Biologia: geni accesi e geni spenti.

Genericamente, per mutazione genetica si intende un cambiamento nella successione o il numero delle basi di un gene dovuto al caso, o ad agenti esterni o da errori durante la replicazione del DNA.

Questa concezione di mutazione genetica non giustifica l’evoluzione dei tratti tipicamente umani rispetto agli scimpanzé come la formazione del cervello di grandi dimensioni, andatura bipede e attitudini di accoppiamento sessuale caratteristico.

Le recenti ricerche portano a dire che la separazione tra la nostra linea di discendenza e quella degli scimpanzé i genomi dei nostri antenati si sono spogliati di “interruttori” che attivavano geni fondamentali durante lo sviluppo già molto tempo prima della comparsa del Neanderthal.
Ok, senza entrare nei dettagli, diciamo subito quali sono stati questi interruttori mancanti che hanno permesso al genere umano di essere quello che siamo oggi: esseri intelligenti e socialmente evoluti.

Cervello umano.
Lo studio di un particolare segmento del DNA “attivava” il vicino gene neuronale nei punti precisi del cervello in fase di sviluppo.
Questo gene è coinvolto in un processo fondamentale, ovvero contribuisce a eliminare i neutroni in eccesso prodotti durante lo sviluppo embrionale.
La scomparsa di questo interruttore avrebbe favorito così l’evoluzione del cervello umano alle dimensioni maggiori rilasciando il “freno” che altrimenti ne avrebbe ostacolato la crescita.

Scheletro ed arti umani.
Altra ricerca ha portato alla individuazione di un interruttore che attivava il gene coinvolto nella crescita dello scheletro, in particolare nello sviluppo delle zampe posteriori e precisamente delle dita.
Nel piede degli esseri umani quattro dita, dal secondo al quinto, sono più corte che nelle scimmie e queste alterazioni rendono il piede più adatto all’andatura eretta.
Non è difficile capire come gli interruttori cerebrali e scheletrici si inseriscono nel processo dell’evoluzione umana. La perdita di entrambi appare sempre più legata a due caratteristiche umane: cervello di grandi dimensioni e andatura bipede.

Organo sessuale maschile.
Avete mai sentito parlare di pene spinoso? Ce l’hanno alcuni primati, ma anche altri mammiferi, tra cui roditori, gatti, pipistrelli e opossum e variano da semplici coni microscopici a grandi aculei multipli. Sono come le nostre unghie. Possono servire a seconda della specie: accentuare la stimolazione, indurre l’ovulazione, rimuovere lo sperma deposto da altri maschi, o irritare il rivestimento vaginale per limitare l’interesse della femmina all’accoppiamento con altri esemplari.

Il tempo di copulazione dei primati con pene spinoso è molto breve: nello scimpanzé in genere è inferiore ai dieci secondi.
Gli esperimenti effettuati nel passato sui primati hanno dimostrato che la delezione degli interruttori che attivano il gene coinvolto alla produzione di spine hanno allungato di due terzi il tempo di copulazione.

Da queste osservazioni si può dedurre che la perdita di spine del pene è stata uno dei cambiamenti avvenuti negli esseri umani che hanno reso l’atto sessuale più lungo e quindi più intimo di quello dei nostri antenati spinosi.

I ricercatori ritengono che la perdita delle spine rientri in una lunga serie di cambiamenti che hanno avuto effetti di vasta portata nel percorso evolutivo dell’uomo. Hanno modificato il nostro modo non solo di accoppiarci ma le cure parentali.
Negli scimpanzé i maschi competono per accoppiarsi con il maggior numero possibile di femmine fertili. le cure parentali sono affidate interamente alle femmine e finchè lo svezzamento non è completo le femmine non si riproducono più.
Negli esseri umani i legami di coppia sono piuttosto fedeli e stabili, i maschi partecipano spesso alla cura dei figli.
Nel contempo il periodo di svezzamento si è allungato aumentando il periodo di tempo disponibile per l’apprendimento e di conseguenza lo sfruttamento del cervello grande.

Conclusione.
Da questo punto di vista, possiamo dire e affermare che le storie di queste tre delezioni sono concatenate ed hanno posto le basi per la evoluzione del genere umano.

(Fonte: Le Scienze)

homeansa ritorna
a Pianeta Terra

ritorna
alla Home Page

Informazioni su bruce

Ingegnere. Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu. (Massimo Troisi)
Questa voce è stata pubblicata in Scienze naturali e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Biologia: geni accesi e geni spenti.

  1. MARGHIAN ha detto:

    “Questo gene è coinvolto in un processo fondamentale, ovvero contribuisce a eliminare i neuroni in eccesso prodotti durante lo sviluppo embrionale”. Sembra che la natura operi, quando e’ necessario, una sorta di “soltitura”, quasi come l’agricoltore che pota la pianta, in modo ceh questa cresca bene. E cosi’, “via le cose in piu'”….

    “La scomparsa di questo interruttore avrebbe favorito così l’evoluzione del cervello umano alle dimensioni maggiori rilasciando il “freno” che altrimenti ne avrebbe ostacolato la crescita”. Sembra quasi che “prima” l’intelligenza a certi livelli non servisse. Poi, ad un certo punto, “la scomparsa dell’interruttore che avrebbe favorito l’evoluzione del cervello umano..”. Tutto molto intrigante, e per questo fantastico. Ciao.

    Piace a 1 persona

Il tuo commento