L’agonia dei blog scientifici.

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Marco Delmastro, fisico delle particelle che lavora all’esperimento ATLAS al CERN di Ginevra, ha lanciato un messaggio chiaro: i blog scientifici stanno morendo. Perché?

Avevo già qualche tempo fa in queste pagine lanciato l’allarme del costante disinteresse della informazione scientifica a favore dei più pratici e sbrigativi social, dove si condividono argomenti presi qua e là con la minima fatica. Ma ancor più preoccupante: nessuno ci mette del suo, tutta roba copiata.

Allora ecco Marco che ci spiega i motivi nei suoi incontri pubblici e attraverso alcuni slide.
“Semplificando molto, la realtà odierna è che il blog, usato come strumento di diario personale e di luogo di diffusione (più o meno commentata e curata) di contenuti reperiti in rete, è stato pressoché completamente soppiantato dai social network. Vuoi pubblicare una foto o un video di un viaggio, di un evento, di un incontro? Lo fai su Facebook, o su Instagram, o Youtube. Vuoi condividere e commentare un articolo interessante, o controverso? Lo posti su Twitter, o Facebook, o Google+. Hai un’opinione da rendere pubblica? Ancora: la posti su Facebook, Twitter, Tumblr, o qualunque sia il tuo social network di elezione. Perché dunque fare nel 2016 la fatica di aprire un blog, la cui manutenzione è tecnicamente più complessa, e il cui raggio d’azione diventa ogni giorno più corto? La maggior parte dei lettori potenziali sono comunque dentro le mura dei social.
Succede così che i blog muoiono, perché la voglia di scrivere va di pari passo con la conversazione che un’opinione scritta genera, con il dibattito di cui riesce a far parte. E il dibattito, anche quello ancora generato da un contenuto ospitato su un blog, si è oggi irrimediabilmente spostato dai blog ai social, spesso in maniera frammentaria e inorganica, anche se non necessariamente becera.”

Tempo fa un divulgatore scientifico di biologia che mi ha chiesto l’amicizia (e poi tolta), successivamente mi attaccò duramente per aver utilizzato FB per pubblicizzare i miei articoli su Word Press definendo ingannevole tale pratica.

Ebbene trovo in Marco un conforto.
“Ho imparato che se voglio generare un po’ di traffico, devo postare il link dell’articolo almeno su Facebook e Twitter. Ho anche imparato che le prime reazioni arriveranno proprio sui social, molto prima e molto più rapidamente di qualunque commento che faccia la strada necessaria per approdare sul blog. E sui social, la reazione è spesso semplicemente un “mi piace” on un “retweet”, un generico attestato di stima o apprezzamento, che però non aggiunge nulla a quello che ho detto, che non fa domande, che non mi stimola a scrivere ancora, a approfondire, o a cambiare direzione.”

Che conclude:
“Ecco, diciamocelo: molta della divulgazione scientifica che facciamo in rete, con i blog con altri mezzi, di fatto parla a orecchie già avvertite. Forse, come conseguenza, dovremmo semplicemente prenderci un po’ meno sul serio, sperando che quei contenuti che di per sé parlano principalmente alle orecchie che già vogliono ascoltare, a volte, per caso, raggiungano anche chi quell’informazione non la cerca. Oppure, dovremmo iniziare a considerare l’idea di andare attivamente a parlare di scienza altrove, in luoghi (fisici e virtuali) in cui non tutto l’uditorio sia già predisposto a ascoltare?”

Allora, qual’è la tua opinione – mi domanderete.
Confermo che i blog di divulgazione scientifica (e nel mio caso di cosmologia, fisica o più in generale del modello standard), interessano solo chi è già interessato a questi argomenti o lo fanno per compiacerti per amicizia. Per tutti gli altri è un po’ come andare a scuola con un professore che ti vuole insegnare qualcosa. E la cosa annoia, meglio il chiacchiericcio.
E’ per questo che rinunciano a leggere. Per lo più leggono l’intestazione e ti compiacciono con un “mi piace”.

Conta poi poco il modo con cui fai divulgazione, serve solo a fare più selezione. Una divulgazione tecnica ristringe la cerchia, mentre una divulgazione alla portata di tutti non fa che ritardare l’interesse.
Quindi la domanda è se continuare o abbandonare. Molti hanno abbandonato contribuendo alla morte lenta e progressiva dei blog di informazione scientifica.
Alcuni e tra questo mi ci metto anch’io, resistono, perché si è arrivati alla convinzione che in fin dei conti si parla di argomenti che interessano l’autore.
Se poi c’è qualcun altro interessato …. la porta è aperta.


 

Informazioni su bruce

Ingegnere. Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu. (Massimo Troisi)
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28 risposte a L’agonia dei blog scientifici.

  1. Rebecca Antolini ha detto:

    Caro Silvano, questo non vale solo per i Blog scientifici, lo va anche per blog tematici (varie) … Credo la gente non vuole impegnarsi o approfondire… Mi rendevo conto se scrivevo qualcosa di secondo me giusto da condividere nei miei vecchi Blog, leggevano solo persone quello che interessa l’argomento… ma se scrivevo una cosa non importante (più bla bla) subito tanti commenti e chiacchiere..
    Io per esempio ti seguo per il fatto che trovo interessante quello che scrivi, anche se devo ammettere non capisco tutto, ma i tuoi post mi fanno riflettere faccio anche a volte altri ricerche al riguardo di quello che scrivi…
    buon giovedì… qui oggi si concludano i lavori… menomale 😉

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    • bruce ha detto:

      Una volta scrivevamo su windows live, ti ricordi, non c’era altro, e tutti lì a scrivere. Poi con il passaggio a WP molti si sono persi per strada a favore dei social che stavano nascendo. Da allora è stata un emorraggia contina per la facilità di postare foto, scambiarsi saluti, parlare del niente, ribloggare roba ribloccata centinaia di volte da intternet, youtube, fino alla nausea. Gente che vuole a tutti costi darti consigli con gli asfissianti aforismi che dal ritmo di come li postano capisci che ne hanno bisogno più loro di altri.
      La gente si è così disabituata a leggere, dopo 4 righe abbandona. Ne ho avuta la prova andando in piscina a vedere mio nipote. Le madri, figlie, figli, padri, conoscenti non guardavano dalla vetrata in piscina ma sfogliavano nervosamente FB cliccando a raffica “mi piace” senza leggere, al massimo due righe tanto per far capire che poi mi devi ricambiare il favore.
      E’ disarmante e non puoi farci niente.
      Dimenticavo: un po’ di colpa è anche la mia con post alle volte piuttosto tosti, ma un amico una volta mi disse di compiacermene, allontana le zanzare, le mosche, ragni e scoprpini velenosi. Ovvero la gente che dietro l’anonimato vuole solo fare casino. In fin dei conti fai selezione e sai che chi ti segue è gente …. scelta.

      Questa mattina tutto parchetto giochi con il nipote.
      Ciao

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  2. gabriarte ha detto:

    anch’io come Rebecca seguo con interesse il tuo blog e ti dirò di più da quando ti seguo stò più attenta alle novità che riguardano la scienza come ad esempio una nuova scoperta in fisica ma non ancora del tutto confermata che potrebbe portare a nuove scoperte nell’astrofisica la quinta forza , Occorre molto tempo però per seguire tutto e anche se c’è la volontà a volte non basta in più anche lo stato ci fa lavorare fino alla fine dei nostri giorni rubandoci quegli anni che aspettavamo con ansia da poterli dedicare ai nostri interessi ciao Silvano buona giornata

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    • bruce ha detto:

      Ciao gabri, quello che dici è vero. Spesso sento dire di trovare il tempo per leggere libri. Io non li leggo per il semplice gusto di passare del tempo. Preferisco informarmi su aromenti che mi arricchisscono di conoscenza.
      Un carissimo saluto ad una artista.

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  3. enricogarrou ha detto:

    Tra tutti i blog scientifici il tuo è per iniziati. Ma per fortuna che c’è, perche è affascinante e se riesci a interessare nuove persone hai compiuto un’opera meritoria. Continua a scrivere e un abbraccio caro Silvano.

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  4. Pietro Barnabe' ha detto:

    Scientifico o meno, ritengo che un blog consenta una comunicazione più articolata di quanto non permetta un SN. Si rivolge comunque ad una nicchia, ma ha un rapporto più interattivo.
    Il blog è uno strumento che sopravvivrà, meglio connetterlo anche ai social.
    Buon pomeriggio.
    Ps: rispetto ai social permette di visualizzare e leggere gli articoli anche dopo uno o piu’ giorni 😉 … non mi sembra poco.

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  5. bruce ha detto:

    Avviso ai naviganti:
    E’ già pronto un articolo di informazione scientifica su una caratteristica dei fotoni, corredato da qualche formuletta 🙂 che come il sale serve a dare più sapore alla pietanza con interessanti sviluppi pratici.

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    • MARGHIAN ha detto:

      “da qualche formuletta, che come il sale serve..” Io lo dicevo gia’ in prima media, lo scrissi in un tema:”non so nulla di matematica, ma capisco che la matematica e’ l’anima della scienza, anzi delle scienze..”. Aspetto l’articolo.

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  6. MARGHIAN ha detto:

    Ciao Bruce, ciao a tutti. Io credo non sia solo una questione di blog (scientifici che stanno morendo). Anche questo, certamente. Infatti io condivido il post, le considerazioni di Bruce e di Marco. Non e’ solo questione di blog-o facebook, o twitter e coso. Credo che il nocciolo stia nel fatto-piu’ volte “segnalato” da me nei commenti, pur sapendo di non dire nulla di nuovo- che per gli argomenti scientifici non ci sia grande interesse, e soprattutto che ce ne sia meno che su altri argomenti culturali (ripeto spesso l’esempio dell’ignorantone che comunque sa qualcosina su Dante o Garibaldi, ” chi era Cristoforo Colombo ” ma nulla sui bosoni, sulle galassie o ” chi era Raqmanujan””). Questo si verifica a tutti i livellli di istruzione: per molti ragazzi che si iscrivono a materie umanistiche, uno o due in matematica e fisica. Ecco che questa diffusa realtà si nota anche nel mondo dei blog. E’ pacifico che “se non leggo articoli scientitici su riviste, non li leggo nemmeno sulle pagine web.
    Io i blog scientifici li vado proprio a cercare, ma a parte questa nota personale, c’e davvero tanto disinteresse. Ciao. ciao.

    Marghian

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    • bruce ha detto:

      Io credo che nell’epoca del Grande Fratello, Amici, Uno Mattina e di tutti i programmi “leggeri” che prolificano in tv, essi hanno contribuito ad un interesse del superficiale. La gente si è disabituata all’impegno culturale. La gente vuole spensieratezza.
      In definitiva i problemi di oggi sono gli stessi di quelli di ieri, con l’aggravante che i social non hanno fatto altro che appiattire l’interesse verso il basso, verso il contatto diretto. Io ricevo sul mio fb notifiche da molti siti scientifici di valore nazionale ed internazionale, eppure pochi commenti e solo “mi piace”. Ma lo considero già qualcosa. Non siamo morti del tutto.

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  7. MARGHIAN ha detto:

    “Io credo che nell’epoca del Grande Fratello, Amici, Uno Mattina e di tutti i programmi “leggeri” ..”. “I social non hanno fatto altro che appiattire (ulteriormente e piu’ capillarmente direi) l’interesse verso il basso..”. Concordo, e concordo pienamente. Parafrasando Lucio Dalla, ” …che rimise d’accordo tutti, i belli con i brutti, con qualche danno per i brutti- i superficiali in questo caso- che si videro consegnare un pezzo di specchio (monitor di computer e smartphones in questo caso…) così da potersi guardare…”. Ciao.

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  8. bruce ha detto:

    Su FB ho pubblicato un evento organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
    “L’Open Day”. Un giorno, ad ingresso gratuito, per trascorrere una giornata guidata presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso tra visite e dibattiti di temi attuali di fisica e cosmologia.

    La cosa NON ha interessato NESSUNO dei miei lettori, e siamo a soli 50 minuti dal Gran Sasso..
    Ecco questo è come siamo messi a livello di interessamento per la scienza.

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  9. MARGHIAN ha detto:

    Infatti, proprio così, ciao.

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