La coscienza umana è semplicemente uno stato della materia, quantistica

coscienzaLa coscienza è sempre stato un argomento difficile da affrontare scientificamente.

In termini prettamente letterario, la coscienza è uno stato comportamentale che permette a tutti noi di avvertire quanto avviene in noi e nei suoi rapporti con il mondo esterno.
E’ la consapevolezza “individuale” della propria identità, del proprio ruolo, delle proprie potenzialità.

Se la coscienza è consapevolezza di noi stessi, viene spontaneo domandarvi dove si trovi.
Ci crediate o no, è certo che la coscienza non è un sorta di “salsa magica segreta“, messa ad arte nel nostro corpo come postulato da mistici e religiosi da tempo immemorabile.

Se la coscienza cessa di vivere con noi, viene da se che  la coscienza non può che essere parte della materia che ritorna alla materia, non può essere che uno dei meccanismi legati al funzionamento della materia stessa.

Il problema della ‘sede’ della conoscenza è stato peraltro affrontato anche dalla neurofisiologia e dalla neuropsicologia, che hanno inizialmente considerato la coscienza  come sinonimo di comportamento vigile, indipendentemente dalle attività cognitive svolte. Successivamente quando, invece, è stato dato risalto al linguaggio nella sua funzione di verbalizzazione consapevole dei processi cognitivi e motori in corso, la coscienza  è stata localizzata nel lobo temporale dell’emisfero sinistro, sede delle aree del linguaggio.

Gli studi della psicologia e delle neuroscienze hanno esteso la nozione di inconscio dalla sfera psicodinamica alla sfera dei processi cognitivi, e hanno ampliato il concetto di coscienza, non più considerata come un flusso indistinto di pensieri ed emozioni, ma come un “sistema integrato di operazioni“.

Allora?
Ed ecco che grazie al lavoro di un gruppo di neuro-scienziati e fisici teorici negli ultimi anni, possiamo finalmente dire che si è trovato un modo di analizzare il misterioso regno metafisico della coscienza in modo scientifico.

Nel mare dei terminali nervosi del nostro cervello di ognuno di noi, così come ci sono molti tipi di liquidi, ci sono molti tipi di coscienza.

In pratica, la coscienza può essere descritta esattamente come viene descritta la materia di cui siamo fatti, di materiale solido e liquido, di elettroni, di atomi,  di particelle  sub-nucleari governate dalla meccanica quantistica.

Con questo nuovo modello, la coscienza può essere descritta quindi in termini di meccanica quantistica e secondo la teoria dell’informazione, che ci permette di affrontare scientificamente argomenti oscuri come la consapevolezza di sé, e perché percepiamo il mondo in termini classici.

Solo la evoluzione naturale della materia ci ha consegnato la capacità della consapevolezza di noi stessi, tanto da portarci a capire se la coscienza è una cosa reale, se i nostri cervelli sono una realtà e legati in una sorta di regno quantico o se siamo tutti solo oggetto di una simulazione “Matrix Divina” messa nel nostro cervello.

La coscienza è regolata dalle stesse leggi della fisica che governano il resto dell’universo.


Link:

http://mobile.extremetech.com/latest/221297-human-consciousness-is-simply-a-state-of-matter-like-a-solid-or-liquid-but-quantum
http://www.extremetech.com/extreme/123485-mit-discovers-the-location-of-memories-individual-neurons

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53 risposte a La coscienza umana è semplicemente uno stato della materia, quantistica

  1. Rebecca Antolini ha detto:

    Buongiorno caro Silvano, io so poco sulla coscienza umana scientificamente.. ( se poi l’essere umano possiede una coscienza ) dalle azioni direi l’essere umano vive nell’ incoscienza .. e bravo solo a scrivere coscientemente, ma non capace a applicare queste cose nella propria vita.
    E un argomento ampio e penso su di questo sarebbe tanto da dire sia scientificamente e spiritualmente, ma non ho l’intenzione di annoiarti con la mia filosofia al riguardo.. serena giornata tvb Pif accarezza il caro Bleff

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    • bruce ha detto:

      Ciao Rebecca, e ben ritornata, ci voleva un argomento forte 😆
      Guarda che non non mi annoi mica se ti esprimi liberamente. Tutt’altro, i tuoi concetti filosofici potrebbero essere estremamente utili a molti . Si impara sempre qualcosa.
      I blog, intatti, hanno la primaria funzione del dialogo, del rapportarsi con gli altri, non solo per dirsi “splendita giornata” 😆
      Oggi mega passeggiata con Bleff, io in bici e lui che mi trainava. Gran fisico il mio cane.
      Splendita giornata 😆

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      • Rebecca Antolini ha detto:

        Caro caro Silvano, le ottime giornate lasciamo a parte 😀 le ottime giornate lo creiamo con la nostra famiglia e i nostri amici a quattro zampe.. anche io ora inizio presto la mattina le mie passeggiate con Tatanka, altrimenti prendo un colpo di caldo, qui a Verona abbiamo già avuto alle 9 di mattina 31 gradi adesso abbiamo 39 con una afa da morire..
        Non riesco nemmeno mangiare mi fa quasi vomitare non supporto questo clima .. eravamo in montagna in questi giorni e tornando a casa sembra un incubo infernale 😆 … ora vado farmi una doccia fredda sembra che sto incollando qui al pc … la mia filosofia porto più tardi

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        • bruce ha detto:

          Ciao Rebecca, qui abbiamo il vantaggio di avere il mare ed io ci abito a due passi. Oggi malgrado il caldo tirava un leggera brezza.
          Questa mattina dopo la passeggiata ho portato Bleff in pineta dove si è sdraiato sull’erbetta fresca appena annaffiata.

          Bleff in pineta

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  2. gabriarte ha detto:

    sicuramente la coscienza è un insieme di informazioni esterne ed interne diverse in ognuno di noi elaborate poi dalla sensibilità del nostro essere. molto complicato l’essere umano come l’universo ciao Bruge fa molto caldo

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    • bruce ha detto:

      Gran bella risposta Gasbri. Hai centrato l’argomento.
      Infatti io avevo scritto: “Nel mare dei terminali nervosi del nostro cervello di ognuno di noi, così come ci sono molti tipi di liquidi, ci sono molti tipi di coscienza.”

      Cosa volevo dire?
      Non esiste una “coscienza” tipo universale, un imprinting della coscienza dell’intera umanità, ci sono molti tipi di coscienza, perchè siamo diversi, con diverse coscienze.
      La coscienza, ovvero la conoscenza di noi e dell’ambiente, si forma dai primi istanti della nostra vita. Dall’ambiente in cui viviamo, dalla cultura famigliare, della società di appartenenza, dalle inflenze culturali e religiose, politiche.

      Se te fossi nata in un ghetto delle favelas avresti una divesa “coscienza” sulla propria identità, del proprio ruolo, delle proprie potenzialità, del mondo che ti circonda, diversamente da quella attuale. Se la nostra amica Rebecca fosse nata in Libano o Palestina o Israele, si sarebbe formata secondo la coscienza del posto, della sua cultura e religione.
      Questo a dimostrazione che la coscienza non è innata, nè messa lì da qualcuno, ma una elaborazione della nostra mente che interagisce con il mondo esterno con meccanismi del tutto naturali che seguono le leggi della natura. Quella che i fisici chiamano leggi della meccanica dell’infinitamente piccolo governata dalla meccanica quantistica.
      Lo so è difficile da digerire.
      Buona giornata. Bleff? Dorme.

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      • gabriarte ha detto:

        però due fratelli nati in uno stesso ambiente con la stessa formazione culturale hanno un diverso tipo di coscienza le mie sono solo domande a cui non so rispondere c’è qualcos’altro oltre le leggi fisiche e matematiche dove l’uomo non può arrivare qualcosa che la sua coscienza sa sogni d’oro blef

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        • bruce ha detto:

          Anche questo è vero. Altra ottima osservazione.
          Ma due figli possono anche essere diversamente alti, magri o grassi, belli o brutti, diveramente intelligenti, diversamente sani. Non credo che un essere superiore si diverta a distribuire a casaccio provilegi e ingiustizie. Ancora più grave se lo facesse volutamente.
          L’aggregazione della materia a formare la nostra mente è una cosa complicata non ancora nota, ma è materia, e la materia agisce secondo le leggi della natura: della fisica, chimica, della biologia.
          Materia quantistica. Un ribollire di possibilità. Di diverse spontanee aggregazioni. Un mare di coscienze.
          Almeno questa è la interpretazione che danno gli scienziati.

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          • gabriarte ha detto:

            sono proprio gli scienziati che mi convincono sempre di più che nulla è caso e la perfezione dei calcoli matematici , fisici , per dimostrare quanto è perfetta la macchina umana e tutto ciò che gli ruota attorno sono gli scienziati che mi fanno pensare a Dio ciao

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          • bruce ha detto:

            Anche questo è giusto: pensare a Dio non fa male e sicuramente costa meno fatica e tempo e soldi in ricerca.
            Notte cara.

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  3. Rebecca Antolini ha detto:

    La coscienza come spiegare una cosa alla fine legato alla religione o ad una fede.. voglio prendere un citato dalla bibbia o meglio proprio da Dio.. in Genesi 1:26 lui disse “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza” Io da anni ho letto e riletto la bibbia (e non voglio discutere ora se e un libro da un Creatore o un libro da filosofi dal passato ) Noi tutti nasciamo incosciente pian piano conquistiamo la coscienza delle cose.. qui ora penso Dio quando disse Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza volevo dire facciamo l’uomo cosciente alle nostre immagine.. Secondo me uno che sa creare un universo e essere viventi deve essere molto cosciente e consapevole delle sue azioni .. E ovviamente non è da solo altrimenti sarei scritto faccio l’uomo al mio immagine e alla mia somiglianza 😀 … anche noi abbiamo conquistato una certa consapevolezza e sappiamo alla fine cosa sia giusto e sbagliato.. credo noi siamo influenzato dalla frase biblica in Genesi 1:26 e pensiamo noi siamo già come Dio ci somigliamo nel modo di essere .. e qui c’è il nostro problema siamo incapace di prendere le nostre responsabilità, cerchiamo sempre una scusa per scusare i nostri sbagli .. una bambino per esempio fa tutto inconscio si le cose bene ma anche quelli male… Ma noi non ascoltiamo più al istinto naturale e per questo le nostri azioni sono spesso incosciente ma consapevole .. Noi dobbiamo diventare cosciente delle nostre azioni e anche responsabile delle nostre azioni voluto incosciente ma per non dimenticare consapevole… fa caldo sperò che mi sono spiegata abbastanza bene… la mia filosofia sotto 40 gradi essere cosciente per me e essere consapevole delle proprie azioni e soprattutto capace di non ripetere i sbagli già fatti da me stessa e dai altri ..

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  4. bruce ha detto:

    Gli animali hanno una coscienza?
    Se per coscienza intendiamo la percezione di noi stessi, del mondo esterno e del proprio ruolo, allora dobbiamo dire che anche gli animali, tutti indistintamete, il mio cane, la tua cagnetta, le scimmie che sono poco diverse da noi, hanno anche loro una coscienza, perchè hanno la consapevolezza di esistere e di interagire con gli altri. Ogni specie ha la propria coscienza (o comportamento, per capirci meglio) indifferentemente dall’individuo.

    Perchè non succede anche nell’uomo? Qual’è la differenza?
    Perchè l’uomo è speciale? Perchè ha un istinto naturale differente?
    Premetto che non esiste un modo univoco nel mondo per definire se una coscienza è buona o cattiva. Chi lo stabilsce Dio, Maometto, Budda, Rebecca, una nazione, un dittatore, un filosofo, l’Onu, o qualche organizzazione mondiale?
    Basta guardare proprio alle religioni con coscienze completamente contrastanti, alle volte disumane, ed alle diverse leggi che in certi paesi sono incomprensibili, ma determinate da differenti coscienze.

    Detto questo, l’uomo ha sviluppato anche la capacità di condizionarla. Cosa significa?
    Significa che nella consapevolezza della nostra coscienza, l’uomo (a differenza degli animali) può deliberatamente decidere di contraddirla nella “consapevolezza” delle proprie azioni, senza distinzione, religioso, politico, casalinga, uomo della strada. Tutti siamo potenzialmente portati per l’anti coscienza. E’ famoso il detto che l’occasione fa l’uomo disonesto.
    Nella diversità delle coscienze, l’uomo ha la razionalità di contradddirla con piena “coscienza”. E’ volontà divina?

    Ora riesco con il cane, mi sta invitando con insistenza.

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    • Rebecca Antolini ha detto:

      Allora gli animali hanno una coscienza (su questo non ho dubbi ) loro fanno più le cose inconscio percio istintivo… ma vedo dalla mia Tatanka che impara dai sbagli fatti e non lo ripete ( io ho per lei un piano ” azzione reazione” ) perciò se fa qualcosa che non mi piace poi io lo faccio capire che non va bene con una piccola punizione .. ma lei caspita impara… L’uomo sembra molto più intelligente invece non impara mai…

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      • bruce ha detto:

        L’uomo impara e capisce, eccome. Perchè secondo te questi politici che rubano non sanno e non capiscono quello che stanno facendo? Certo che lo sanno, ma agiscono deliberatamente pur sapendo di stare per commettere reato o quant’altro.
        Splendita giornata 😆

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  5. Ernesto Giuseppe Ammerata ha detto:

    la coscienza continuerà a vivere oltre noi? Questa è la domanda principale. Sinceramente ho letto l’articolo di fretta, ma mi riprometto di rileggerlo con calma..intanto un saluto in piena coscienza..:)

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  6. gabriarte ha detto:

    la coscienza di un essere umano è composta secondo me da tante” tringhe ” come il rispetto , l’intelligenza la cultura la conoscienza , la consapevolezza, le informazioni,la genetica, l’educazionela la storia non tutti gli uomini sono dotati di queste strinche per questo la coscienza cambia ed è per questo che l’uomo ha dovuto stabilire delle leggi ma è solo una mia considerazione

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    • bruce ha detto:

      Diciamo che assomiglia molto al mio pensiero. Motivo che mi incoraggia ad aggiungere un altro tassello al mio personale ragionamento.

      Il mondo è composto da un gran numero di nazioni, piccole e grandi (ho perso il conto).
      Ogni nazione ha la sua cultura, la propria religione, tradizione, consapevolezza. Anche una propria genetica.
      Possiamo dire che ogni nazione ha una propria coscienza e leggifera di conseguenza secondo la coscienza generalizzata dei propri cittadini.
      A chi tra queste nazioni appartiene la coscienza giusta? Nessuno è autorizzato a dirlo. Perché non esiste una giusta coscienza universale.

      Ora se ogni singolo cittadino di ciascuna nazione vive la propria vita differentemente da un altro individuo (per intelligenza, sensibilità, stato famigliare, sociale ecc.) puoi capire che ci sono miliardi di persone nel mondo con coscienze tutte diverse. Un mare sterminato di coscienze.

      Questo perché ogni individuo è differente dall’altro perché è diversa la natura dei neuroni delle loro teste, è diversa la cosiddetta materia grigia della loro testa che tradotto scientificamente significa che la materia celebrale si aggrega e interagisce diversamente in ognuno di noi secondo le leggi della natura, ovvero della fisica (atomica e subatomica), della chimica (reazioni dei componenti), della genetica (geni nel dna) e reagisce diversamente agli stimoli esterni perchè diversamente recepiti, analizzati, utilizzati.

      Ora è anche legittimo pensare che un essere superiore passi tutto il suo tempo, ovunque si trovi, ogni momento del giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo a immettere a casaccio una polverina magica nella mente di ognuno dei miliardi di persone sulla Terra e forse anche in altri mondi per renderli differenti. Obiettivamente e razionalmente la cosa è verosimile solo quando qualcuno ce ne dia prova.

      Ovviamente anche questa è solo una mia opinione, visto che nessuno sa come stanno effettivamente le cose, di cosa sia fatta e dove risiede la coscienza, né ce lo può spiegare nessun religioso, né filosofo. Tantomeno gli scienziati, ma almeno loro ci provano facendosi domande e cercano di dare risposte studiando la natura di cui siamo fatti.
      Ciao cara.

      Cavolo quanto ho scritto e volevo dire solo due cose. Ok, ora mi vado a riposare.

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      • MARGHIAN ha detto:

        Ciao. Ho letto il post e le osservazioni nei commenti. utto quanto interessantissimo ed affascinante. Gia’ la sola parola “coscienza” richiama temi forti. Si’, “temi”, non “tema”, perche’ credo che la coscienza sia da considerare come oggeetto quasi di “multidiscilpinarietà” (ad esempio il confronto fra la neorologia e la psicologia-e la fisica, come si è visto qui-)

        Io credo che la coscienza sia una sorta di “risultante” che deriva dal cervello nel suo insieme. Il cervello e’ “una macchina che produce coscienza”, procedendo continuamente da varie aree cerebrali di competenza. Se alcune determinate aree del cervello sono deputate al “pensiero superiore”, come si dice ad esempio della zona frontale della corteccia, queste aree a loro volta devono “attingere” da altre zone, ad esempio dalla memoria, dalle aree che elaborano gli stimoli che arrivano dai sensi, dalle zone primitive del cervello (quelle piu’ profonde ed arcaiche) e via dicento.

        E’ chiaramente superata l’idea che nel cervello ci sia una “sede specifica” della coscienza. Per Cartesio, il famoso filosofo francese del ‘600, la ghiandola pienaleera la “sede dell’anima”, ovvero il punto di incontro fra la mente (che lui chiamava “res cogitans” o “cosa pensante”) ed il corpo fisico (da lui chiamata “res extensa” o “cosa estesa).
        Gia’ comunque Cartesio aveva fatto un piccolo passo avanti, individuando la coscienza in una parte del cervello. Ma gia’ un medico della Magna Grecia, tale Alcemone, nel sesto secolo prima di Cristo, penso’ che la sede della coscienza fosse il cervello. Capire poi come questa si articoli, e si produca, rimane ancora una bella sfida. Ciao.

        Marghian

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  7. MARGHIAN ha detto:

    “e via dicendo”, non “e via dicento”. Ho corretto anche perche’ devo scrivere qualcos’altro: “tanti tipi di coscienza”. Mi viene in mente adesso un paragone, fra il nostro cervello e le impronte digitali. Ogni cervello, nel suo insieme, e’ unico, pur se nell’aspetto e nelle caratteristiche fisiche e chimiche. Le impronte digitali degli individui si somigliano, ma sono uniche per ogni individuo. Credo che per cervello, coscienza e mente accada la stessa cosa, pur se su un piano molto piu’ complesso ed articolato. Ciao.

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    • bruce ha detto:

      Ciao marghian, voglio portare alla tua attenzione ed anche a chi legge di un avvenimento che ha del sensazionale e che mette in discussione molte certezze soprattutto dei religiosi più intransigenti.

      Mi riferisco al test di Turing. Cosa si tratta?
      Beh, dopo molti insuccessi, un computer opportunamente programmato è in grado di pensare come un umano e di conseguenza di avere una propria “coscienza” al pari di un umano.

      Spiego il test.
      In due stanze separate c’era un uomo ed un computer. Un giudice proponeva domande sia alla macchina che all’uomo pur non conoscendo la loro posizione.
      Ebbene le risposte date non hanno messo in grado al giudice di identificare quale fosse la macchina.

      Ora si possono fare mille critiche all’esperimento, ma una cosa è certa, una macchina con pochi passi di programma è in grado di comportarsi (quasi) come un umano.
      La macchina umana esiste da un tempo infinito. Cosa succederà quando l’uomo potrà mettere a punto una macchina nei secoli in avvenire o nei millenni in avvenire? Magari un computer biologico che interagendo con l’esterno simuli la mente umana?

      A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che una macchina non sarà 100% umana, perché creata da una mente superiore.
      Allora se così fosse sorgono molti dubbi.
      Viene da pensare che noi siamo una “Matrix Divina”, ovvero un giochino di questo creatore, ovvero siamo solo un programma uscito da un computer divino, solo frutto di una simulazione in un super computer senza possibilità di autodeterminazione.
      Dolce giornata.

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      • MARGHIAN ha detto:

        Ciao Bruce. Conosco il test di Turing- pensto da quel genio che aiutò gli alleati a decifrare il famigerato “codice enigma” e che concepì la famosa “macchina di Turing”-. Superare questo test e’ il sogno degli informatici e dei cibernetici che vogliono creare l’intelligenza artificiale.
        Sicuramente avverrà che un computer sarà in grado di sostenere una conversazione “passando” per un essere umano. Un altro valido esempio per spiegare il test e’..la chat. Potremmo avere dall’altra parte una macchina e non accorgerci. Naturalmente la macchina sarebbe anche capace di mentire, e deve farlo, se le venisse posta per esempio la domanda “come ti piace mangiare la carne?”.
        Una “critica al test” potrebbe essere anche che comunque la macchina “non e’ un essere vivente”, ma questa obiezione reggerebbe soltanto fino ad un certo punto, in quanto anche la materia cosiddetta “vivente” e’ costituita in sostanza da minerali quali carbonio, fosforo, litio, ferro e quant’altro. Se la coscienza non ha una origine “trascendente” certametne sara’ possibile creare una macchina cosciente, in quanto la coscienza sarebbe solo un prodotto di una certa “complessità circuitale”, cosa attuabile anche con la materia “non viva”. Non parliamo poi del “biocomputer” o della nanotecnologia, con componenti costituiti da poche molecole o da pochi atomi, con un potenziale di memoria e di logica che oggi non possiamo neppure immaginare.
        Non e’ azzardato pensare ad un futuro dove si vedranno androidi con un cervello artificiale costituito comunque da milkioni o da miliardi di componenti-tornando ai componenti costituiti da poche decine molecole o di atomi-. E dolce notte.

        Marghian

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        • bruce ha detto:

          Mentre ti leggo mi vengono in mente altre cose. Lasciamo da parte le qestioni di origine religiose che non conducono da nessuna parte per occuparci di cose concrete.
          Per esempio una macchina con coscienza e intelligenza da mandare nello spazio alla guida di astronavi nell’esplorazione di altri mondi. Potrebbe navigare per secoli, per millenni senza i problemi di ricambio del personale, alimentazione, ossigeno ecc. ecc.
          E poi puoi interloquire con una macchina che si comporta intellettivamente esattamente come un umano. Puoi darli istruzioni, fare domande, chiedere pareri ecc. ecc.
          Dolce notte anche a te.

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  8. MARGHIAN ha detto:

    Ricordi “supercar”, la serie televisiva statunitense prodotta tra il 1982 e il 1986, interpretata da David Hasselhoff? Un’automobile completamente automatizzata e in grado di parlare, controllata da un’intelligenza artificiale. Pendendo l’autobus accadrà che una voce amica ci dirà “dietro ci sono ancoradei posti liberi, si accomodino pure…” ed al volante non ci saraà nessuno, anzi..non servirà neppure il volante, già si riesce oggi a far camminare da sola una macchina.

    Per quanto riguarda macchine intelligenti capaci di viaggiare nello spazio per secoli, nulla vieta di pensare che possa accadere nel futuro. Ma ci vorrà troppo tempo perché degli uomini rimasti sulla Terra ricevano un rapporto su tali esplorazioni. A nmeno di non immaginare una “razza di androidi” completamente affrancatasi dall’uomo. Androidi che, come noi, saranno capaci- in quanto coscienti-, di provare gli entusiasmi e le emozioni dovute alle scoperte che si faranno su lontani mondi di altri sistemi solari. Ciao.

    Marghian

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  9. gianni ha detto:

    la coscienza, la mente, la quantistica, argomento interessante sul quale pero’ a tutt’oggi si possono sbrodolare innumerevoli disquisizioni di valore scientifico direi pero’ nullo o quasi. Certo e’ che la struttura ‘cervello’ e’ costruita con oggetti chimici ed e’ quindi biochimica, di base, nel suo complesso e’ una particolare architettura che puo’ darsi abbia qualcosa della quantistica, o meglio certamente anche una foglia di un albero ‘ha’ quantistica provenendo da un universo quantistico. Penso che sia piu’ utile vedere la mente (uomo o gatto che sia) come un complesso laboratorio di chimica nel quale per esempio anche i processi di memorizzazione seguono schemi un poco diversi da quelli a cui siamo abituati. A suo tempo per esempio mi sembra che qualcuno ventilasse a procedimenti di tipo olografico per spiegare memoria e correlazioni logiche. Idea molto interessante solo che mancando lo strumento analitico per capire come un’informazione possa essere tradotta in oggetto biochimico di significato olografico, l’idea cesso’ di essere. Come diceva Wittgenstein (tractatus ultimo paragrafo): cio’ di cui non si puo’ parlare e’ bene tacere, forse aveva ragione ma se tutti tacessero… Stiamo sui multi universi e quasi disperati per l’origine del tutto, e non sappiamo neanche come funziona una … mela, figurate se possiamo parlare di ‘noi stessi’. Finche’ l’umano arrabatta di neutrini e neutroni vari siamo salvi, poco oltre saremmo fottuti, comunque fortunatamente vede se stesso come una macchina a perdere quindi di fatto ha piu’ interesse ad esaminare la materia tal quale piu’ che cio’ che da essa ne esce in forma complessa, (se non per curarsi), quindi non dovrebbero esserci problemi per molto tempo. Alle volte mi sembra di vedere l’essere umano di oggi come un bimbetto che ha appena iniziato ad articolare i verbi (formulette varie ) ed inizia ad immagazzinare miliardi di informazioni, (strumenti di ogni forma e genere) arrivando alle sue prime conclusioni, ovviamente tutte arrabattate e mal definite, pero’ in una certa misura interessanti e corrette anche, o quasi. Tocca aspetta’ che cresca ‘sto bimbetto perche’ arrivi a capire se stesso…

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    • bruce ha detto:

      Disquisizioni molto ineressanti, ma è lecito qualche riflessione.
      “…..sbrodolare innumerevoli disquisizioni di valore scientifico …”
      Sbrodolare?
      Mi scuso ma non sono d’accordo.
      Considero il termine, ingeneroso, ed anche irriconoscente del lavoro che ogni giorno svolgono chimici, biochimici. Tutta la comunità scientifica.
      Tutti rivolti proprio a sbrodolare i meccanismi che ci governano. Proprio quelli che te chiami “…. un complesso laboratorio di chimica nel quale per esempio anche i processi di memorizzazione seguono schemi un poco diversi da quelli a cui siamo abituati.”

      “ …. non sappiamo neanche come funziona una … mela, figurate se possiamo parlare di ‘noi stessi’ …”
      Sono d’accordo su questo. Ma cosa si vuole far intendere non so. Che non ci riusciremo mai. Che tutto è inutile. Che manca lo strumento analitico per capire come un’informazione possa essere tradotta in oggetto biochimico. E allora?
      Secondo te ci riusciremo?
      Disquisire o filofosare è lecito, per carità, ma con quale fine? Boh. Non capisco.

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  10. gianni ha detto:

    ‘sbrodolo’ anch’io tranquillamente procedendo quotidianamente come chimico classe 61, non e’ un voler offendere qualcuno ma al limite tutti, (da buon toscano), ma non so se hai mai aperto gli abstract di chimica o fisica o matematica o che altro,.. e’ tutto un dire ‘scientificamente’, entropia a fattore 99%, un immenso business costruito con gli strumenti, la quantistica, le formule, le esatte affermazioni scientifiche. E’ normale che sia cosi, percarita’ nulla contro, anche io scrivo stupidate scientifiche confortate da dati sperimentali incontestabili, e alle volte li pubblicano pure. Con la mia critica volevo solo affermare che appena cento anni fa, (poco piu poco meno) c’erano ancora le candele, nulla era della quantistica applicata etc, e quindi, poiche’ non ha molto senso pensare di aver appreso tutto in ‘un giorno’, cio’ che e’ del nostro sapere di oggi, e’ solo un infinitesimo di cio’ che e’ necessario sapere e avere nella forma di capacita’ astrattive per dire di essere ‘diventati grandi’. Il fine del mio dire e’ questo: al momento il ‘bimbetto’ sta, avvalendosi della sua scoperta la ‘scienza’, esplorando il mondo circostante con la ‘scienza’ ha ottenuto a tott’oggi velocemente interessanti risultati che sostanzialmente si traducono per esso in vari ‘giocattolini’, i phone, le tv, l’lhc, il sem, l’nmr, l’icr, i led, i robot e cosi via, piccolini, molto materici in realta’ che il suo giocattolo ‘scienza’ piu’ di tanto non gli puo’ dare che presenta diversi difetti di base. Fortunatamente pero’ oltre quel giocattolo, la scienza, per ora non puo’ andare pertanto per esempio le sue esplorazioni sulla ‘coscienza’, ‘universo’ etc sono tentativi, ‘scamminamenti’ con ‘inciampamenti’ di ogni genere. Certamente facendosi ‘grande’, esplorando quindi altri indirizzi conoscitivi di cui at moment nulla e’ dato di sapere e conquistando livelli di astrazione superiori, avra’ facile interpretare altro, potendo quindi ‘giocare’ anche in altro modo, solo che … . Quale il fine di tutto questo mio ‘sbrodolare’ di verbi? nessuno, e’ solo una riflessione su un tema, (lo scanning si e’ completato, fine break!)

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    • bruce ha detto:

      Oggi pomeriggio ero al bar con mio nipote (dormiva in carrozzina), leggevo Le Scienze mentre tutto attorno a me era un vociare sul nulla, gente che sbrodolava su tutto, gente che messaggiava coi telefonini, che rideva e scherzava. Poi mi sono domandato che ne sa questa gente degli abstract di chimica, di fisica, di matematica. Una ceppa, dicono dalle mie parti, ma è contenta. Ed io a leggere della relatività generale di Einstein, e ad interrogarmi sugli indizi conoscitivi dell’universo. Qual’è il fine di tutto questo mio sbrodolamento. Che scemo che sono.

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  11. gianni ha detto:

    io pure ma sono talmente contento del mio giocare di scienziato e strumentini vari che mi prendo sempre in giro autocriticandomi per la mia nullita’ ogni momento ma incredibilmente soddisfatto della mia immensita’ come essere razione oggi presente, (che noia sarebbe se vivessi come essere di oggi un istante del passato umano!), e direi in perfetta armonia col tempo e con cio’ che e’ o sara’ in esso. In pratica in fin dei conti, se non l’hai capito, voglio dire che questo ‘bimbetto’ cosi veloce nelle sue definizioni e scoperte, e’ veramente un interessante ‘oggetto’ proprieta’ dell’Universo. Chissa’ cosa ne uscira’ domani, che ancor oggi sta solo ai primi passi ? (Avemo pure un altro pianetino? unico!)

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    • bruce ha detto:

      Il mio cane generalmente mi dà compagnia accovacciato sotto la scrivania. Ogni tanto scambiamo quattro chiacchiere (siamo telepaticamente entagled).
      Gli racconto che noi siamo come dei bambinetti che crescono velocemente sulle loro stesse definizioni e scoperte.
      Beh, – mi risponde – non direi tanto velocemente. Poco più di un milione di anni fa eravate ancora a saltare da un albero ad un altro.
      Si – replico – ma poi ci siamo evoluti rapidamente. E quelli evoluti più del normale ci hanno portato sulla Luna e fra poco su Marte. Guardiamo la Tv grazie a loro, parliamo al cellulare, andiamo in aereo. Abbiamo la proprietà di sbrodolare su tutto, mentre te te ne stai sotto una scrivania ad aspettare che ti porto fuori.
      Sì è vero, correte, correte velocemente, vi affannate, sbrodolate nel vostro sapere ma poi non sapete darvi una cazzo di risposta e vi angustiate. Guardami – mi dice il mio cane – mentre state lì a parlarvi addosso con la vostra scienza, se siete o meno proprietà dell’universo, se le vostre regole sono monnezza al 99%, mentre vi scannate con gli strumenti della vostra scienza, io me ne sto qui tranquillo senza sbrodolamenti e della vostra scienza me ne impippo.
      Ok, andiamo, che è tempo di uscire a farci un giretto.

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  12. gianni ha detto:

    guarda direi che il tuo cane non sa proprio un ca dell’essere umano, della sua co-scienza e cono-scienza, e’ una bestia piacevole ma e’ proprio un .. cane. A me divertono molto, moltissimo credimi, questi ‘bimbetti’ che assettati nei loro underground giocherellano, (SEMPRE INESORABILMENTE), sfruttando i loro phone, altrove le loro biciclette, le mie moto, I miei cento pc, troppo fprte questo essere umano.. NB TUTTE le forme viventi GIOCANO, il passatempo del carbonio e’ divertirsi Comunque chiudendo parentesi estrema e rientrando in tema: la coscienza. La quantistica centra ben poco secondo me, ma un certo modo della mente di elaborare, gestire l’informazione che riceve si, e tale modo e’ costruito dalla sua complessa architettura plasmata nel corso dell’infanzia, dagli input che riceve. Pero’ e’ opportuno appuntare che l’informazione plasma tale architettura, non la forma. Si puo’ parlare e descrivere del semplice neutrino prendendo lagrangiane varie e cosi dicendo qualcosa di piu’ o meno vero, ma di strutture un poco piu’ complesse, articolate, quali la mente del ragno, gatto, cane, umano etc.., le lagrangiane non funzionano!

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    • bruce ha detto:

      Bleff è il nome del mio cane, è un bellissimo American Staffordshire Terrier, comunemente detto Amstaff.
      Ed è tosto, veramente tosto, te lo assicuro. Non si lascia far menare per il naso tanto facilmente. Ha …. lisciato il pelo (mettiamola così) ad altri cani tosti come il Rottweiler. Ovviamente accidentalmente, sempre per colpa della stupidità dei loro padroni.
      Cosa c’entra questo?
      Parlavo, qualche tempo fa con alcuni amici che si curano di cani abbandonati e maltrattati, di questo problema. Mi dicevano che questo succede perché l’uomo pur considerandosi superiore, ha una capacità che gli animali non hanno, la stupidità.
      Il mio cane invece, mi aggiunge, che malgrado gli umani parlino dall’alto della loro intelligenza, in fin dei conti, non sanno proprio un ca della propria coscienza nè tanto meno di quella dei cani.
      Allora – si domanda – qual’è la differenza? Chi è più stupido? Non c’è un indice di stupidità. E’ stupidità e basta.
      Sempre secondo il mio cane costoro confondono la coscienza con la logica o intelligenza. La coscienza è il modo di avvertire il mondo che ci circonda e loro ne sono pienamente “coscienti”, la logica o intelligenza è la capacità di risolvere problematiche complesse anche se loro lo fanno con quelle semplici. Piccola differenza, è vero, che fa la differenza, ma loro non si lamentano, non passano il tempo a sbrodolarsi o a dissentire su tutto, perchè non capiscono o non approvano pienamente.
      Insomma – mi dice il mio cane – ci sono molti uomini comuni, ma peggio ancora quelli che si ritengono di rango superiore, che si comportano da …. cani.
      Mia osservazione. Gioco spesso con lui. A modo suo. Con qualche ramoscello, una pallina da tennis, e passare il tempo con esercizi con il carbonio non gli interessa una cippa, perché in fin dei conti sono sempre due modi bambineschi di giocare, più o meno idioti, ma ognuno idiota a suo modo.
      Mi scuso per questo sproloquio sul mio cane, ma non mi riuscirebbe proprio parlare di loro … con disprezzo.

      Ok, torniamo alla coscienza.
      La quantistica c’entra, c’entra eccome. La materia è fatta di molecole, ma più in piccolo di atomi, più in piccolo ancora di particelle elementari, e più in piccolo ancora di una schiuma indistinta di centinaia e centinaia di altri elementi che da lì schizzano fuori nel mondo reale per scomparire misteriosamente come fantasmi. Come vogliamo chiamarlo? Mondo di Pippo o Paperino. Ok, così sia, ma poco cambia.
      E se l’uomo è fatto di atomi, in qualche modo ha a che fare con la meccanica quantistica. Di sicuro.
      Mi rendo conto che ciò è difficile da capire e da digerire per coloro che trattano solo molecole.
      Buona giornata, è ora che esco con lui.

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  13. gianni ha detto:

    .. non e’ affatto difficile capire per chi fa e analizza molecole, atomi e particelle varie, e molt’altro suppongo, (quadri, sculture, architetture, etc, altrimenti sarebbe un automa scientifico!), che la quantistica e’ o puo’ essere parte nel gioco della ‘coscienza’ o di cio’ che produce sia a livello comportamentale (immediatamente osservabile e non) che intellettivo, (razionalita’, intelligenza, etc) il cervello visto in toto. Ma se e’ vero che il comportamento di un mare di acqua e’ in un qualche modo governato dalle leggi della quantistica che governano tutto cio’ che e’ dell’elemento base, e’ anche vero che nella sua totalita’ la ‘coscienza’ di quel mare sembra regolata e formulata da altro. In pratica a farla breve, e’ la complessita’ del sistema e il tipo di informazione che deve elaborare che costruisce la risposta, che sia ‘coscienza’ o altro. Per capire meglio quindi potrebbe essere utile forse capire se e in che misura la cosidetta ‘coscienza’ risente del grado di complessita’ del sistema che la produce. E’ un discorso aperto ma secondo me non ci sono al momento ‘strumenti’ per poter capire in che forma un assetto di strutture ovviamente quantistiche, (l’universo e’ quantistica), metti lo spin ma non lo stare su o giu’ ma cio’ che non e’ definibile nella forma di una comune rotazione, puo’ influire sullo ‘status’ del macrosistema. In pratica la mente delle forme viventi non e’ un condensato di Bose-Einstein. Molti anni fa mi sono chiesto involontariamente in che forma la quantisticita’ della materia quantistica possa esprimersi in cio’ che e’ di essa, il giorno dopo ho avuto uno strano incidente stradale nel corso del quale la macchina in cui stavo e’ passata brevi mano dentro l’altra contro la quale mi sono trovato ad incocciare: sani ed integri entrambe e nessun danno ai mezzi!!, (appena sposato con 2 bimbette), (questa a dirne una). Quantistica nella ‘coscienza’ dell’uomo o del cane quindi?.. mah,.. si certo, come no… quantistica! che altro altrimenti?
    (sui cani: mastino napoletano, unico, bello, imponente, spiritoso, FORTEE, femmina, solo che poi ho conosciuto mia moglie e quindii…)

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    • bruce ha detto:

      Sua moglie deve essere proprio una donna eccezionale, fors’anche una santa. Per davvero. Tanto da meritare una sincera stretta di mano ideale, quantica ovviamente.
      Spero solo che tu non la tenga al … guinzaglio. Scherzo.

      Non so dare una definizione al concetto “coscienza”, nè come si sia formata. Questo dilemma l’hanno risolto solo i testimoni di geova. Tuttavia basta farsi una idea nell’osservare come si forma una coscienza nei bambini per dire che essa si forma attraverso continui input esterni, ovvero a stimoli esterni che successivamente può essere modificata dalle successive esperienze. Motivo per cui non esiste una sola coscienza ma una moltitudine di coscienze proprie di ogni persona che risente della complessità del sistema che la produce, come tu dici.

      Allora possiamo tranquillamente dire che non siamo altro che un computer biologico (e aggiungiamo anche quantico per non far torto a nessuno), soggetto ad input esterni.
      So che un computer biologico è stato già realizzato, un dispositivo biochimico in grado di immagazzinare dati criptati all’interno di filamenti di DNA. Poca cosa, per ora, ma un grasso passo avanti per una computer con coscienza propria (quantistica, ovviamnete).
      Quindi computer chimici (a base di atomi con spin che ruotano up end down, o a destra o a sinistra, a piacere secondo i gusti) al posto di software e DNA al posto dei dischi fissi.
      Infatti qualsiasi organismo vivente è un computer: hardware, software, input e output, cioè i quattro elementi di cui sono fatti gli elaboratori elettronici, sono presenti anche negli esseri viventi. Ogni cellula e affini del nostro corpo, (l’hardware), immagazzina dati e parla infatti alle altre cellule attraverso filamenti nervosi (una specie di corrente elettrica per chi non sa di elettronica) secondo precise istruzioni, (il software), per raggiungere uno specifico risultato, l’output.
      Quantistico? molecolare? Meglio molecolare, rende tutti più felici e contenti, così questa notte dormiano tranquilli per aver stabilito e risolto questo mistero.

      Bella la tua esperienza, macromolecole che si compenetravano in alte macromolecole una dentro l’altra, stupefacente. Come uno scontro tra galassie. O aria entro altra aria. Miracolosamente illesi. D’altra parte l’atomo è fatto di vuoto.
      Notte.

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  14. gianni ha detto:

    .fosse l’unica!!!, .e’ si, essere nulla ma presente ed osservabile, misurabile in altezza e peso!, beh ovvio, ogni forma vivente e’, siamo, computer biologici ma solo perche’ viviamo nel ‘periodo’ dei computer, tocca aspettare un attimino per sapere cos’altro NON realmente sia una forma vivente, compresa la sua ‘coscienza’. Sui 4 elementi forse meglio otto, pero’ senza voler offendere nessuno ne’ le miracolose aspettive di qualcuno, non e’ che si puo’ sfuggire alla matericita’ della material, ‘, non si sa bene pero’ perche’ ne per come, puo’ capitare che la ‘coscienza’ percepisce che alle volte, limitatamente all’infinitesimo istante di tempo del proprio esistere, accadono cose definibili ‘strane’, (e parecchie anche, eclatanti e non), non catalogabili scientificamente, anzi meglio… meglio non catalogarle e tornare al contesto del formulario ed alle osservazioni dirette altrimenti…..sui bambini? sono delle vere e proprie spugne …quantistiche, Piaget ci ha passato una vita per capirli, oggi lo prenderebbero per pedofilo, esistono diversi studi sulla coscienza colletiva, progetti di ogni genere sull’uso della mente, etc etc, altro bin stracolmo di .. concetti! good night! (fine del mio commentare su la ‘coscienza’)

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  15. mauro ha detto:

    E se invece che essere un insieme di “movimenti quantistici” , la coscienza fosse qualcosa di piu difficilmente percettibile dall’osservazione della prospettiva umana ?
    Potremmo quindi associare la coscienza a qualcosa di non misurabile o visibile come la materia oscura o un’altra dimensione o come se essa fosse in una diversa dimensione .
    Se questi “movimenti” fossero invece il risultato dell’azione della coscienza ?

    Noi potremmo non essere in realtà qui , il nostro corpo (cervello) appartiene alla dimensione che noi conosciamo a cui siamo profondamente legati,ma la nostra coscienza no, potrebbe essere altrove e sarebbe legata al corpo creando un collegamento tra due dimensioni, probabilmente fisiologico come il rapporto tra materia e antimateria.
    Questo stato delle cose sarebbe accostabile a certe credenze/esperienze sciamaniche in cui si racconta di abbandonare il corpo per raggiungere dimensioni alternative in cui tutto è connesso e si ha la conoscenza e la saggezza a portata di mano in quanto quella dimensione permea tutto e tutti, ma per attingervi è richiesto un grande sforzo e capacità.
    Un noto personaggio “mistico” italiano parlò di uno spirito intelligente e creativo che risiede in ogni essere umano e sosteneva che tutti potessero essere un tramite tra quella creatività e questo mondo se solo avessero abbandonato le convenzioni che governano questo “mondo”, e si fossero abbandonati alla creatività al caso .
    Ammettiamo quindi che gli stati di coscienza “alterati” come la meditazione , i sogni lucidi , trance sciamanico e ipotizziamo che spingano la coscienza ad abbandonare lo stato “presente” ,infrangere le convenzioni ed entrare o rientrare nella nostra dimensione di origine.
    Una “indizio” ulteriore potrebbe essere cio che si sperimenta nel sogno “casuale” , messo a confronto con una esperienza mistica o di sogno lucido.
    Nel caso del sogno casuale ,la coscienza si distacca dal fisico a causa del rilassamento, abbandona in modo fisiologico lieve il corpo e inizia a riconettersi a quella dimensione creativa, ma pur sempre influenzato dalla non consapevolezza di quanto accade e associa spontaneamente eventi e cose della vita vissuta, che flebili in quella dimensione si modificano
    e appaiono modificati distorti nei piu svariati modi a seconda degli stati d’animo del soggetto.
    Con le esperienze di sogno lucido , invece i soggetti raccontano di avere accesso a un mondo completamente nelle loro mani
    una volta imparati i meccanismi, e alcuni di loro lo chiamano giocare con la mente.
    Quindi la mi domanda è : Allora le coscienze sono da considerarsi materia dell’universo come lo conosciamo ?
    Se cosi fosse allora sarebbe la prova piu schiacciante che la morte non esiste perche in natura nulla si crea e nulla si distrugge.

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  16. santocerfeda ha detto:

    Ho scoperto solo oggi il tuo blog, e me ne dispiace perchè, da quel poco che ho letto, tocca argomenti per me veramente interessanti e di cui studio e leggo su varie riviste specializzate.
    Non so se ci stai ancora su questo argomento cui sono capitato per caso, dopo aver letto i tuoi interessanti post sulle costanti fondamentali ed il principio antropico.
    L’argomento di questo post ha attratto la mia attenzione perchè, essendo psichiatra ed appassionato di neuroscienze, volevo leggere qualcosa di interessante.
    Ragionando sulla coscienza, o meglio sul rapporto tra noi e il mondo esterno, mi sono fatto l’idea che la coscienza non sia altro, in fondo, che una proprietà emergente del nostro cervello, e vorrei sapere che cosa tu ne pensi.
    Personalmente penso che la coscienza emerga dalla complessità del sistema nervoso, con i suoi miliardi di neuroni interconnessi da miliardi e miliardi di sinapsi in continua crescita e modificazione, e che sia manifestazione comune di tutti gli animali con un sistema nervoso abbastanza complesso (anche se, mentre ti scrivo, sono consapevole della indeterminatezza dei termini che adopero), e che forse vi sia anche un qualche tipo di coscienza negli insetti sociali, come api e formiche.
    Ma mi fermo qua e aspetto di sentire il tuo parere. E nel frattempo darò uno sguardo anche ad altri tuoi post per vedere se hai scritto altro sull’argomento.

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  17. Massimiliano Cosmelli ha detto:

    Caro Bruce, ti faccio una domanda che secondo me mette in luce un paradosso: se faccio un filmato che ti riprende mentre stai facendo qualcosa in modo consapevole, ossia mentre sei attento e sei presente a te stesso e ti e’ presente l’ambiente attorno a te e cio’ che stai facendo e poi questo filmato te lo faccio rivedere ad una velocita’ rallentata di 10-100 volte, che mi diresti di te stesso mentre guardi 10 secondi di quel filmato? Mi diresti che in quei 10 secondi ,corrispondenti magari a 50-100 millisecondi, sei consapevole? che sei un agente cosciente? E nei successivi 10 secondi? e dopo ancora?
    Puo’ essere che non abbia senso affermare che un agente sia cosciente in termini assoluti senza considerare l’intervallo di tempo a cui facciamo riferimento?
    E tutto cio’ che cosa mette in luce? Non mette solo in luce ,a mio avviso, che la coscienza ha necessita’ di un tempo minimo per esplicarsi ,come si evince dall’esperimento di Libet, ma che questo intervallo di tempo probabilmente e’ legato alla natura degli eventi del mondo reale che ci interessano, ossia che sono importanti nel nostro vivere quotidiano.
    Eh se la coscienza avesse luogo quando i nostri pensieri si sincronizzano, vanno all’unisono, con quelli del mondo reale? Allora aver coscienza di qualcosa potrebbe significare che stiamo producendo una simulazione di come e’ la realta’ che coincide con cio’ che sta realmente accadendo. I tempi della simulazione mentale del reale devono essere circa gli stessi di quelli degli accadimenti reali e questo ci da’ l’illusione di vivere dentro la realta’ che stiamo allucinando.
    Quando c’e’ sincronia fra pensiero e realta’ risuona nella nostra testa qualcosa, qualcosa va in risonanza e noi ci sentiamo parte della realta’, coscienti del nostro essere e di star agendo nel mondo qui ed ora Puo’ essere?

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    • bruce ha detto:

      Caro Bruce, ti faccio una domanda che secondo me mette in luce un paradosso: se faccio un filmato che ti riprende mentre stai facendo qualcosa in modo consapevole, ossia mentre sei attento e sei presente a te stesso e ti e’ presente l’ambiente attorno a te e cio’ che stai facendo e poi questo filmato te lo faccio rivedere ad una velocita’ rallentata di 10-100 volte …….
      Puo’ essere che non abbia senso affermare che un agente sia cosciente in termini assoluti senza considerare l’intervallo di tempo a cui facciamo riferimento?

      Ciao. Intanto ti ringrazio e ti faccio i complimenti per il commento.
      In un certo senso ho dato risposta di come la penso, sbagliato o giusto che sia, nel mio articolo sul libero arbitrio.

      Le due cose, libertà di scelta e coscienza di sé e dell’ambiante che ci circonda sono collegate ma non necessariamente sincronizzate.
      La mia estrazione culturale mi porta a ragionare secondo una logica della successione degli eventi.

      Immagina un ladro che ha deciso di fare una rapina in banca e si trova in macchina a fare mille riflessioni.
      La sua scelta appartiene già al passato. Mentre il rapinatore è in macchina si domanda se la sua scelta è stata veramente libera o è stata determinata dalle necessità o dall’ambiente che lo circonda.

      Ora se faccio un fermo immagine nel momento in cui il rapinatore si sta interrogando, è questo “l’unico momento” in cui il rapinatore vive nel presente. Ovvero si trova nella condizione di fare una nuova scelta in base alle conseguenze della sua azione. Il fotogramma successivo il rapinatore è già nel futuro, e così tutti i fotogrammi successivi. Ovvero ogni momento è determinato da un futuro che non è stato una libera scelta né una piena coscienza di sé (dal momento che il rapinatore si interroga sulla sua scelta e sull’esito della sua scelta), quindi c’è un solo attimo del presente che può condizionare il futuro. Un futuro che gli presenta mille situazioni differenti e mille esiti differenti in base alle successive scelte. Ovvero una successione di avvenimenti “probabilistici” e determinati da ogni successiva “probabile” decisione.

      Cosa voglio dire? Questo a volte può indurci a pensare erroneamente di aver pienamente coscienza di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda. Questo a volte può indurci a pensare di aver fatto le scelte giuste quando in realtà non l’abbiamo fatta fra le tante altre alternative di scelta, o di aver fatto una scelta diversa da quella che abbiamo fatto in realtà. Questo vuol dire che non sempre abbiamo la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, ovvero che il libero arbitrio non è del tutto libero o che non abbiamo la piena coscienza del mondo che ci circonda, ma semplicemente di aver preso decisioni con nessuna certezza di aver preso quella giusta.
      Un saluto.

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      • Massimiliano Cosmelli ha detto:

        Ti do perfettamente ragione, cosa ne pensi del mio commento al tuo articolo sul libero arbitrio; mi scuso di averlo formattato male! ..ho fatto un copia incolla maldestro da un file di testo da me scritto circa una settimana fa. Mi piacerebbe sentire la tua opinione anche su quello.
        Voglio a mio modo di vedere solo correggere una cosa; occorre distinguere quando si parla d consapevolezza come fenomeno mentale e di contenuto della consapevolezza.
        Puo’ essere benissimo che ci inganniamo e crediamo di esser consapevoli di aver fatto una scelta giusta quando invece non si rivelera’ affatto tale ma cio’ non di meno si tratta pur sempre di consapevolezza.
        Abbiamo il “brutto vizio” di raccontarla agli altri e di raccontarcela; talvolta il racconto sulle motivazioni delle nostre gesta non coincide affatto con la realtà, puo’ capitare. Sforniamo racconti a uso e consumo nostro e altrui sul perche’ e il percome abbiamo fatto quel che abbiamo fatto; secondo me fa parte del software di simulazione che abbiamo installato 🙂
        Ti do perfettamente ragione: “il libero arbitrio non e’ del tutto libero ” Aggiungo un affermazione peggiorativa: il libero arbitrio non esiste, ed e’ una contraddizione in termini.
        Che vuol dire “libero arbitrio” ? che posso fare cio’ che voglio quando voglio in barba a tutto? Bene! Mettiamo che sia vero, ossia ragioniamo per assurdo.. Allora io ora che sto scrivendo a te sul mio pc potrei per dire spogliarmi nudo ed uscire per strada a mostrare le pudenda! giusto? Potrei accoltellare il primo che mi vedo passare davanti. Potrei inforcare il balcone e suicidarmi. Oppure potrei fare una cosa a caso. Faccio veramente queste cose No. Perche’? Perche’ non va bene girare nudo per strada, non va bene accoltellare la gente, non va bene suicidarsi ,non va bene fare la prima cosa che mi passa in testa. Ossia sono condizionato dalle regole del vivere civile che mi sono state inculcate con l’educazione , dal mio istinto di sopravvivenza e dal fatto che le mie azioni devono avere uno scopo, portarmi un vantaggio e non devono danneggiare me o gli altri.
        Quindi se ne deduce, che solo in teoria potrei far cio’ che voglio svincolato da condizionamenti e da fattori causali, ossia che potrei farmi guidare dalla mia anima immateriale (secondo coloro che credono che esista), ma in realta’ cio’ che faccio davvero ha delle ragioni ben precise che sono molto terrene ed hanno a che fare con le contingenze del momento, con la mia storia, il mio passato, cio’ che ho assorbito con educazione e non da ultimo dipende dalle mie risorse mentali. E’ tutto ben determinato e non siamo liberi per niente. Ci raccontiamo solo di esserlo.

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      • Massimiliano ha detto:

        Una delle illusioni di cui spesso siamo vittima è la convinzione che la nostra coscienza ci guidi nel fare le scelte che quotidianamente facciamo. In realtà ci sono meccanismi automatici che agiscono nell’inconscio che ci spingono a fare alcune scelte a discapito di altre; questi meccanismi obbediscono alla legge di causalità però noi non sappiamo a chi fanno capo. Voglio dire, quando ad esempio faccio la scelta che riguarda il partner che voglio al mio fianco per la vita, mi scelgo cioè una compagna, siamo sicuri di sapere perchè scelgo proprio quella persona e non un’altra? Ci sono condizionamenti inconsci che operano in quelle scelte e non è detto che ci portino a fare la scelta più giusta per noi. Viaggiamo col pilota automatico per il 90% delle cose che facciamo quotidianamente in barba al libero arbitrio. Guidare l’auto, scrivere a penna o al computer ,radersi , mangiare ,camminare, parlare e una miriade di altre attività sono del tutto automatiche…direi quasi tutte. Il libero aritrio potrebbe star di casa solo nella coscienza ma in realtà anch’essa ha parecchie limitazioni come ad esempio il fatto che l’istante cosciente che noi viviamo riguarda un istante già passato nella realtà reale là fuori.
        Un altra limitazione è che se cerchiamo di interrogarci sui contenuti della nostra coscienza non possiamo esimerci dal modificare quei contenuti, dall’interferire coi pensieri che ci frullano in testa ,per cosi’ dire. Un po’ come nella meccanica quantistica la misurazione influenza cosa andiamo a misurare analogamente accade per i nostri pensieri autocoscienti.
        La coscienza poi è come il redattore di un giornale, si limita solo a mettere insieme i pezzi di un puzzle, a combinarli insieme secondo una certo criterio ma fa affidamento a molteplici agenzie indipendenti che confezionano le notizie che poi giungono in redazione dalle zone periferiche dove i fatti sono accaduti; per cui la coscienza non ha la facoltà di sapere oltre ciò di cui le sue agenzie lo informano. In conseguenza di quest’ultimo fatto la coscienza può prendere degli abbagli enormi e agire di conseguenza sulla base di dati errati.
        Dove possiamo collocare il libero arbitrio del redattore rispetto alle agenzie che sono le frotte di giornalisti che accorrono sul posto se il redattore deve basarsi solo su ciò che viene riportato dai suoi agenti? Probabilmente il redattore ha la facoltà di comporre il giornale spostando i vari pezzi in prima, in seconda o in ultima pagina dando più o meno peso a certe notizie piuttosto che altre, enfatizzarle con un commento del redattore, tagliare via le parti ritenute eccedenti o ridondanti oppure operare dei tagli a certe notizie censurandole. A seconda di come opera il redattore la realtà dipinta dal quotidiano può variare grandemente da un giornale all’altro e con essa la realtà che il lettore percepisce. Ma tutte queste attività di redazione sono libere o sono anch’esse automatiche? Quali fattori possono in realtà condizionarle? Gratta gratta lo spazio per il libero arbitrio si riduce sempre più al lumicino.. ai posteri l’ardua sentenza!

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  18. roberto ha detto:

    A giorni scrivero’ come stanno le cose sulla coscienza.

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  19. roberto ha detto:

    La cosa è di una semplicità disarmante, è davanti a tutti…ma e’ molto difficile da spiegare proprio perche’ è così semplice da risultare concettualmente non comprensibile.

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    • Massimiliano ha detto:

      è illusorio pensare che la coscienza sia una questione semplice; ciò è dovuto al fatto che sperimentiamo tutti i giorni di avere la coscienza e quindi crediamo erroneamente di sapere come essa funzioni per grazia ricevuta. Tanti sanno guidare l’auto ma non è detto che tanti sappiano come l’auto funzioni e ne conoscano a fondo ogni dettaglio costruttivo. Analogamente noi fruiamo quotidianamente della coscienza e sperimentiamo una sensazione di grande familiarità con essa che crediamo di poterla spiegare altrettanto bene; si tratta per lo più di una illusione, una delle tante in cui è facile incappare quando ci addentriamo in questi argomenti.

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  20. roberto ha detto:

    Bisogna però mettere da parte idee, letture, conoscenze accumulate nel corso della vita, citazioni dotte o qualsiasi dottrina scientifica filosofica e religiosa. Bisogna mettere da parte la mente e andare alla pura esperienza diretta di qui ed adesso…questo è un passo indispensabile

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    • Andrea ha detto:

      Sono un neo-iscritto e per questo arrivo con questa richiesta solo ora, 2 anni dopo. Secondo te (non voglio mancarle di rispetto se vuoi ti do del lei), come stanno quindi le cose sulla coscienza? Grazie mille!

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  21. Massimiliano ha detto:

    beh, veramente abbiamo solo l’illusione di vivere nel presente quando in realtà viviamo nel passato; la nostra coscienza riguarda il passato per il semplice fatto che ci occorre del tempo per elaborare le informazioni che giungono a noi dai vari sensi. Tipicamente ci vuole mezzo secondo per la vista per cui vediamo la realtà com’era mezzo secondo fa o più, a seconda dei sensi che usiamo (l’udito è più veloce, la vista meno..) Nella Teoria delle Molteplici versioni, la nostra coscienza può essere immaginata come l’ufficio di redazione di un giornale, man mano che arrivano le notizie, il redattore ne fa una scernita e decide quali mettere nell’edizione del giornale che uscirà fra poco. Il redattore, ossia l’agente della nostra coscienza può metterci i suoni arrivati 300 ms fa ma anche delle immagini arrivate 500 ms fa le sensazioni tattili giunte 400 ms fa dal piede e 200 ms fa dal viso e poi il gusto, gli odori che sono giunti con tempi ancora diversi, impacchettare il tutto e mandare alle rotative la versione finale. Ogni sensazione ha i suoi tempi per giungere al cervello, per essere elaborata e per poter poi esser successivamente inclusa nel pacchetto finale della versione di cosa è accaduto in quell’istante di qualche centinaio di millisecondi fa. Quindi secondo questa teoria di Dennett, che è la più accreditata, non possiamo che vivere nel passato.

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