Come Tex non c’è nessuno

Sergio Bonelli, l’editore di Tex, Dylan Dog e di  tanti altri dei più amati personaggi del fumetto italiano, è morto dopo una  breve malattia. Figlio di Gian Luigi Bonelli (il creatore di Tex), è stato uno  dei protagonisti della letteratura disegnata.

Ma chi è Tex Willer?
Una leggenda. Questa è l’unica definizione possibile. Pubblicato ininterrottamente da più di cinquant’anni, è il più longevo personaggio del fumetto italiano e, insieme a Superman e Batman, uno dei più duraturi del fumetto mondiale.

Per noi prima ragazzini e poi ragazzi di quell’epoca era il Ranger amico, amico degli indiani che pestava a suon di cazzotti i prepotenti e liquidava i cattivi a suon di pistolettate. Pur essendo un duro dal ‘piombo caldo’ Tex uccideva solo per legittima difesa. E’ famosa la frase che dice a un fuorilegge al riparo dietro le rocce: “Hai mai sentito parlare di Tex Willer?” – “Tex Willer il giustiziere solitario?” – “Proprio io, e se hai sentito parlare
di me, saprai che io uccido solo chi merita di essere ucciso”.

Per gli indiani Navajos è un saggio capo bianco e fratello di ogni uomo rosso. Per i bianchi è l’agente indiano della Riserva Navajo e un ranger dalla mira infallibile. Per i fuorilegge che hanno la sventura di incrociare la sua pista è l’incubo peggiore.

Puntuale come andare a Messa la domenica, ogni mese eravamo, io e mio fratello più piccolo, davanti all’edicola ad aspettare le sue nuove avventure per leggerle prim’ancora di fare i compiti della scuola per poi riporre con cura e gelosia il giornalino nella biblioteca.
Da più grandicello  tra un libro di fisica 1, chimica, analisi matematica riposavo la mente ripassandomi  come un qualsiasi esame le avventure dei vecchi episodi.

Perché piaceva Tex Willer?
Tex Willer piaceva perché non era semplicemente un eroe. Emanava fascino. Grintoso, ma ironico (proverbiali le sue battute), antirazzista e nemico di ogni ingiustizia.

Ci piaceva perché scampava ad ogni agguato, per il modo di affrontare i duelli, per come pestava gli avversari. Cavalcava, sparava e scalava montagne come nessuno.
Tex ci piaceva per il suo modo un po’ sbrigativo di combatte i criminali, i fuorilegge, i proprietari terrieri senza scrupoli, i politicanti corrotti, gli indiani in rivolta. Malgrado ciò, Tex è un personaggio molto umano e simpatico. Non era un vigilantes. Tex è essenzialmente un ranger, un uomo di legge.

Tex ci piaceva perché ci ha fatto conoscere il mondo degli indiani d’America come non lo avevamo mai conosciuto prima. Apprezza e rispetta la cultura indiana. Spesso lo abbiamo visto vestito alla maniera navajo. Difende il popolo rosso da chi lo vuole distruggere: trafficanti d’armi o d’alcol, generali che pensano che “l’unico indiano buono è un indiano morto”.

È diventato capo dei Navajos con il  nome indiano ‘Aquila della Notte’ sposando Lilyth, figlia del capo Freccia Rossa.  Da lei ha avuto il figlio Kit,  poi morta, uccisa da criminali bianchi, ed è stata vendicata da Tex. Molto innamorato della moglie, Tex non si è legato a nessun’altra donna dopo la sua morte.

Tex ci piaceva perché ci ha fatto conoscere le grandi praterie del Mid-West, i deserti del Sud-Ovest, le foreste del Canada, le città dell’Est, le giungle pluviali, le misteriose rovine maya e azteche. Conoscevo a memoria tutte le tribù indiane dal Messico ai grandi laghi canadesi.
Nelle sue avventure poteva contare sull’aiuto e sulle pistole dei suoi pards: l’anziano e burbero Kit Carson (altra leggenda del West), il fiero navajo Tiger Jack e il figlio Kit.

Ho letto di lui una bellissima frase che riporto a conclusione: “Familiare in Italia come la Ferrari e la pizza, continua ad avere centinaia di migliaia di affezionati lettori.” Fra questi ci sono anch’io.


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2 risposte a Come Tex non c’è nessuno

  1. semprevento ha detto:

    hai detto tutto te!!
    ..e sai anche perchè lo conosco bene…se ti ricordi…spero di si!

    …da quando il mio babbo non c’è più, Tex non si compra….
    è un pò come un dolore riprendere in mano l’ultimo fumetto
    che mamma comprò per portarglielo in ospedale…
    Sta lì nel cassetto della sua comodina…ogni tanto sbircio
    quando vado da mamma…poi chiudo subito.

    Ciao bell’omo…
    buona settimana ..di corsa…
    vento

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  2. bruce ha detto:

    sì, mi ricordo, e mi ricordo che dissi che tuo padre doveva essere un grand’uomo. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo.
    Si dovrebbero organizzare dei raduni/mostra degli appassionati tipo Moto Guzzi, Harley Davidson.

    Ciao bella, sempre di corsa.

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