L’utero artificiale

uteri in affittoEra solo questione di tempo.
Se credete che l’utero in affitto sia l’ultimo stadio della rivoluzione biotecnologica che potrebbe sconvolgere per sempre la società umana, beh, cari lettori, vi sbagliate di grosso.

Ora è possibile avere un figlio senza bisogno della donna.
Ora è possibile distaccare definitivamente la sessualità dalla riproduzione, è possibile avere figli con due padri, due madri, due madri e due padri, quattro madri, quattro madri etc.

Nel 1997, in un articolo per la rivista LGBT The Advocate, il neuroscienziato gay Simon LeVay ha scritto parole molto precise sulla gestazione interspecifica o xenogravidanza.
«Certo, vedo la clonazione come un beneficio per i gay (…) e anche la xenogravidanza (far partorire un feto umano da una specie differente) potrebbe essere di enorme beneficio, specialmente per le coppie di maschi gay, che attualmente devono pagare $140.000 o più per avere un bambino da una surrogata umana. L’idea ti rivolta, ma perché? Sceglierei senza problemi l’utero di un sobrio, non-drogato, non-fumatore maiale invece di un normale ambiente naturale».

Avete letto bene: far partorire bambini dai maiali – che non fumano, non bevono, non si drogano quindi sono più “sani” delle gestanti – dopo aver impiantato in essi embrioni di uomo.

La battaglia prossima, in questo diabolico atto di disumanizzazione, è quella di separare per sempre i bambini dal grembo materno, cioè dalle viscere femminili e crescerli in laboratorio.

Arriviamo alla notizia.
Tanto si è fatto che ci sono quasi riusciti. Hanno cosi creato la vita senza la necessità di usare una donna. Usando dei feti di capra, hanno poi collegato attraverso dei cateteri il sistema venoso e creando la camera amniotica presente all’interno della donna. I ricercatori hanno utilizzato dei feti di capra, cateteri filettati attraverso grandi vasi nel cordone ombelicale e fornito, ai feti, sangue ossigenato mentre erano sospesi in incubatrici contenenti liquido amniotico artificiale riscaldato alla temperatura corporea adatta e modificata man mano.

Una ricercatrice sino-americana della Cornell University (New York) la dottoressa Hung Ching-Liu, a compiere il grande passo: lavorando sulle cellule dell’endometrio (il tessuto interno all’utero), ottiene la nascita al di fuori del corpo materno di un topo da laboratorio, il quale però viene al mondo con non pochi difetti.
Parallelamente, a Tokyo, il dottor Yoshinori Kuwabara della Juntendo University lavora ad un utero completamente artificiale – senza cioè uso di tessuti biologici – ottenendo notevoli risultati: nel suo embrio-incubatore, riesce a preservare lo sviluppo di un cucciolo di capra per tre settimane. Si dice che questa tecnologia potrebbe essere disponibile per gli umani tra 10 anni. La cosa, insomma, è decisamente destinata a divenire concreta.

Forse tra 10 anni avremo la possibilità di far nascere bambini da uteri di animali, o addirittura da uteri completamente artificiali.

C’è ancora qualcuno che ha voglia di scherzare su questo argomento?


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Ingegnere. Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu. (Massimo Troisi)
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15 risposte a L’utero artificiale

  1. enricogarrou ha detto:

    Caro Silvano, follia? O l’uomo deve spingersi oltre i confini degli dei. Cosa ne pensi. Io sono per la follia dell’uomo. Un abbraccio

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  2. gabriarte ha detto:

    quello che mi fa paura non è la scienza da sola ma se ci aggiungi due vocali e una consonante diventa pericolosa ciao Silvano

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  3. bruce ha detto:

    Ho sempre sostenuto da più parti che non è la scienza a fare paura, ma l’uso distorto che l’uomo ne fa a suo uso e consumo. E le leggi che lo consentono.
    Il caso di Niki Vendola è significativo. Ha aperto una nuova strada consentita da coloro che pensano che questa è la nuova frontiera della civiltà.
    Vedete, tra poco pur di accontentare gli egoismi individuali nessuno si farà più scrupolo a ricorrere a certe pratiche, perchè ognuno applica a sè la propria etica. E col passare del tempo, se verrà consentito dalla opinione generale prima e dai governi dopo, diventerà la norma.
    Una società senza etica …… ma considerata “civile”.

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  4. Rebecca Antolini ha detto:

    Stavo svuotando la posta elettronica e ho letto il titolo di questo tuo post, e ho iniziato a leggerlo, e mi sembra giusto che io lascio qui un mio commento..
    Da anni mi domando che cavolo di esperimenti ci fanno dietro le nostre spalle, e mi domando chi sa quanti essere viventi sono nati e poi uccisi per esperimenti scientifiche??
    Ora ci siamo fra qualche anno possiamo comparsi i bambini nel supermercato, speriamo che ci danno anche la istruzione come usarli e come amarli, e speriamo che c’è anche la garanzia di cambiarli se per caso non ci piacono.. 😦

    .. in questi giorni abbiamo pensato se si potrei dopo la morte di Tatanka lei clonare.. Gianni diceva non sarei mai come lei.. e penso che lui abbia ragione..

    Perché dobbiamo clonare bambini? Per soddisfare l’ego di qualche coppia gay?? Per i pedofilo come giocatolo usa e getta??? O diventano questi bambini clonati tocchi di ricambio per i nostri bambini????

    Tutto questo mi spaventa, sapendo che abbiamo istituti pieni di bambini che nessun vuole, perché siamo fissati sul neonato..

    Ti abbraccio ci sentiamo dopo il pentecoste 😉

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    • bruce ha detto:

      Eppure ci sono enormi vantaggi, se ci pensi.
      Pensa, ti metti comodamente in macchina e vai in una di queste cliniche specializzate. E’ come andare in un autosalone o in un canile. Ti danno un dépliant e cominci a scegliere.
      Si comincia con i bambini di lusso, quelli con costi proibitivi come le Ferrari o un cane di razza. Il prezzo è a scalare a seconda il pedigree, se vuoi un figlio di uno scienziato, di un ingegnere o medico famoso. Ti garantiscono intelligenza sicura. Oppure di un cantante o attore famoso. Costano un po’ meno i politici. Quelli sono imprevedibili. Tuttavia hai il tagliando gratis per i primi tre anni con relativi pezzi di ricambio oppure il reso con la sostituzione di un nuovo bambino. Puoi scegliere anche il colore che più si avvicina al colore delle tue scarpe.
      Poi c’è la pagina dei bambini di fascia media. Figli di diplomatici, ambasciatori, funzionari dello stato, dirigenti di banca. Due anni di garanzia e gratis i primi cinque anni di istruzione. Pezzi di ricambio non originali ma in garanzia. Puoi scegliere tra una gran quantità di colori.
      Quindi la pagina dei bambini figli di commercianti, impiegati statali, liberi professionisti. I prezzi sono alla portata. Un anno di garanzia, e asilo infantile gratis, la scelta è ampia.
      Poi la pagina dei bambini comuni, degli operari, dei senza lavoro, di chi vende il proprio sperma per soldi. I prezzi sono decisamente bassi e la scelta è decisamente ampia. Sei mesi di garanzia.
      C’è poi la pagina dell’usato sicuro per chi vuole spendere poco. Bambini resi per qualche difettuccio, ma pur sempre in garanzia per il primo anno e un tagliando a prezzo agevolato.

      Fantasia?
      Scherziamoci su.

      ciao Rebecca, a dopo.

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      • Rebecca Antolini ha detto:

        azzz al inizio pensavo di parli sul serio 😀 … comunque hai descritto bene il pensiero come potrei diventare il bambino del futuro.. Noi non abbiamo figli ma mai mai mai avrei pensato di affittare un utero di una donna o adottare uno dal estero..
        Vorrei nemmeno un figlio clonato di Einstein…
        ci sentiamo dopo le pentecoste.. qui piove e noi stiamo ancora restaurando la casa 😉 abbiamo un nuovo detto ora mancano i pannelli solari fotovoltaici e poi pian piano diventiamo autonomo 😀 a presto

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  5. MARGHIAN ha detto:

    Ciao Bruce, Enrico e Rebecca. Apro questo blog dopo qualche settimana.
    Allora, “Se credete che l’utero in affitto sia l’ultimo stadio della rivoluzione biotecnologica che potrebbe sconvolgere per sempre la società umana, beh, cari lettori, vi sbagliate di grosso”. Io non lo credevo affatto, anzi avevo..30 anni? Forse meno quando dissi a degli amici, si era già in argomento, la clonazione e cose del genere. “succederà che se si va avanti cosi’, … sparisce la mamma! Incubatrici capaci di sostituire l’utero e cose del genere..”. Ciao.

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  6. MARGHIAN ha detto:

    Gia gia’… 🙂

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  7. MARGHIAN ha detto:

    Adesso sto pensando a questo. che dire, poi, della mancanza di quella simbiosi fra la donna ed il feto, che si protrae per nove mesi, fino alla nascita? Ed altre-tante- implicazioni ancora.

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    • bruce ha detto:

      A chi compra non interessa e nemmeno a chi vende. Perchè nessuno si pone il problema del bambino, d’altra parte è un prodotto come le scarpe che forse li puoi acquistare anche per corrispondenza, tanto (pensano da egoisti) in qualche modo i problemi si risovono, magari …. sempre con i soldi.

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      • MARGHIAN ha detto:

        Vero, verissimo, le cose materiali (soldi eccetera) sono importanti, ma non devono soffocare i valori umani, i sentimenti, eccetera. “Materialismo”, io penso, non significa “non credere in Dio o nell’anima”. Ci sono credenti più materialisti di altri (che coerenza…) e non credenti più “spirituali” di altri (onore al merito) che anzi si battono per difendere e promuovere la dimensione umana, quella vera. Ciao.

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        • mariella54 ha detto:

          Ciao Bruce leggo ora questo tuo post ,mi lascia un po’sgomenta ma fra cent’anni tutto ciò che ora sembra fantascienza un domani potrebbe essere realtà ,non so cosa dire ,speriamo ne facciano buon uso.Ciao

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          • bruce ha detto:

            Ciao mariella. Non si può fermare la scienza, non si può mettere un freno alla scienza, ma si può disciplinare il suo uso. Il problema è tutto qui. Spesso vince l’egoismo e il tornaconto personale o collettivo. Ciao.

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  8. Carlo Grotti Trevisan ha detto:

    Hai espresso con la parola giusta, questa follia:

    “La battaglia prossima, in questo diabolico atto di disumanizzazione, è quella di separare per sempre i bambini dal grembo materno, cioè dalle viscere femminili e crescerli in laboratorio.”

    Questo è un diabolico atto di disumanizzazione, ma chiaramente un grande buisness.
    Ci vorrebbe la bioetica, a limitare la scienza nel giusto modo (io ho fatto un corso universitario di bioetica a parte dai regolari studi).

    Purtroppo la base di tutto ciò sono i matrimonio omosessuali, che di per sè non sarebbero nocivi, ma poi portano agli uteri in affitto, e appunto pian piano alla concezione che avere un figlio non sia più un atto naturale, ma sia come comprare qualcosa. Mercificazione assoluta.

    Ho scritto un film di fantascienza sull’argomento, un cortometraggio, che spero di riuscire a produrre, in cui ci sono delle placente artificiali, che è possibile comprare, e abortire se non si è soddisfatti del risultato, ottenendo un rimborso parziale.

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