Natura morta con peonia

Prima di commentare riporto la notizia.

Il quadro che vedete, «Natura morta con peonia» scoperto in una soffitta olandese nel 1977 verrà sottoposto all’esame del dna per scoprire l’autore.

Il dna del quadro? – mi domanda incuriosito il mio cane

No, di un capello rosso trovato attaccato sulla tela sotto uno spesso strato di colore che verosimilmente appartiene all’autore del quadro medesimo.

Perché tanta importanza da richiedere l’esame del dna?– è ancora il mio fedele amico che interviene.

Perché l’attuale proprietario, un certo Markus Roubrocks, dice di averlo ricevuto in eredità da suo padre, il quale lo ebbe da un parente stretto di Vincent Van Gogh e giura sulla sua autenticità.
Per risolvere la questione il capello verrà comparato con quello dei discendenti in vita del celebre pittore.

E allora? Dove sta la notizia? – mi domanda il mio cane?

La notizia sta nel fatto che se il quadro sarà attribuito a Van Gogh varrà un sacco di soldi, altrimenti sarà un dipinto come tanti.

Quindi tutto questo è solo per una questione di soldi e non di valore artistico? – mi osserva il mio cane.

Esatto, ed ecco che qui interviene il mio commento ed anche la mia critica ai cosiddetti “critici d’arte” e soprattutto ai critici fai da te che non capiscono un tubo. – rispondo – Perché interviene la solita storia sulla definizione di cosa sia “l’arte”.

Come sai Van Gogh morì suicida nel 1890.
In vita non riuscì a vendere un solo quadro per la critica spietata dei critici, galleristi, curatori di mostre, sovrintendenti, direttori di musei, burocrati del cavolo.
Il suo stile era bollato dai puristi come «infantile»; i suoi girasoli erano considerati dai mercanti «poco verosimili» e nessun mecenate lo sostenne per una pur misera mostra di paese. Come dire che le sue opere erano solo roba senza valore degne nemmeno di una mostra di quartiere.

Post mortem il “Campo di grano con cipressi” è stato venduto nel 1993 per 57 milioni di dollari, mentre il suo “Autoritratto con orecchio bendato” è stato ceduto ad un privato, alla fine del 1990, per una cifra stimata di 80-90 milioni di dollari.

Ora due sono le cose: o i critici d’arte non capiscono un cavolo (mi scappava un’altra parola)  come disse Picasso (con i critici d’arte parlate di tutto, ma non di arte. Ne capiscono poco…), oppure il concetto d’arte è semplicemente una variabile aleatoria.

Cosa c’entra tutto questo discorso? – mi domanda ancora il mio cane

C’entra eccome.
Secondo i critici «ufficiali»  del museo van Gogh di Amsterdam, la tecnica pittorica del quadro è incompatibile con quella di Van Gogh, mentre secondo numerosi critici «indipendenti» il quadro apparterrebbe proprio all’artista.
Come vedi i critici d’arte sono su posizioni diverse.
Come dire che anche tu, cane, potresti dire la tua, tanto poco cambia rispetto alle altre.

In definitiva se il capello sarà effettivamente del Van Gogh il dipinto varrà un mucchio di soldi e sarà considerato una opera d’arte, al contrario non varrà nulla subito dopo un secondo dalle analisi e sarà considerato una schifezza o giù di lì.

Non ti sembra questo concetto “dell’arte” molto strano e incomprensibile?

(fonte: il Giornale)

Informazioni su bruce

Ingegnere. Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu. (Massimo Troisi)
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5 risposte a Natura morta con peonia

  1. gabriarte ha detto:

    quando ho visto il quadro ho subito pensato che fosse di Van Gogh ha una tecnica inconfondibile ma ci sono artisti bravissimi capaci di imitare lo stesso stile del pittore Mi viene in mente quei tre ragazzi di Bologna che fecero trovare una loro scultura e i migliori critici l’attribuirono a Modigliani dopo parecchio tempo si scoprì la burla. Non tutti i quadri di grandi artisti secondo me hanno stesso valore ma quando un ‘artista è definito tale i suoi dipinti acquistano tutti valore dato più dal nome che dall’opera. I critici servono per creare il mercato, alcuni lo fanno con professione altri esclusivamente per interesse. ma il loro compito è esclusivamente il mercato sono loro che decidono l’investimento. La maggior parte dei compratori investono sui quadri, non perchè si sono innamorati del dipinto ,ma per il valore con cui è stato giudicato dai critici.ciao buon fine settimana

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    • bruce ha detto:

      Giustissime osservazioni. Non ci sarebbe nulla da aggiungere.
      Tranne una.
      Molti falsi prima della loro scoperta (chissà quanti ce ne sono ancora in giro e li ammiriamo) erano considerati veri capolavori e poi definiti, un istante dopo, spregievolmente dei “falsi”.
      Allora mi domando se questo non è profondamente ingiusto. Perchè se un artista è stato capace di tanta bravura al pari del vero autore e ritenuto tale dai “critici”, meriterebbe anche lui il riconoscimento di genio o quantomeno di artista.
      Un caro saluto

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      • ross ha detto:

        sono perfettamente d’accordo con te. Il vero autore avrà dalla sua l’idea o l’originalità, però l’artista che lo ricopia alla perfezione dovrebbe essere riconosciuto come grande artista.

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  2. gabriarte ha detto:

    Ma i falsari geniali quelli che riescono a imitare perfettamente gli originali sono artisti, solo che non hanno idee e come se tu ingegnere inventassi un progetto unico e poi altri lo copiano perfettamente .Il vero genio sei tu, non gli altri E per questo che io ho sempre cercato di non copiare ma di creare aiutata da immagini dal vero o da qualche foto. Se ti abitui a copiare dagli altri, difficilmente riesci a vedere con i tuoi occhi o con le tue emozioni . Ecco perchè è così difficile diventare un grande artista Creare dal nulla mantenendo forme, colori , nel giusto equilibrio e raccontare la tua anima o, quello che vuoi trasmettere agli altri non è facile. Puoi imparare le tecniche o, come si disegnano le figure, le cose, ma quello che tu hai dentro se sei un falsario, non puoi trasmetterlo. Un artista vero,dipinge prima di tutto per se stesso Quello che ti ho scritto sono solo mie considerazioni Ti auguro una splendida giornata ciao

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  3. bruce ha detto:

    Altre giuste osservazioni. Siamo in sintonia.
    Infatti è geniale colui che ha idee. Ma non basta, perché tutti in fin dei conti dipingono con una idea (ispirazione). E’ una idea copiare un vaso di frutta, copiare un vaso di fiori, copiare un paesaggio, un volto (la Gioconda), un campo di papaveri, o ricopiare su tela un disegno.

    E’ artista anche un artigiano, un cantante, un attore, un calciatore, una show girl che si ricopiano ogni giorno. Ma ciò che rende geniale un artista è la eccezionalità del suo lavoro (idea, ispirazione) “fuori dal comune”. Poeti “fuori dal comune” tipo Leopardi, compositori come Dante o il Manzoni. Quindi anche un pittore o scultore è da considerare un genio quando è “fuori dal comune”.
    Anche Van Gogh credo che copiasse dalla natura, ma oltre ad essere un artista è geniale per la sua rappresentazione “fuori dal comune, eccezionale, originale “ del suo lavoro (perché lavoro era) indifferentemente dalla tecnica.

    Apro una parentesi.
    Per quanto riguarda i falsi o più in generale i falsari, devo dire che purtroppo molti artisti declamati non sono altro che dei falsari. Vedo tanti artisti che copiano.
    Nel campo della moda, per esempio, molti critici (non so a quale titolo) definiscono geniali certi stilisti. Ti assicuro che copiano tutti, dal primo all’ultimo, fatta eccezione di quei pochissimi che si distinguono per avere il merito di essere stati i primi, i caposcuola di una moda o di una innovazione e quindi meritevoli di fregiarsi del titolo di geni.
    Anche nel campo industriale copiano tutti. La Samsung, altro esempio, universalmente considerata una innovatrice nel campo della grafica computerizzata e della telefonia copiava i programmi della Apple. Case automobilistiche e motociclistiche dell’est asiatico copiano alla grande il know how e la tecnologia occidentale. Come i pittori. Ma in questo caso si parla spesso di ispirazione o di appartenenza ad una scuola.
    Chiusa parentesi.

    Anche queste sono mie osservazioni a voce alta, come sono solito dire al mio cane.
    Buona domenica

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