Gli Indiani d’America: 1) I Pellirossa, le origini.


| Premessa | Le origini | Gli indiani d’America | La Fine |

Ci sono almeno 10 milioni di libri sugli Indiani d’America per non parlare dei 49 milioni di articoli su internet. Io mi limiterò a scrivere solo due articoli, l’essenziale, di cui il secondo (forse) farà storcere il naso a più di qualcuno.


Premessa.

In questo mio racconto non mi prometto di parlare analiticamente degli avvenimenti di quella che comunemente viene definita la “Conquista del West”, il “genocidio degli indiani d’America”. Ma che dia una interpretazione dei fatti storici che in verità sono molto conosciuti dal grande pubblico ma solo attraverso una narrazione ampiamente romanzata. Una narrazione che vedeva nei coloni i paladini del bene (del progresso, del lavoro, della libertà, della democrazia) e poi una leggenda negativa che vedeva in essi invece gli agenti del “male” (dell’avidità sfrenata , dell’aggressione immotivata,  del massacro).
Allora dove sta la verità? Andiamo a scoprirlo assieme passo dopo passo.

LE ORIGINI.

Tantissimi secoli fa, in un’altra era geologica , il continente americano e quello asiatico non erano separati dal mare, come lo sono oggi tra l’Alaska e la Siberia . Erano invece uniti da una striscia di terra chiamato Beringia.

Oggi la Beringia non esiste più, è una terra sommersa, e il tratto di mare che separa America e Asia si chiama stretto di Bering.  I primi gruppi di cacciatori-raccoglitori avrebbero attraversato quindi la Beringia, un istmo largo un migliaio di chilometri che univa l’Asia e il Nord America, in un periodo tra il 22000 a.C. e l’11000 a.C.

Secondo una vecchia teoria il nuovo mondo fu colonizzato da popolazioni siberiane di origini asiatico orientali per l’aspetto molto simili ai Mongoli che vivono ancora nell’Asia orientale. 
Le recenti analisi genetiche di un bambino vissuto in Siberia 24.000 anni fa ribaltano questa teoria. Le popolazioni dell’Europa occidentale si spinsero molto più a est di quanto pensato in precedenza e, dopo essere giunte in Siberia, si spostarono nel continente americano.

Un terzo del DNA dei nativi americani, infatti, ha origini europee.
Tutti gli scheletri umani ritrovati in America sono attribuibili a esseri umani biologicamente moderni. Si può supporre che le Americhe non fossero popolate da esseri umani finché questi non furono in grado di sviluppare la tecnologia necessaria che consentisse loro di sopravvivere ed esplorare la tundra del nord-est dell’Asia
Queste condizioni necessarie non furono raggiunte prima di 40 000 anni fa.

Dall’estremo nord si spinsero sempre più a sud fino all’America Meridionale dando vita a diversi gruppi etnici. Questa differenziazione di sviluppo delle diverse popolazioni, dovuta in parte ai diversi luoghi di insediamento e in parte a fattori climatici, ha fatto sì che il continente americano risultasse diviso in tre zone principali: nord, centro e sud. In particolare al 22.000 a.C. per il Canada, al 21.000 a.C. per il Messico e al 18.000 a.C. per il Perù. Il Sud del continente americano è stato raggiunto nel 10.000 a.C.

Il nome di indiani d’America  venne loro attribuito da Cristoforo Colombo: quando, nel 1492, toccò le coste del continente americano. Colombo era convinto di aver raggiunto le Indie , vera meta del suo viaggio. Di conseguenza chiamò le popolazioni di quei luoghi “indiani” . Quando fu chiaro che, invece delle Indie, aveva scoperto un nuovo continente, l’America, ormai l’errore era fatto.

Il nome corretto delle popolazioni che abitavano il continente prima dell’arrivo di Colombo e dei conquistatori europei è nativi americani . “Pellerossa” fa invece riferimento al colore della loro carnagione ed è un termine sbagliato tanto quanto “indiani”. Successivamente furono gli spagnoli a dare loro il nome di “indios

I popoli che si insediarono in America del Nord diedero vita a Culture diverse, succedutesi nel tempo e in parti diverse del continente: dall’antica Cultura di Kociss (Utah), alla Cultura dei Mogollon (Nuovo Messico), in cui comincia ad essere praticata l’agricoltura, agli Hohokam (Arizona), abili artigiani incisori, agli Anasazi (gli “anziani”) i quali furono costretti a migrare verso il 1300 d.c., per la siccità e per le invasioni degli  Apaches Navajos, cui successero le culture delle pianure, Adena Hopewell, che si diffusero nella valle del Mississippi da cui ebbero origine molte “famiglie” note (Cheyenne, Arapaho, Crow, Pawnee, Mohicani, Navaho, Algoncini, le varie famiglie Sioux ecc.).


Gli indiani d’America.

La popolazione dei nativi americani era divisa in circa 250 tribù , distribuite in tutto il continente nordamericano, da sud a nord. Ogni tribù aveva un capo , con il compito di stabilire le regole della vita della comunità. Tutti gli appartenenti alla tribù avevano un compito da svolgere.

Uomini, donne, anziani e bambini, ciascuno dava il suo contributo alla vita comune: le donne cucinavano e costruivano il tepee (la tipica tenda dove abitava tutto il nucleo famigliare), mentre gli uomini cacciavano e proteggevano la tribù in caso di guerre. Agli anziani invece spettava il compito di educare i più giovani e tramandare loro valori e tradizioni.
Ogni tribù aveva il suo totem
, un palo di legno sul quale erano rappresentate le insegne della tribù o del suo capo.
Ogni totem aveva due ali, perché gli indiani pensavano di essere “angeli” che hanno un corpo. Inoltre, vi erano sempre incise le fattezze di alcuni animali, per esempio la farfalla, l’aquila o il bisonte. Ognuno di questi animali rappresentava una “qualità” che la tribù desiderava possedere. Il cavallo, per esempio, rappresentava la libertà, l’aquila il potere spirituale, il lupo la lealtà, il bisonte l’abbondanza.

Al contrario dei bianchi, gli indiani non combattevano mai per il possesso delle terre perché, secondo la loro concezione, la terra era di tutti, anche se non mancano testimonianza di feroci guerre tra tribù per difendere il proprio territorio di caccia. Benchè il territorio fosse vastissimo e in genere anche ricco tuttavia  lo stile di vita esigeva  spazi molto ampi e ciò comportava una competizione continua che sfociava necessariamente nella guerra. 

L’abitazione tradizionale indiana è il tepee , ed è la classica tenda a forma di cono che tutti conosciamo. Era comoda, perché si poteva smontare e spostare quando si voleva. Spesso, infatti, gli indiani svolgevano una vita nomade, sempre alla ricerca del territorio che dava più frutto. Oppure seguivano gli spostamenti delle mandrie di bisonti per dare loro la caccia, poterne mangiare le carni e ricavare vestiti e tepee dalle loro pelli.

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I grandi protagonisti della religione dei nativi americani erano gli “spiriti”. Dominavano ogni cosa, dagli uomini alle piante e il più importante era il Grande Spirito o Manitù. I sacerdoti si chiamavano sciamani (Wichasha Wakan,”colui che conosce le cose sacre” in lingua Sioux) e avevano il potere di comunicare con gli spiriti e di guarire gli uomini dalle malattie.

danza

Altra funzione sociale dentro una tribù era la danza degli spiriti. Lo stesso Toro Seduto disse:“ E’ impossibile che un morto torni a vivere,” ma lasciò libera la sua tribù di parteciparvi ed anche lui stesso vi partecipò piangendo sua figlia morta. Tutti gli indiani cominciarono a danzare e ad amarsi, indossando indumenti sacri ( chiamati dai bianchi casacche degli spettri) che erano dipinti con raffigurazioni del sole, della luna, delle stelle, dell’aquila, della gazza e del bisonte. Uomini e donne si tenevano per mano e si disponevano in uno o più grandi cerchi posti intorno all’albero sacro, allargandosi e stringendosi a seconda che i danzatori si allontanavano o si avvicinavano al centro. Veniva eseguita di notte e le forme ricoperte dai drappi bianchi alla luce del fuoco acceso prendevano l’aspetto di fantasmi. Una volta terminata la danza tutti fumavano la grande pipa e ascoltavano le parole dell’uomo medicina.

calumet

La pipa, calumet, parola di origine francese che significa calamo, era una delle cose più importanti simboli della tradizione di tutte le tribù indiane americane serviva per rilassarsi e in ogni cerimonia per onorare gli spiriti e avere commercio con loro.

nativi-americani-copricapo

I copricapi indiani erano confezionati con una striscia di pelle grezza sottile o di pesante pelle conciata, larga 15 centimetri di lunghezza sufficiente ad adattarsi alla testa di colui che doveva indossarli. Veniva poi ripiegata nel senso della lunghezza e sul margine della piegatura erano praticati i fori in cui sarebbero poi state fissate le penne di aquila. Circa 20-30 penne venivano attaccate alla fascia o tagliando il calamo e ripiegandolo su sé stesso in modo da formare un cappio, oppure spingendo un piccolo spillo di legno nella sua cavità. Questi copricapi venivano indossati in occasione di cerimonie, danze e parate, qualche volta si portavano anche in battaglia, come dimostrazione di grande coraggio: infatti, essendo molto vistosi, rendevano coloro che osavano esibirli un facile bersaglio per il nemico.

Il bisonte, lo spirito Tatanka.

“ … se lo colpisci nel punto giusto può bastarti anche una sola freccia, in caso contrario dovrai usarne altre; controlla la corsa, se il tuo cavallo riesce a stargli vicino mira dietro le ultime costole, potresti arrivare al cuore. Se stai correndo in discesa o sull’argine di un fiume tira invece alla giuntura dell’anca, il tuo bisonte dovrà accosciarsi e tu potrai prendere la sua vita …

L’immagine dell’indiano americano rispettoso della natura è di certo molto affascinante e seducente, ma uccidere un bisonte con le sole frecce non doveva essere facile nè uno bello spettacolo da vedere. Ma è stata sempre giustificata perchè rappresentava la prima fonte di alimentare. Gli indiani d’America infatti non erano pastori e non avevano allevamenti di alcun genere d’animale.

Cacciare bisonti, infatti, non è semplice, anche armati di fucili di grosso calibro. La caccia al bisonte era un’attività pericolosa: il bisonte americano è un animale che può avvicinarsi ai due metri di altezza e caricare un bersaglio con tutti i suoi 500-1.000 kg di peso.
Nonostante questo, i nativi americani che tradizionalmente cacciavano bisonti per ottenere carnepelle e tendini si dedicavano all’attività venatoria senza disporre di armi da fuoco o cavalli. Il cavallo infatti arriverà solo successivamente con l’uomo bianco. Come era possibile, per una civiltà priva di armi moderne, uccidere animali di grossa taglia senza il supporto della tecnologia?

Ed ecco che ricorrevano all’astuzia con i più coraggiosi che si camuffavano con pelli di lupo lasciandosi attraversare dalla mandria per poi colpirli nei punti vitali.

Un’altra tecnica di caccia, chiamata “il salto del bisonte”, prevedeva di condurre una mandria verso un dirupo spaventandola con urla, pelli e fuochi controllati, nella speranza che il maggior numero di bisonti si facesse prendere dal panico e corresse verso una caduta mortale.
Secondo i racconti tramandati oralmente dagli indiani Crow, questa strategia poteva fornire ben 700 carcasse di bisonti in una sola battuta di caccia; solo pochi corpi venivano effettivamente scuoiati e lavorati per ottenere pelle, carne, tendini e ossa, lasciando il resto dei cadaveri agli animali spazzini che popolavano l’ecosistema delle praterie.


La fine.

La fine degli indiani d’Ameriva di fatto avvenne nel 1830, dopo trecento anni di battaglie senza esclusioni di colpi da entrambe le parti. Anno in cui il Congresso Americano votò l’ “Indian Removal Act”, col quale numerosissime tribù del sud-est furono costrette a lasciare le loro terre, trasferendosi ad ovest del grande fiume Mississippi. Fra il 1891 e il 1898 tutti i Nativi vennero relegati per sempre nelle riserve, ad eccezione dei Chippewa che diedero origine ad una rivolta, terminata in un bagno di sangue.

Forse questo conflitto e bagno di sangue poteva essere evitato con una resa incondizionata o attraverso altre soluzioni senza arrivare allo scontro. Questo non lo sapremo mai perchè ogni conflitto ha la sua logica dettata dal campo di battaglia.

E’ opinione generale che fu la fama espansionistica dell’uomo bianco a porre fine agli indiani d’America fin quasi alla estinzione.
Ma fu solo questo? Scopritelo nel prossimo articolo.

…. a seguire …..


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2 risposte a Gli Indiani d’America: 1) I Pellirossa, le origini.

  1. Rebecca Antolini ha detto:

    Caro Silvano, tu sai che sono di origine austriaca, e ovviamente mi guardo la tv tedesca, nei canali di ZDF seconda tv nazionale della Germania hanno due canali di nome ZDF – info e ZDE – storia… li ho visto documentazioni che rispecchiano il tuo testo qui, devo dirti che sei stato molto obbiettivo nel tuo racconto. Questo significa che ti sei impegnato alla grande, grande come sempre in tutto quello che scrivi, grazie 😉

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  2. bruce ha detto:

    Grazie Rebecca, troppo gentile.

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