proprietari sarebbero sorpresi di sapere quante delle posture che loro ritengono di dominanza derivano invece da manifestazioni di sottomissione! Leggere e interpretare correttamente il linguaggio posturale permette di evitare errori nella comunicazione e permette di prevenire l’insorgenza di eventuali comportamenti indesiderati.

Per un’adeguata ed efficace comunicazione tra cane e uomo è indispensabile una certa coerenza e costanza da parte del proprietario sia nei comportamenti che nell’uso delle parole. Anche le parole dell’uomo sono segnali per il cane. Ovviamente l’animale non ne comprende il significato, ma percepisce il tono e il contesto in cui il segnale viene emesso. E’ quindi importante evitare segnali discordanti e utilizzare sempre le stesse parole quando si chiede al cane di fare qualcosa. Se per far stare fermo il cane usiamo ogni volta parole diverse (“resta!”, “stai!”, “fermo!”, “stop!”) creiamo  confusione e il cane non riesce ad associare il suono di quella parola al comportamento richiesto.

Per questo motivo tutti i membri della famiglia devono utilizzare gli stessi segnali comunicativi e rispondere in maniera coerente ai comportamenti dell’animale. Non dimentichiamo che i cani sono abilissimi nell’usare e osservare il linguaggio del corpo nella comunicazione. Noi invece prestiamo poca attenzione al linguaggio del nostro corpo e, inconsapevolmente, possiamo trasmettere segnali incoerenti rendendo inefficace o difficile la comunicazione.

Mantenere la coerenza nelle risposte che inviamo al nostro cane non ci risulta sempre naturale. Ad esempio è usuale concedere al cane di saltarci addosso per farci le feste ma quando indossiamo vestiti eleganti non lo concediamo più. Peggio ancora se il cane salta sul vestito di un ospite che magari non gradisce! Dobbiamo sapere in partenza che se concediamo questo atteggiamento il cane non discriminerà su quali vestiti (e ospiti) gli è concesso saltare. E’ meglio quindi non concedere dei comportamenti a cui non possiamo dare risposte coerenti.

Dal punto di vista del cane, ci sono sostanzialmente due conseguenze che possono seguire un suo comportamento: un rinforzo o una punizione. Il rinforzo rappresenta per l’animale una conseguenza positiva a un suo comportamento e per questo il cane tenderà a ripeterlo con maggior frequenza. Ad esempio se al cane viene dato un biscotto dopo che ha eseguito il comando “seduto!” tenderà a sedersi sempre più spesso nella speranza di ottenere il biscotto. I premi che si possono utilizzare per rinforzare un comportamento dipendono dalle preferenze dell’animale e comprendono cibo, carezze, attenzioni, parole d’approvazione (“bravo!”) e il gioco. In ogni caso è buona norma non eccedere con i premi in cibo, usarli solo durante le prime fasi di educazione e successivamente alternarli con gli altri tipi di rinforzi (le carezze, le gratificazioni vocali, ecc.). Anche nel caso dei premi vale la regola della ‘coerenza’ e bisogna quindi premiare sempre tutti i comportamenti corretti manifestati dal cane!

La punizione costituisce per l’animale una conseguenze negativa ad un suo comportamento e il cane tenderà a non ripetere il comportamento per il quale è stato punito. Perché la punizione sia efficace, dovrebbe essere presente ogni volta in cui si manifesta il comportamento che si vuole punire.

Le punizioni che si possono utilizzare sono punizioni vocali con tono di voce deciso (un “NO!” secco) o ignorare completamente il cane. Le punizioni fisiche (come minacce con la scopa, con il giornale o con le mani) devono invece essere evitate perché in certe situazioni possono peggiorare il comportamento del cane. Ad esempio, un cane spaventato a seguito di una punizione fisica potrebbe reagire in maniera aggressiva. Inoltre, le punizioni e i rinforzi, per essere efficaci, devono essere contemporanei o immediatamente successivi (massimo 2-3 secondi) al comportamento manifestato dal cane. Nella maggior parte dei casi non siamo però in grado di somministrare in maniera corretta le punizioni e per questo motivo è molto meglio ignorare il cane quando manifesta un comportamento inappropriato. Ignorare il cane significa non guardarlo, non toccarlo e non parlargli.

Quando non è possibile ignorare il cane (ad esempio in caso di abbai eccessivi in appartamento), si può distrarlo con un rumore che attiri la sua attenzione. È molto importante dopo aver ignorato o distratto il cane dargli sempre un comportamento alternativo corretto da mettere in atto: ad esempio chiedergli di mettersi seduto e premiarlo.

Dopo aver esaminato le regole generali per favorire comportamenti corretti nei nostri cani è utile citare gli errori più comuni nell’utilizzo di premi e punizioni.

Uno degli errori più frequenti consiste nel punire il cane al rientro a casa quando si trovano danni, feci e urine. Il cane in questo caso non è in grado di associare la punizione data dal proprietario al comportamento errato che ha messo in atto molto tempo prima.

Una delle punizioni più usate, e data nel momento sbagliato (cioè quando l’animale non sta mettendo in atto il comportamento inappropriato), è quella di mettere il muso del cane nella sua pipì allo scopo di fargli capire che in quel luogo non deve sporcare. In questi casi è invece opportuno premiarlo quando sporca nel luogo appropriato.

Quando un cane abbaia insistentemente o infastidisce il proprietario, si utilizza del cibo o un gioco sperando che il cane smetta. In realtà stiamo premiando e quindi rinforzando questo comportamento.

Dopo aver chiamato ripetutamente ed inutilmente il cane, è molto comune punirlo nel momento stesso in cui torna verso il proprietario e fa quindi la cosa giusta. In questo caso la punizione viene associata al comportamento corretto (tornare dal proprietario), anziché a quello scorretto (non rispondere al richiamo).

  • Abbracciare: per l’uomo ha significato affettivo, per il cane è una prova di forza
  • Appoggiarsi un con l’altro: per l’uomo ha significato di sostegno, di ricerca d’affetto, per il cane è un atteggiamento asservito
  • Guardarsi negli occhi: negli uomini è un segno di sicurezza, onestà, per il cane è un gesto di sfida
  • Farsi saltare addosso: è un gesto che porta il cane a pensare di avere un ruolo importante all’interno del branco
  • Avvicinarsi ad un cane in linea retta: atteggiamento di sfida, può scatenare reazioni di attacco-difesa
  • Porsi di fronte ad un cane con le spalle perpendicolari a lui: atteggiamento di sfida, può scatenare reazioni di attacco-difesa o superiorità, può mettere a disagio il cane
  • Le posizioni rialzate sono di pertinenza dei leader del branco
  • Dare cibo dal tavolo o in contemporanea al nostro pasto: è il subordinato che mangia dopo che ha mangiato il capobranco
  • Cedere ad ogni richiesta di gioco o contatti: è il leader che ha la possibilità di scegliere quando e come iniziare i contatti

Approcci con un cane

  • Distogliere lo sguardo
  • Girare la testa
  • Girare il corpo
  • Immobilizzarsi
  • Muoversi lentamente
  • Abbassarsi
  • Traiettoria semicircolare

Pratica di approccio: Il proprietario si avvicina a noi con il cane tenuto a guinzaglio

  1. Ci abbassiamo offrendo il fianco e distogliendo lo sguardo
  2. Quando il cane si avvicina e si dimostra disponibile ci alziamo con movimenti lenti

Primo: saper Osservare

  • Postura
  • Respiro
  • Volto
  • Bocca
  • Coda
  • Distanze
  • Direzione del corpo
  • Traiettoria
  • Tipo di movimento
  • Segnali di calma

Le distanze:

  1. Pubblica
  2. Sociale
  3. Individuale
  4. Intima
  5. Branco

Pubblica:
è quella zona che possiamo osservare in due cani che incrociandosi per strada curvano per mantenere grande la distanza tre loro e senza annusarsi, ne garbarsi, si allontanano nuovamente
Sociale::
è quella zona tra cani che si conoscono bene, si avvicinano l’un l’altro, si annusano e poi si allontanano tra loro. Il momento è molto delicato,  lasciare che i cani si annusino. Spesso si allontanano spontaneamente. In questa zona il contatto uomo-cane deve avvenire rispettosamente, questo indica al cane che può darci fiducia. L cane riconosce ogni nostra espressione del volto e dei movimenti
Individuale:
è quella zona che si concede agli amici. E’ usata per il gioco
Intima:
è la zona del contatto. A questa distanza il cane è in grado di ascoltare il nostro respiro

Per ottenere fiducia necessaria ad occupare questa zona da parte del cane è necessaria grande delicatezza, sensibilità ed empatia da parte nostra. Se tentiamo di conquistarla con pacche e carezze energiche, abbracci o parole dolci sussurrate muso a muso, otterremo molto probabilmente n rifiuto o, se il cane è estraneo, un morso. Attenzione a questo atteggiamento dei bambini. indietro2


 


PARTE TERZA

 INFORMAZIONE E PREVENZIONE

3.1 Credenze errate, inesatte o pericolose: sfatiamo i miti sui cani

– Il comportamento del cane è frutto di una combinazione di fattori e alcuni di questi fattori
possono non dipendere da come il cane viene educato e gestito dal proprietario
– Non sempre un cane è aggressivo perché il suo proprietario non è un leader
– La castrazione può aiutare nella gestione di cani che hanno atteggiamenti problematici legati al
comportamento sessuale ma non è la terapia di elezione nei casi di aggressività
– Nessun cane, nemmeno il più docile e mansueto, può diventare una ‘tata a quattro zampe’

Il cane è un animale talmente diffuso e popolare che non mancano aneddoti, credenze e miti sul suo comportamento. Alcune di queste credenze sono perlomeno inesatte e talvolta creano situazioni pericolose. Diffidate dei miti!

 Non è vero che non esistono cattivi cani ma solo cattivi proprietari

Il luogo comune ‘non esistono cattivi cani ma solo cattivi proprietari’ può indurre molti proprietari a sentirsi incapaci e inadeguati nel gestire e educare il loro cane. Il rischio è che le persone provino imbarazzo o addirittura vergogna nel chiedere aiuto se il loro cane ha comportamenti problematici, o applichino consigli come ‘cercare di essere un leader’ a situazioni che invece richiederebbero un intervento diverso.

Ci possono essere diversi esempi di come comportamenti problematici dei cani non dipendano dal modo in cui vengono gestiti dal proprietario. Per esempio se il cane ha passato il primo periodo della sua vita in un ambiente inadatto, senza i necessari stimoli e senza aver potuto socializzare con diversi tipi di persone. Non solo l’insufficiente stimolazione ma anche gli eccessi di stimolazioni precoci possono essere dannosi. Per esempio cuccioli che hanno passato i primi mesi di vita in un ambiente stressante, con troppo rumore, sottoposti a manipolazioni traumatiche, possono diventare adulti instabili che si spaventano facilmente o reagiscono in maniera eccessiva in tante situazioni.

Eventi traumatici precoci come malattie, incidenti o il distacco precoce dalla madre e dalla cucciolata possono influire sul normale sviluppo del carattere del cane.

Cuccioli nati da madri con un comportamento problematico, troppo timide o aggressive, possono sviluppare precocemente reazioni di paura nei confronti degli estranei. Di questo non è responsabile chi adotta il cucciolo, ma piuttosto chi fa riprodurre animali instabili, paurosi o eccessivamente reattivi.

Il dolore fisico e, in generale lo stato di salute, sono altri fattori che influenzano le reazioni del cane.

Non sempre è semplice capire se un animale ha dolore e non bisogna sottovalutare mai la possibilità che il nostro cane sia in una situazione di disagio che lo rende più nervoso, reattivo e difensivo. In questi casi non è la gestione da parte del proprietario il problema, ma le condizioni di sofferenza del cane. Dermatiti e otiti, per esempio, sono malattie comuni che possono influire sull’umore in maniera anche determinante. Le malattie ortopediche che causano dolore come artriti e artrosi, possono aumentare la tendenza del cane a reagire aggressivamente se viene toccato. Alcuni tipi di malattie, tra cui quelle ormonali e neurologiche, possono influire sul comportamento anche in assenza di manifestazioni evidenti di dolore. Prima di ogni altra cosa, è bene quindi accertarsi che non ci siano problemi fisici rivolgendovi al vostro veterinario di fiducia.

Non tutti i cani sono uguali, e informarsi sulle caratteristiche fisiche e comportamentali del tipo di cane che si vuole adottare è importante per capire se possiamo far fronte ai suoi bisogni. Alcuni cani sono maggiormente impegnativi di altri in termini di necessità di stimolazione, esercizio, cura e gestione in generale. Il dovere di un proprietario responsabile è di informarsi non solo sulle esigenze fisiche ma anche sulle caratteristiche comportamentali del cane che vuole adottare.

Abbiamo elencato alcuni fattori importanti che influiscono sul comportamento e non dipendono da come il cane viene educato: la socializzazione precoce, le esperienze precoci, l’influenza del comportamento della madre, il benessere fisico. Vi è un altro fattore che non dipende da come il cane viene educato: le sue caratteristiche genetiche. Alcune caratteristiche comportamentali vengono selezionate di proposito e nonostante sia vietata ‘qualsiasi operazione di selezione o incrocio di cani allo scopo di svilupparne l’aggressività’ (Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione del cani), questo fattore può esistere e deve essere preso in considerazione quando si sceglie un cane. In generale ricordate che cuccioli nati da genitori tranquilli e socievoli e cresciuti in un ambiente stimolante e vario diventeranno più facilmente adulti equilibrati.

Il comportamento del cane è frutto di una combinazione di fattori e alcuni di questi fattori possono non dipendere da come il cane viene educato e gestito. Per questo non dovete esitare a chiedere aiuto e, soprattutto, non dovete sentirvi colpevoli se il vostro cane non si comporta bene: affrontate il problema rivolgendovi immediatamente al vostro veterinario di fiducia.

 Aggressività e dominanza non sono la stessa cosa

Molto spesso si sente dire, o si legge, che se un cane è aggressivo, per esempio ringhia o morde persone della famiglia, è perché il suo proprietario non è un leader.

L’aggressività è una condizione complessa e applicare il principio del leader, o capobranco, a tutte le situazioni nelle quali il cane è aggressivo rischia di sottovalutare l’importanza di altri fattori che nulla c’entrano con la dominanza. La paura, lo stress e il disagio fisico sono importanti per spiegare moltissime reazioni dei nostri cani e quando l’aggressività è un modo di difendersi o un sintomo di ansia trattare il cane in maniera rigida, sgridarlo o punirlo può peggiorare la situazione. Un cane pauroso ha bisogno di essere protetto mentre un cane sofferente ha bisogno di essere curato. Se il vostro cane è aggressivo non applicate indiscriminatamente il principio del leader: rivolgetevi al vostro veterinario di fiducia.

 Non è sempre vero che la castrazione nel cane maschio diminuisce l’aggressività

I cani maschi possono avere maggiore tendenza a ingaggiare liti con altri maschi e sembra che abbiano una maggiore tendenza a dimostrare aggressività per mantenere il possesso di oggetti e cibo. Queste osservazioni non valgono però per tutti i cani perché nei soggetti docili e tranquilli la differenza tra maschi e femmine è minima. La castrazione può aiutare la gestione di cani che hanno atteggiamenti problematici legati in particolare al comportamento sessuale come tendenza insistente a montare, a marcare con urina e a ingaggiare liti con altri maschi ma non costituisce necessariamente una soluzione se il cane è aggressivo. La castrazione del maschio, così come la sterilizzazione nella femmina, è un atto medico che può essere finalizzato a prevenire accoppiamenti indesiderati o a curare problemi di salute del cane legati all’apparato riproduttivo. Se la castrazione è finalizzata a curare problemi di comportamento del cane, la decisione spetta ad un veterinario competente in Medicina Comportamentale che valuterà il comportamento del cane e vantaggi e svantaggi dell’intervento in ogni singolo caso.

 Non è vero che ci sono cani particolarmente adatti ai i bambini

Molti studi hanno dimostrato che la presenza di un cane in famiglia influisce positivamente sullo sviluppo dei bambini, ma la credenza che ci siano cani che possono essere tranquillamente lasciati con i bambini come se fossero ‘tate a quattro zampe’ è falsa e pericolosa. I bambini possono essere imprevedibili e non riescono a interpretare i segnali di avvertimento del cane, trattenendolo quando vuole allontanarsi o, peggio, facendogli del male. Ci sono poi situazioni nelle quali qualsiasi cane può essere più irritabile, per esempio se non sta bene o è spaventato o particolarmente eccitato.

Cani e bambini non devono mai essere lasciati soli e questo vale per tutti i bambini e per tutti cani, anche quelli più docili e mansueti. I bambini piccoli vanno supervisionati in maniera attiva per evitare che un gesto repentino e imprevedibile del bambino possa spaventare o far male al cane innescando possibili reazioni aggressive di difesa. I cani in famiglia sono un elemento importante per la crescita dei nostri figli, ma la mediazione e la supervisione dell’adulto non devono mai venire meno. I bambini, a loro volta, devono essere educati al rapporto con gli animali.

 

3.2 Campanelli di allarme: quando preoccuparsi e cosa fare

– Incidenti causati da cani con lesioni gravi o addirittura morte di persone sono rarissimi
– I casi di aggressività pericolosa sono comunemente preceduti da ‘campanelli d’allarme’ che per qualche ragione non sono stati colti o interpretati nella giusta maniera
– Un ringhio deve essere preso in considerazione in maniera seria a meno che non si manifesti in contesti inequivocabili di gioco
– Un comportamento minaccioso verso le persone e gli altri animali deve costituire un campanello di allarme
– Tutti i casi in cui il cane manifesta paura eccessiva, sofferenza o sovreccitazione devono essere valutati con attenzione

Il rapporto con un animale costituisce un grande valore per l’essere umano e i cani sono tra gli animali con cui il rapporto di convivenza esiste da più lungo tempo.

Fenomeni di lesioni gravi o addirittura di morte causati da cani sono rarissimi e proprio per questo costituiscono quasi sempre una notizia da prima pagina. E’ importante inoltre sottolineare che la maggioranza di questi rari eventi non è affatto immotivata o imprevedibile. Gli eventi imprevedibili che accadono perché il cane è improvvisamente ‘impazzito’ sono rarissimi!

Come abbiamo già visto nelle sezioni precedenti, il modo migliore di prevenire ed evitare problemi nella convivenza con i nostri cani si basa su principi semplici e di buon senso. Scegliendo la tipologia di cane più adatta all’ambiente in cui viviamo, preoccupandosi di dare al cane un’educazione adeguata e di soddisfare i suoi bisogni fondamentali di socializzare e fare esercizio quotidiano, non si dovrebbero correre particolari rischi. Inoltre, un proprietario attento conosce il carattere del proprio cane e può quindi prevedere (e quindi prevenire) le situazioni in cui l’istinto predatorio, territoriale o la paura potrebbero prevalere e dar luogo a comportamenti pericolosi per le persone o per altri cani.

Questi concetti generali sono utili per la prevenzione ma ci sono segnali, campanelli di allarme, che è bene non sottovalutare. Quasi sempre, infatti i fenomeni di aggressività pericolosa sono preceduti da ‘campanelli d’allarme’ che per qualche ragione non sono stati colti o interpretati nella giusta maniera.

 Interpretare un ringhio

Il ringhio può essere una minaccia, far parte di una sequenza aggressiva e preludere al morso e per questo ogni ringhio deve essere preso in considerazione in maniera molto seria.

In casa, sia con famigliari che con estranei non ci dovrebbero essere dei ringhi se non in condizioni di gioco. Durante il gioco i cani possono ringhiare, m insieme a questo, tutti gli altri segnali che il loro corpo emette e il contesto (di gioco) ci dicono che non c’è da preoccuparsi, come illustrato nella parte riguardante la comunicazione. Usate le informazioni che avete ottenuto in questo corso per capire se è davvero un gioco. Nel dubbio chiedete sempre al vostro veterinario.

 Comportamento durante le passeggiate

Quando si sta passeggiando, dobbiamo essere attenti a quei casi in cui il nostro cane abbaia minacciosamente, ringhia o addirittura si lancia verso altri cani o persone con atteggiamento minaccioso.

A volte i cani si slanciano verso altri cani per eccitazione e allo stesso modo possono essere eccessivamente irruenti con i passanti, ma un comportamento minaccioso verso le persone deve,costituire un campanello di allarme: chiedete aiuto al vostro veterinario.

 La paura è cattiva consigliera

Tutti i casi di paura eccessiva, specialmente se apparentemente immotivata, e soprattutto quando in relazione a bambini, devono richiedere attenzione. In una condizione di paura ci possono essere reazioni difensive eccessive e talvolta pericolose. Se il vostro cane tende a spaventarsi facilmente, anche in situazioni normali e quotidiane, non sottovalutate questo campanello di allarme e chiedete aiuto al vostro veterinario.

 Troppa vivacità

Agitazione continua ed eccitazione possono portare a reazioni eccessive e talvolta pericolose. Saltare addosso insistentemente, tentare di divincolarsi o afferrare continuamente con la bocca possono essere motivo di preoccupazione. Ricordate che una opposizione energica del cane ai necessari tentativi di controllo da parte del proprietario è un comportamento che non deve essere sottovalutato: un cane può essere allegro e vivace senza destare nessuna preoccupazione né opporsi attivamente se il proprietario lo trattiene. Se avete la percezione di non avere controllo delle reazioni del vostro cane, soprattutto se di grossa taglia, sappiate che questo è un campanello di allarme e dovete intervenire.

 I problemi di salute rendono irritabili

Gli stati di malattia, la vecchiaia e le condizioni fisiche che procurano dolore possono alterare l’umore e il comportamento del vostro cane. Un animale con problemi di salute può diventare irritabile oppure semplicemente avere timore di provare dolore se toccato e di conseguenza difendersi. Se un cane anziano o che soffre di qualche problema fisico dovesse ringhiare quando viene avvicinato o toccato chiedete subito aiuto al vostro veterinario.

Il dolore fisico e la fragilità dovuta all’età o a qualche tipo di deficit (sordità, cecità, difficoltà a muoversi) possono aumentare il rischio di risposte aggressive di auto-difesa. Per questa ragione, ogni reazione aggressiva da parte di un cane anziano o malato, anche solo limitata al ringhio, deve essere seriamente presa in considerazione.

 3.3 La convivenza cani e bambini: consigli per le famiglie

La convivenza tra cani e bambini è una preziosa opportunità che va però gestita correttamente
– Il bambino ha un rapporto differente con il cane a seconda delle età
– Non lasciate mai il cane da solo con un bambino
– L’educazione del bambino al corretto rapporto con il cane e la supervisione degli adulti è indispensabile
– L’arrivo di un neonato rappresenta una modificazione per il cane e possiamo aiutarlo ad adattarsi serenamente con semplici strategie

La convivenza tra cani e bambini, se gestita correttamente, è una preziosa opportunità. I cani, oltre a diventare compagni di giochi, obbligano il bambino ad imparare le caratteristiche di diversità degli animali e lo abituano a un rapporto e ad una comunicazione soprattutto corporei (carezza, contatto, olfatto, calore, movimento).

Il rapporto del bambino col cane è differente a seconda delle età. Da uno a tre anni il bimbo prova un forte interesse per tutto ciò che si muove, ma è totalmente incapace di gestire l’interazione con il cane. Non riconosce alcun segnale emesso dall’animale, neppure i più evidenti, e non si rende conto di stringere troppo, graffiare, strappare il pelo di un essere che può spaventarsi e sentire dolore.

L’incapacità di capire se il cane ha paura o è aggressivo persiste fino a circa 6 anni di età e il bimbo potrebbe trattenere il cane contro la sua volontà o avvicinarsi nonostante l’animale emetta segnali di minaccia. Durante tutto questo periodo è quindi indispensabile che persone adulte supervisionino in ogni momento e in maniera attiva l’interazione tra bambino e cane.

Tra il settimo e l’ottavo anno di vita il bambino vede nel cane un amico e un compagno alla pari mentre successivamente è in grado di capire che l’animale è diverso da lui. Durante questo periodo è importante l’educazione al corretto rapporto con il cane e la presenza degli adulti è ancora indispensabile: il bambino può comunque interpretare male alcuni segnali del cane o esagerare nel gioco e nella lotta, essere troppo irruente o non accorgersi di un disagio dell’animale.

 Le regole per una serena convivenza tra bambini e cani

Ci sono alcune regole generali da seguire per favorire una corretta relazione tra bambini e cani. La prima e la più importante di queste regole è di non lasciare mai il cane da solo con un bambino,

anche dopo aver insegnato e ribadito al bambino come comportarsi. I bambini non sono in grado di concentrare l’attenzione su più cose contemporaneamente e possono involontariamente provocare disturbo al cane. Per esempio, se il bimbo sta giocando può non accorgersi che il cane è presente e calpestarlo, fargli cadere un oggetto addosso o altri comportamenti per cui il cane potrebbe avere reazioni di intolleranza.

Qualsiasi segnale negativo verso il bambino è preoccupante (fughe del cane all’arrivo del bimbo, tentativi di sottrarsi, ringhi, possessività su oggetti o sul cibo) e ricordate che un ringhio rappresenta una aggressione anche se la fase di morso è assente.

In generale non siate troppo apprensivi: la risonanza mediatica tende a sopravvalutare il pericolo, a fronte di un limitato numero di episodi veramente incresciosi.

Un’altra regola importante è fare in modo di proteggere il cane da eventi imprevedibili e stressanti legati alla presenza del bambino. State particolarmente attenti che il bambino non arrivi all’improvviso addosso all’animale mentre questi non se lo aspetta perché per il cane è molto stressante.

I cani, se eccessivamente infastiditi da bambini invadenti, possono allontanarsi o far allontanare il bambino; per loro equivale a insegnare al cucciolo come comportarsi. Se il cane tende ad allontanarsi i rischi sono minori ma bisogna assicurarsi che ne abbia la possibilità, garantendogli un posto sicuro e tranquillo per il riposo. Se un cane tende a ringhiare per mandare via il bambino è più preoccupante. E’ necessario interrompere il contatto tra il cane e il bambino, e successivamente prestare maggior attenzione e educare entrambi a stare insieme, premiando gli atteggiamenti tranquilli.

In attesa del lieto evento: cosa fare in gravidanza

La nascita di un figlio in una famiglia dove è presente un cane è un evento che va preparato con alcuni accorgimenti che eviteranno disagi futuri. Innanzitutto è doveroso accertarsi che il comportamento del cane sia normale e affrontare preventivamente gli eventuali problemi comportamentali. In particolare è necessario assicurasi che il cane non manifesti intolleranza al contatto fisico e possessività eccessiva nei confronti degli oggetti. Fate controllare dal veterinario lo stato di salute dell’animale e ricordate che se un animale è sano non ci sono motivi igienici per evitare uno stretto contatto con un bambino. Infine, educare il cane alla condotta al guinzaglio può essere molto utile per passeggiare con il cane e la carrozzina senza rischi.

 L’arrivo in casa del neonato

L’arrivo in casa di un neonato rappresenta una modificazione del gruppo sociale anche per il cane e dobbiamo quindi aiutarlo ad adattarsi serenamente. Se prevediamo di modificare l’organizzazione della casa (per esempio chiudere una stanza che normalmente era aperta) è bene cominciare a farlo prima dell’arrivo del bambino per abituare il cane ed evitare che associ cambiamenti sgradevoli all’arrivo del neonato. Entrando in casa salutate il cane come d’abitudine tenendo in braccio il neonato e permettete al cane di fiutare il bambino rimanendo tranquillo. Se il cane è molto agitato chiedetegli di assumere una posizione di autocontrollo (“seduto!”) prima di salutarlo e permettergli di esplorare il bambino. In generale seguite questa regola: durante l’accudimento del bambino permettete al cane di rimanere e aumentate le interazioni positive con il cane quando il bambino è presente nella stanza. Questo porta a rafforzare la relazione e il cane vedrà il bambino in modo positivo.

Vigilate che il cane non sia eccitato quando sente piangere il bambino: questo può essere un segnale di pericolo. Se il cane è incuriosito dai vagiti, tenendo il bambino in braccio date attenzione al cane impegnandolo in qualche attività (gioco, passeggiata), in modo che si abitui al suono del pianto come ad un normale rumore della casa.

 Il bimbo inizia a gattonare

Controllate che il cane non si allontani all’avvicinarsi del bambino: il cane dovrebbe rimanere rilassato anche se il bambino lo tocca. Rimanete con il cane e premiatelo con la voce e con un bocconcino ogni volta che rimane rilassato mentre il bambino si muove. In questo modo il movimento del bambino diventa un segnale positivo per il cane.

Vigilate che il cane non sia attratto in modo eccitato dal movimento del bambino; saltargli addosso, mordicchiarlo sulla testa o sulla schiena, inseguirlo, fargli agguati sono segnali preoccupanti.

 Il bimbo interagisce con l’animale

In generale seguite questa regola: non allontanate mai il cane quando il bambino gioca con lui, anche in modo un po’ pesante o con oggetti rumorosi e premiate l’atteggiamento tranquillo del cane mentre il bambino lo tocca o gli gioca intorno. In questo modo per il cane questi movimenti (anche un po’ fastidiosi) diventeranno segnali positivi.

Gradualmente insegnate al bambino a rispettare il cane mentre dorme o riposa, in particolare se il cane è nella cuccia, mentre mangia e mentre interagisce con altri animali. indietro2


 


PARTE QUARTA

LEGISLAZIONE E FIGURE DI RIFERIMENTO 

4.1 Gli obblighi di legge del buon proprietario: cani e proprietari buoni cittadini

– Un buon proprietario ricorda sempre che non tutti amano i cani e rispetta le esigenze altrui
– Adottare un cane implica occuparsi del suo benessere e salvaguardare la serena convivenza tra cane e uomo
– Alcuni doveri dei proprietari sono sanciti da leggi internazionali, nazionali, regionali e comunali
– E’ scorretto attribuire sempre e solo ad una cattiva gestione la causa dei problemi
comportamentali
– E’ importante saper distinguere il comportamento indesiderato da quello patologico
– Il Medico Veterinario è nella posizione ottimale per fare la diagnosi e ha la responsabilità della cura del paziente malato
– La collaborazione tra i diversi professionisti ed il riconoscimento dei limiti di ciascuna professione rappresentano la combinazione vincente per il proprietario e il cane

I doveri del buon proprietario 

Chiunque adotti un cane decide di assumersi la responsabilità del benessere di un animale e quindi acquisisce una serie di ‘doveri’ di natura sia legale che morale nei confronti del cane, ma anche nei confronti degli altri cittadini.

Un buon proprietario ricorda sempre che non tutti amano i cani e rispetta le esigenze e i punti di vista degli altri. Per questo evita che il suo cane disturbi abbaiando o in qualsiasi altro modo, raccoglie le deiezioni, e se necessario, fa in modo di allontanarlo quando incrocia altre persone, magari scendendo temporaneamente dal marciapiede o facendosi da parte.

Oltre agli obblighi di legge che verranno elencati nel paragrafo seguente, alcuni doveri riguardano la tutela del benessere dell’animale (vedi la sezione benessere del cane) e la promozione e salvaguardia di una serena convivenza tra cane e uomo. In realtà, questi doveri sono già stati discussi nei diversi paragrafi di questo volume ma ci pare opportuno elencarli in un paragrafo apposito.

  1. Iscrivere il cane all’anagrafe canina.
  2. Rispettare le cinque libertà fondamentali degli animali. Ogni animale allevato dall’uomo ha infatti diritto a queste libertà: libertà dalla sete, dalla fame e dalla malnutrizione, libertà dal disagio termico e fisico, libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie, libertà dalla paura e dallo stress, libertà di mettere in atto la maggior parte dei comportamenti normali per la specie.
  3. Educare il cane fin dal primo giorno del suo arrivo a casa basandosi soprattutto sul principio di premiare i buoni comportamenti: un cane educato è un cane felice.
  4. Fare in modo che il cane faccia l’esercizio necessario tutti i giorni.
  5. Il cane ha bisogno di giocare col proprietario e con altri cani: fare in modo che questo bisogno venga soddisfatto senza che ciò disturbi o spaventi altri cani o persone.
  6. Avere il controllo del cane in ogni momento e circostanza.
  7. Non lasciare mai per nessuna ragione un cane incustodito con bambini.
  8. Ricordare che qualsiasi danno il cane procuri il proprietario è responsabile da tutti i punti di vista: considerare l’opportunità di fare una assicurazione.
  9. Fare in modo che il cane venga regolarmente visitato dal veterinario e faccia una adeguata profilassi vaccinale e antiparassitaria.

10.  Prendere i provvedimenti necessari ad evitare cucciolate indesiderate.

Obblighi di legge del buon proprietario

Alcuni dei doveri basilari dei proprietari sono sanciti da leggi, decreti, regolamenti e ordinanze che regolamentano il corretto comportamento in ambito internazionale, nazionale, regionale o comunale.

 In Italia

Il proprietario, o il detentore anche temporaneo, è tenuto a far identificare e iscrivere il proprio cane all’anagrafe canina regionale, in conformità alle disposizioni adottate dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano. Il proprietario è inoltre tenuto a comunicare il decesso del cane ed eventuali trasferimenti, cambi di indirizzo e recapiti.

Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione del suo animale e risponde civilmente e penalmente dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocate dal proprio animale.

Nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, ad esclusione delle aree per i cani individuate dai comuni, i cani devono essere condotti con un guinzaglio di lunghezza non superiore a un metro e mezzo e i detentori devono avere al seguito la museruola da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta delle autorità competenti. Nei locali pubblici o sui mezzi di trasporto pubblico devono avere sia guinzaglio che museruola.

Su tutto il territorio nazionale, la legge vieta di sottoporre il cane a interventi chirurgici destinati a modificarne la morfologia (taglio delle orecchie, della coda e recisione delle corde vocali) se non per scopi curativi, certificati da un medico veterinario. Il taglio della coda è, per il momento, permesso solo per i cani appartenenti alle razze riconosciute dalla F.C.I. in cui la caudotomia è prevista dallo standard.

Coloro che conducono cani sul suolo pubblico o ad uso pubblico devono dotarsi di apposita attrezzatura, sacchetti o palette, per l’immediata rimozione delle feci.

Infine, ma non meno importante, è fatto divieto di maltrattare gli animali e di impiegarli in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate, nonché l’addestramento dei cani ai fini di esaltarne l’aggressività,

 In città

In materia di prevenzione del randagismo e tutela animali d’affezione sono in vigore leggi Regionali, regolamenti comunali, regolamenti di Polizia Urbana e regolamenti condominiali che hanno valenza locale.

 In viaggio e all’estero

Prima di organizzare e affrontare un viaggio o una vacanza con il proprio animale in Italia o all’estero è importante informarsi sulle normative nazionali e internazionali in materia di trasporto ed espatrio (passaporto). Al fine di evitare spiacevoli disguidi, è necessario informarsi anche sui regolamenti per il trasporto dei cani delle compagnie di trasporto (aeree, navali e ferroviarie) e sulla recettività per gli animali in case, alberghi, campeggi e spiagge.

Ricordarsi che anche il trasporto in auto dei cani è regolamentato dal Codice della Strada: se si ha più di un animale è necessario avere apposita gabbia o contenitore idoneo, o sistemarli nel vano posteriore al posto di guida separato con un divisorio idoneo e autorizzato.

 Riferimenti di legge
Codice Civile: Art. 2052 – Danno cagionato da animali
Codice Penale: Art.672 – Omessa custodia e malgoverno di animali
Codice Penale: Art. 544 bis – Uccisione di animali
Codice Penale: Art. 544 ter – Maltrattamento di animali

Regolamento di polizia veterinaria n. 320 1954

Legge 281/1991 – Legge quadro in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo
Legge 189/2004 – Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonchè di impiego degli stessi i combattimenti clandestini e competizioni non autorizzate
Regolamento CE n.998/2003 – Passaporto Europeo
Codice della Strada – Art. 169

Ordinanza contingibile e urgente concernente misure per l’identificazione e la registrazione della popolazione canina – 06/08/2008

Ordinanza contingibile e urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani – 03/03/2009

 

4.2 Informazione sulle figure di riferimento: a chi rivolgersi per avere informazioni corrette e aiuto in caso di problemi

Sfortunatamente, quando si parla di comportamento del cane, le figure coinvolte sono sempre troppe e con poche o nessuna regola che ne disciplini l’attività e la competenza professionale.

Questo ovviamente va a scapito sia dei proprietari sia degli animali.

 Cos’e’ la Medicina Comportamentale Veterinaria?

La Medicina Comportamentale è una disciplina specialistica della Medicina Veterinaria che prende in considerazione le caratteristiche comportamentali del paziente, il rapporto tra animale e proprietario, le procedure di diagnosi e trattamento dei disturbi comportamentali.

La Medicina Comportamentale Veterinaria è una disciplina relativamente recente, spesso paragonata all’addestramento o all’obbedienza, ma è importante sottolineare che, sebbene la gestione dell’animale possa giocare un ruolo sia nell’insorgenza che nella risoluzione dei problemi comportamentali, è scorretto attribuire solamente ad una cattiva gestione la causa principale dei problemi comportamentali. Infatti, un comportamento inadeguato/indesiderabile è diverso da un comportamento patologico, ‘non normale’. La maggior parte degli animali con disturbi comportamentali non sempre sono gestiti in modo inadeguato, ma sono ‘anormali’ perché affetti da un disturbo comportamentale. La conseguenza di ciò è che non solo non ci si può aspettare risposte ‘normali’ da soggetti che non lo sono, ma anche che è estremamente pericoloso impostare un qualsiasi trattamento ignorando tale presupposto.

L’importanza della distinzione tra normale e patologico

L’aspetto più importante è quindi la distinzione tra comportamento normale e comportamento patologico. In un soggetto normale, infatti, il problema è puramente gestionale. In quest’ultimo caso la situazione può essere affrontata da un educatore adeguatamente preparato attraverso una corretta educazione sia del cane sia del proprietario. E’ infatti importante che l’educatore sia in grado di leggere ed interpretare quelli che sono i segnali di comunicazione tra cane e proprietario, cercando così di stabilire, nel binomio cane e proprietario, una comunicazione efficace e priva di fraintendimenti.

In un soggetto patologico, come detto precedentemente, non ci si può aspettare delle risposte normali ed è pertanto necessario innanzitutto effettuare una diagnosi del disturbo presentato dal  paziente. In questo caso, oltre all’eventuale educazione del proprietario, va anche impostata una terapia che includa un protocollo di modificazione comportamentale in relazione alla diagnosi del problema, affiancato, quando necessario, da un supporto farmacologico. Il Medico Veterinario competente in Medicina Comportamentale Veterinaria è la figura di riferimento in questo caso.

 Perché il Medico Veterinario competente in Medicina Comportamentale?

La ragione fondamentale è che il Medico Veterinario è appunto un medico e ha la responsabilità della cura del paziente malato. Il Medico Veterinario competente in Medicina Comportamentale Veterinaria si trova inoltre nella posizione ottimale per diagnosticare le deviazioni del comportamento normale, potendo valutare se il comportamento è realmente “ anormale” e se sussistano cause fisiche alla base del disturbo.

Il Medico Veterinario ha le competenze per valutare le diagnosi differenziali e per impostare un trattamento adeguato al tipo di patologia. Non dimentichiamo infine che talvolta le terapie prevedono l’uso anche di farmaci la cui prescrizione è di esclusiva competenza del medico veterinario.

 Altre figure professionali coinvolte

La collaborazione tra diverse figure professionali ed il riconoscimento dei propri limiti rappresenta la combinazione vincente in un settore così complesso come quello del comportamento. Dall’inizio è opportuno che si stabilisca una stretta intesa tra il medico veterinario curante di riferimento e il medico veterinario competente in Medicina Comportamentale. Questo rappresenterà un vantaggio per il cliente (e il cane) che potrà quindi contare su due figure che si muoveranno all’unisono per la riuscita della terapia. Inoltre, molte patologie comportamentali sono multifattoriali e pertanto la collaborazione con colleghi esperti in altri settori della medicina veterinaria (per es. neurologi, dermatologi, ecc.) è necessaria e sempre molto proficua e costruttiva. L’intervento dell’educatore per aiutare il proprietario ad applicare il protocollo di modificazione comportamentale è auspicabile nella maggior parte dei casi. Poiché la collaborazione tra medici veterinari ed educatori è una modalità operativa più recente, è ancora più importante assicurarsi che ci sia collaborazione stretta per un’applicazione puntuale e corretta del protocollo comportamentale.

 

NOTIZIE UTILI

  1. E’ obbligatorio iscrivere i propri cani alla anagrafe canina entro il 60° giorno di età. E’ sufficiente recarsi presso un ambulatorio  veterinario della regione Marche per l’applicazione del microcip (II mese), trattasi di una inoculazione sottocutanea del tutto indolore e priva di effetti collaterali.
  2. Le vaccinazioni non sono obbligatore
  3. Divieto di vendita nei primi 2 mesi
  4. Il proprietario di un cane è tenuto a segnalare al Servizio Veterinario la morte (entro 2 giorni), la scomparsa (nel più breve tempo), la cessione dell’animale (entro 15 giorni). Quest’ultima denuncia deve essere controfirmata dal nuovo proprietario.
  5. Il proprietario del cane è responsabile della sua riproduzione. Il proprietario che rinuncia a cucciolate può affidarle a strutture pubbliche a condizione della sterilizzazione della fattrice a proprie spese e alla assunzione delle spese per il mantenimento fino a quando le cucciolate non siano affidate ad altri soggetti.
  6. Chiunque lasci libero o non custodisca con le debite cautele il proprio cane compie il reato di omessa custodia.
  7. I cani possono circolare nelle pubbliche vie solo se condotti al guinzaglio; è necessario che il conduttore dell’animale porti con se la museruola ed il necessario per la raccolta delle deiezioni da utilizzare all’occorrenza.
  8. Il guinzaglio deve essere tenuto ad una lunghezza non superiore ai 150 cm nelle aree urbane, luoghi aperti al pubblico
  9. Chiunque rinvenga un cane vagante, può segnalarlo alla polizia locale che provvede all’identificazione dell’animale, qualora possibile, oppure alla richiesta di cattura dell’animale al servizio veterinario. In tal caso l’animale verrà ricoverato presso il canile sanitario.
  10. 10.  E’ vietato abbandonare cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione.
  11. 11.  Chiunque conviva con un animale da compagnia o abbia accettato di occuparsene è responsabile della sua salute e del suo benessere e deve provvedere alla sua sistemazione e fornirgli adeguate cure ed attenzioni , tenendo conto dei suoi fabbisogni fisiologici ed etologici secondo l’età, il sesso, la specie e la razza ed in particolare:

a)     rifornirlo di cibo e di acqua i quantità sufficiente e con tempistica adeguata
b)    assicurargli le necessarie cure sanitarie ed un adeguato livello di benessere fisico ed etologico
c)     consentirgli una adeguata possibilità di esercizio fisico
d)    prendere ogni precauzione per impedire la fuga
e)     garantire la tutela di tersi da aggressioni
f)     assicurare la regolare pulizia degli spazi di dimora degli animali

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PARTE QUINTA

ADDESTRAMENTO

Come insegnargli a venire alla chiamata
Camminare correttamente con il cane al guinzaglio, lasciatelo procedere per tutta la lunghezza del guinzaglio stesso. Poi fermatevi e chiamatelo. Se anziché venire o continua a tirare, allora tirate leggermente sul guinzaglio fino a che sarà ai vostri piedi, anche se doveste trascinarlo. In nessun caso dovete muovervi verso il cane!
Giunto presso di voi, premiate il cane con una carezza e con qualche leccornia di cui vi sarete forniti in precedenza, ad esempio con dei croccantini per cani. Accarezzatelo con entusiasmo, come se fosse trascorso un mese dal vostro ultimo incontro!
Proseguite poi il cammino e ripetete l’esercizio; ripetetelo fin tanto che il cane lo avrà imparato alla perfezione. Non occorrerà molto tempo se insisterete ogni volta che uscite assieme. Non dimenticatevi dei bocconcini premio, perché, quando avrà capito che la sua obbedienza gliene fa guadagnare uno, tutto diventerà più facile.

Come insegnargli a stare al vostro fianco
Da qui in avanti l’addestramento diventa un po’ più difficile. Sin qui il cane ha imparato a venire quando è chiamato, cioè l’educazione di base che tutti i cani dovrebbero avere. Gli esercizi seguenti sono un po’ più difficili da insegnare e più ardui da apprendere perché il cane deve rinunciare a molta della sua libertà e spensieratezza.

Insegnare al cane a stare al nostro fianco è un po’ più duro che insegnargli a non tirare sul guinzaglio. Allo scopo occorre un tipo di collare speciale, quello cosiddetto “a strangolo”. Si tratta di un collare in catenella metallica, libera di scorrere entro uno degli anelli terminali sì da stringersi intorno al collo del cane se questi tira un po’ troppo. Non allarmatevi, perché non si tratta di uno strumento di tortura (come il suo nome potrebbe far pensare): è invece un utilissimo ausilio per l’addestramento avanzato del cane. Infilategli il collare a strangolo e uscire con il cane: se tirerà troppo, questo tipo di collare lo farà smettere in men che non si dica! Quando avrà capito l’effetto del collare a strangolo, fermatevi e ripartite con la testa del cane all’altezza del vostro ginocchio sinistro. Camminate rapidamente, guinzaglio teso, ripetendo continuamente la parola AL PIEDE oppure DIETRO. Se il cane oltrepassa il vostro ginocchio, tiratelo indietro con fermezza, ma senza esagerare, ordinando contemporaneamente DIETRO! a voce alta. Se dovesse insistere nel sopravanzarvi, fermatevi e ricominciate da capo. Ripetete questo esercizio fino a che lo avrà imparato…occorre molta pazienza, ma se il cane imparerà in questo modo a camminare al vostro fianco, non scorderà per tutta la vita tale comportamento.

Certi cani sono un po’ pigri e camminano normalmente dietro al padrone anziché avanti. Se il vostro cane è uno di questi, fermatevi, chiamatelo a voi e ripetetegli la parola DIETRO fino a che non ne ha afferrato il significato. Premiatelo con un bocconcino dopo ogni esecuzione corretta: deve imparare che DIETRO significa camminare vicino al vostro piede sinistro.

Dopo che il cane ha imparato il DIETRO stando al guinzaglio corto, potete adoperarne uno più lungo e mettergli il suo collare normale, quello di ogni giorno. Se per caso si dimenticasse le lezioni ricevute, ritornate al collare a strangolo. Non dategli la minima possibilità di dimenticare gli insegnamenti… e voi non dimenticate di usare sempre la stessa parola: DIETRO! (oppure AL PIEDE!).

Come insegnargli a fermarsi senza guinzaglio
Dopo che il cane ha imparato a camminare al piede stando al guinzaglio lungo da passeggio, il gradino successivo nel suo addestramento è quello di fermarsi senza comando. Così, se il padrone si fermerà all’angolo della strada in attesa di attraversare oppure per chiacchierare on qualcuno lungo la via, il cane non tirerà per proseguire. Allo scopo, e per le prime lezioni, si adopera il collare a strangolo.

Uscite con il cane per la consueta passeggiata, tenendolo costantemente al piede. Fermatevi poi di colpo sui vostri passi, tenendo ben stretto e ben teso il guinzaglio in mano. Non lasciatelo sedere! E non date alcun comando. Non appena anch’esso si ferma, accarezzatelo sul dorso e dategli qualche leccornia in premio. Poi ripartite il fretta e arrestatevi bruscamente di nuovo. Tenete sempre ben teso il guinzaglio e ripetete l’esercizio fino a quando il cane avrà imparato ad arrestarsi improvvisamente sui suoi passi al pari di voi. Quando vi fermate, fatelo deliberatamente, onde il cane sia costretto a stare all’erta per prevederlo e farlo contemporaneamente. Ve ne accorgerete dal fatto che, mossi alcuni passi, girerà la testa per scrutarvi in faccia, attento alle vostre intenzioni. In effetti sarà desideroso di accontentarvi quando avrà imparato cosa volete e non vi perderà d’occhio per tutta la passeggiata. Se avrete occasione di osservare a passeggio un cane ben addestrato vedrete che, invece di distrarsi con altro, guarderà il proprietario ogni due o tre passi.

Quando il cane avrà imparato a fermarsi senza comando potrete segnalargli la vostra intenzione di riprendere il cammino in vari modi. Uno di questi è quello di allentare il guinzaglio e poi ripartire, sicché imparerà che guinzaglio allentato significa riprendere la marcia. Altrimenti, potete usare una parola, come “via”, “va”, “vai” e simili. Non ha importanza la parola scelta, purché adoperiate sempre quella.

(parte pratica presa dal sito difossombrone.it)

 

Come educare un cane adottato 

Adottare un cane in canile è un gesto nobile. Scelta d’amore, verrebbe da dire. Ma… c’è un ma: troppo spesso il nobile gesto viene seguito da un rapido dietro-front e il povero cane si ritrova di nuovo chiuso in gabbia.

Eppure basterebbe poco per educare un cane adottato in canile. Basterebbe un po’ di informazione preventiva sugli eventuali problemi di adattamento. Ecco qualche caso “classico”.

Il cane sporca in casa

In canile, la vita è scandita da pochi eventi fissi: pappa, pulizia della gabbia con canna dell’acqua, forse una breve passeggiata una volta la settimana e qualche coccola frettolosa da parte dei volontari, oberati di lavoro. Il cane si ritroverà nella condizione di fare i suoi bisogni nella gabbia in cui si trova. Non per scelta, ma per necessità.

Spesso chi riporta il cane in canile lo fa proprio perché il cane sporca in casa. Basterebbe armarsi di un po’ di pazienza, secchio, strofinaccio, qualche bocconcino per risolvere il problema e portare fuori il cane almeno quattro volte al giorno.

Arrabbiarsi non serve a nulla: fare i suoi bisogni è per lui la cosa più naturale del mondo e la nostra disapprovazione non potrà essere capita in alcun modo. Invece, gratificarlo quando li fa fuori casa serve eccome!

Non torna quando lo chiamiamo

Durante la vita randagia o in canile il cane viene maltrattato. Può essere stato l’ex proprietario a picchiarlo, un estraneo, o il personale del canile (non sono tutti “angeli”…). Poche ore trascorse insieme al nuovo amico a due zampe non possono bastare a cancellare la paura.

Prima di liberarlo in un’area aperta bisogna conquistare la fiducia del cane. Ci vuole dolcezza e pazienza. All’inizio liberiamolo solo in aree recintate. E ogni volta che torna, perché chiamato o di sua spontanea volontà, diamogli un bocconcino e una carezza. Ci metterà poco a imparare che da noi riceverà solo amore.

Aggredisce gli altri cani

Ci sono cani che non vanno d’accordo con i loro simili e le ragioni possono essere tante. A volte, invece, la causa siamo noi. Ritrovare una casa, una famiglia, cibo, calore e affetto significa ritornare alla vita.

Ecco perché potrebbe attaccare i cani che si avvicinano a noi: per lui abbiamo un valore immenso e non vuole rischiare che qualcun altro se ne appropri. In questo caso la cura è il tempo. Raggiunta una buona sicurezza, la sua preoccupazione potrebbe scemare. Ma non sempre. In tal caso, assumiamoci la nostra responsabilità evitandogli possibilità di scontro con i rivali.

Non ci lascia mai soli

Il cane mi segue ovunque: il motivo è ovvio, ha paura di perderci, di ritrovarsi nuovamente solo. Se all’inizio il cane è troppo appiccicoso e ci segue come un’ombra per tutta la casa non c’è niente di strano.

Piano piano, si abituerà, di pari passo con la crescita e la sua sicurezza dell’appartenenza al “branco”. Se così non fosse dovremo aiutarlo ad abituarsi ai momenti di solitudine adottando un programma di “separazioni” calcolate, con l’aiuto di un serio esperto di comportamento canino. Non è difficile, serve solo un po’ di costanza e attenzione.

Pensiamoci prima, non dopo

Sembra incredibile ma quanto illustrato fin qui copre buona parte delle cause di restituzione dei cani adottati dai rifugi. Cause banali e quasi sempre rimediabili, se le si esamina con un minimo di cultura specifica. Il problema è che tale cultura è poco diffusa.indietro2

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Si è concluso in data 2 Aprile 2011 con l’esamino scritto il corso per il conseguimento del patentino per la conduzione del cane. La prova è avvenuta con una serie di domande a risposta multipla.

In data 16 Aprile nell’aula consiliare comunale sono stati consegnati gli attestati ed il patentino.
Per dovere di cronaca e di soddisfazione personale, sono stato l’unico a fare zero errori (praticamente il primo del corso).

Attestato


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2 risposte a Patentino per proprietari di cani: il corso

  1. semprevento ha detto:

    Porca miseria….ma quanta roba hai postato????
    dovrei leggerla tutta???
    va bene lo farò….per Bleff e Kiro….
    interessante sarà leggerlo a mia figlia…lei ci ha fatto un mucchio di ricerche sulla psicologia del cane…a volte ne sa più dell’addestratore!!!
    Cmq…
    te gli devi volè un bene così grande al tu cagnolone….faresti di tutto per lui….:-)
    e non dico altro!!
    un bacio bell’omo!!!!
    vento

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  2. Rebecca ha detto:

    Io ho il libro 😉 Cane bravo cittadino… preso a Trento dove abbiamo fatto anche il pattatino 😀

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